Perché i bambini dovrebbero camminare scalzi (soprattutto d’estate)

Scopriamo, insieme ad una professionista, i benefici che traggono i nostri bambini dal camminare scalzi.

Foto di Giorgia Marini

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Una domanda che, spesso, ci poniamo noi genitori è se sia preferibile che i nostri bambini camminino a piedi nudi, dunque scalzi, o con specifiche scarpine. Ci sono genitori che, a qualunque temperatura e su qualsiasi pavimento, sposano la causa del piede scalzo e coloro invece che temono un raffreddore o un piccolo incidente, per un piccolo passetto senza scarpe, anche sulle mattonelle di casa. Tra opinioni tanto contrastanti, per scoprire chi abbia ragione e perché, meglio rivolgersi ad un’esperta, in grado di spiegarci quando e dove sia opportuno che i nostri bambini camminino scalzi.

Camminare scalzi: perché e fino a che età

Abbiamo posto la domanda a Miriam Mondinini, dott.ssa in fisioterapia, specializzata in riabilitazione pediatrica, e nel pre e post parto.

“I bimbi dovrebbero stare a piedi nudi da quando nascono, fino al momento in cui hanno acquisito, in modo adeguato, la capacità di camminare. Più i nostri bimbi sono liberi di sperimentare e conoscere il loro corpo e lo spazio e meglio è per il loro sviluppo motorio.

Nel momento in cui iniziano a spostarsi in autonomia, ad alzarsi in piedi aggrappandosi a ciò che li circonda, e a muovere i primi passi, hanno bisogno di percepire sotto i loro piedi il terreno. In questo modo, e solo in questo modo, il loro piede può svilupparsi in modo corretto, sia in termini muscolari che di sensibilità.

La propriocezione, la sensibilità derivante dalle afferenze recettive, è infatti fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio e per il riconoscimento della posizione del nostro corpo nello spazio.

Capiamo quindi l’importanza di permettere questa sperimentazione ai nostri bimbi, in modo che il loro piede possa percorrere il normale sviluppo, che lo porterà da piede piatto, fisiologico alla nascita, ad un piede caratterizzato da un arco plantare. Va da sé che, nel momento in cui fosse necessario permettere al bimbo di camminare al di fuori di casa o di un ambiente protetto, i suoi piedini vadano tutelati e quindi sia possibile indossare le scarpine”.

Calzini, ciabattine o piedini nudi

Come dicevamo, ci sono bambini abituati a camminare scalzi in casa, mentre altri indossano calze e pantofoline. Il mercato offre diverse soluzioni, dalle pantofole alle ciabattine di gomma ed anatomiche ai calzini antiscivolo. Soprattutto di inverno, molti genitori, per paura che i bambini possano raffreddarsi, optano per calzature ad hoc.

Secondo la dottoressa Mondinini, “In casa, i bimbi dovrebbero sempre stare a piedi nudi, al massimo con le calzine antiscivolo. In casa non c’è alcun elemento che richieda di indossare calzature, sarebbero solo controproducenti nello sviluppo motorio per i motivi sopra descritti”.

Perché è importante camminare scalzi, soprattutto in estate

Si parla, spesso, dei benefici del camminare scalzi su alcuni terreni, come la sabbia o anche sull’erba, in situazioni, dunque, spesso associate all’estate. Ma quali sono davvero i vantaggi di questa scelta, soprattutto per i bambini piccoli?

“Lasciando i nostri bimbi a piedi scalzi su terreni sconnessi, permettiamo loro di allenare il meccanismo sopra descritto, per loro è come una palestra che li porta a sperimentare e ad imparare a gestire l’equilibrio e, più in generale, il loro corpo in situazioni più complicate.

Lo stimolo tattile dato dalla sabbia, inoltre, è molto significativo, permette al bimbo di percepire ancora di più il suo corpo ed i suoi piedini. Non ci sono controindicazioni al cammino sulla sabbia (o su altre superfici come il prato), a patto che il bimbo sia in grado di camminare in autonomia.

Mi spiego meglio: se un bimbo ha già acquisito il cammino autonomo, sarà libero di sperimentare a 360 gradi; se il piccolo ha 10-12 mesi e, in spiaggia, aggrappandosi al lettino, è capace di alzarsi in autonomia e, sostenendosi con gli arti superiori, spostarsi con il cosiddetto cammino costiero intorno al lettino, lo lasceremo fare, perché anche in questo caso sarà per lui un ottimo stimolo.

Al contrario, è importante non far camminare i bimbi che, a livello motorio, devono raggiungere queste tappe: se un bimbo non è in grado di raggiungere la stazione eretta, non è consigliato metterlo in piedi, tantomeno farlo camminare. Questo vale in generale, e a maggior ragione sulla spiaggia, terreno per lui molto più complicato da gestire”.

Camminare scalzi sulla sabbia

Piede piatto e scarpine: correlazione, cause e soluzione

Come sappiamo, i bambini, alla nascita, hanno i piedi piatti. L’arco plantare si sviluppa con il tempo, lentamente, nei primi anni di vita. Questa sua evoluzione che, nella maggioranza dei casi, avviene all’incirca nello stesso lasso di tempo, a volte si arresta. Quando questo avviene, i genitori cercano di capire quale sia la causa, se ci sia una correlazione con le scarpine indossate e quale sia la soluzione alla problematica.

“Questo argomento è molto ampio e richiederebbe un’accurata analisi – ci spiega la Mondinini – premettiamo che i bimbi alla nascita hanno tutti un piede piatto fisiologico. Il loro appoggio è infatti a tutta pianta, l’arco plantare si sviluppa con il passare degli anni. In molto casi, a 2-3 anni è ancora presente un certo grado di piattismo, intorno ai 7-8 anni, la situazione si stabilizza con il corretto appoggio plantare. Possiamo dire che, in letteratura scientifica, le principali cause che portano a questa problematica sono in realtà da attribuirsi all’obesità, a traumi e a caratteristiche intrinseche della persona, come un’eccessiva lassità legamentosa, ossia una maggiore elasticità di quelle strutture molli che aiutano a sostenere l’arco stesso e le articolazioni.

Sempre consultando gli ultimi studi fatti, possiamo sottolineare come persone che abbiano avuto, dall’infanzia, l’abitudine a stare scalzi, abbiano un arco plantare più accentuato rispetto agli altri.

Per pesto motivo, l’utilizzo di calzature nella primissima fase di apprendimento della stazione eretta e del cammino, sicuramente, non aiuta un naturale processo di sviluppo dell’arco plantare stesso.

Le conseguenze dell’utilizzo di calzature errate nei bimbi più grandi, e negli adolescenti, è oggetto di studio. Da fisioterapista posso dire che, spesso, l’utilizzo di calzature errate porta a conseguenze a livello delle articolazioni coinvolte nel cammino, non solo della caviglia, ma anche, della colonna vertebrale.

Il piede piatto ha quindi molteplici cause e fattori scatenanti, altrettanti sono i metodi per affrontare questo problema. Se ci concentriamo sui piccoli, possiamo sicuramente trovare beneficio nella fisioterapia e nel dettaglio nell’esecuzione di esercizi specifici, in grado di stimolare la muscolatura ed il sostegno dell’arco plantare”.

In realtà, anche per noi adulti, camminare a piedi nudi offre molti vantaggi. Soprattutto in estate, quando, complice il caldo, gambe e piedi gonfi sono all’ordine del giorno.