Il campanone centrale della Basilica di San Pietro ha battuto 99 rintocchi. È finito così il Pontificato di Jorge Mario Bergoglio, quell’uomo venuto dalla fine del mondo che aveva voluto legare il suo ministero alla figura del poverello di Assisi. E con la morte di Papa Francesco si chiudono anche i battenti della più grande delle quattro Basiliche papali, un evento inusuale nel corso dell’Anno Santo che invece quelle porte le aveva spalancate perfino – e per la prima volta – in un carcere. La pace, il dialogo, la sofferenza offerta per la pace nel mondo e il messaggio profondamente umano di Francesco sono racchiusi nelle sue ultime volontà, rese note insieme alle cause ufficiali della morte che sarebbero in parte slegate dal lungo ricovero che l’aveva trattenuto al Policlinico Gemelli di Roma per 38 giorni.
Il testamento di Papa Francesco
21 aprile, ore 7,35. Papa Francesco non c’è più. Ad annunciarne la scomparsa è stato il Cardinale Camerlengo Kevin Farrell, incaricato di leggere l’ultimo comunicato con il quale si dichiara ufficialmente la morte del Pontefice. Una scomparsa improvvisa, se si considera che il Santo Padre era ancora convalescente dopo le dimissioni dall’ospedale, ma che non è giunta di certo come inaspettata. Lui aveva preparato tutto, specificando perfino come avrebbe dovuto essere costruita la sua tomba, desiderata fuori dalle mura vaticane.
“Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura“, si legge nel testamento reso noto, che porta la data del 29 giugno 2022. “La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore“.
Un luogo simbolico, per lui, dove trovava rifugio dopo i viaggi internazionali e prima del ritorno a Casa Santa Marta dopo le dimissioni dall’ospedale. Qui ritrovava il calore dell’abbraccio Mariano che andava ricercando ogni volta che si sentiva smarrito o tutte le volte che ne aveva bisogno. Ed è proprio a questo luogo che aveva deciso di affidare le sue spoglie mortali: “Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni viaggio apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”.
“Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”. E ancora: “Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Monsignor Rolandas Makrickas”, specificava il Santo Padre, “Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.
Le cause della morte
Ictus cerebri, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile. Queste le cause della morte, dichiarate dal Professor Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano e accertate attraverso registrazione elettrocardiotanatografica. “Dichiaro che le cause della morte secondo la mia scienza e coscienza, sono quelle su indicate”, scrive ancora Arcangeli. Nel documento medico si legge inoltre che il Papa era affetto da insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica, bronchiectasie multiple, ipertensione arteriosa, diabete tipo II.
Nella mattinata del 22 aprile è inoltre resa nota la data certa dei funerali, che dovrebbe avvenire tra il 4° e il 6° giorno dalla morte del Vescovo di Roma Poi la sepoltura in Santa Maria Maggiore, quella dove Ignazio di Loyola – il fondatore della Compagnia di Gesù a cui il Santo Padre apparteneva – celebrò la prima Messa di Natale nel 1538. Ricordiamo che Papa Francesco è stato il primo Pontefice gesuita della storia della Chiesa Cattolica.