Caccia alle streghe: la storia della strage delle donne

Erano le amanti lascive del diavolo, quelle che provocavano grandi danni, che rubavano il latte e che cavalcavo caproni. Né sante, ne demoni, erano solo donne, temutissime o odiatissime

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

…piangere, filare, ingannare si dice sia proprio delle donne…

“Malleus maleficarum”, III parte, questione XV

Né sante, né puttane, ma solo donne. E questa è forse una colpa? Lo è per gli obsoleti concetti religiosi e morali, lo è come espediente del controllo sociale di soggetti considerati dai poteri forti come quelli più deboli. Le donne. Da criminalizzare, incolpare, salvo poi giustificare ogni azione in nome della legalità e della sicurezza. Ma poi di chi?

Di quei stessi poteri che vacillano quando la donna non rispetta il ruolo che le è stato affidato, quando non compie il suo dovere, quando non si limita a essere un oggetto, e un soggetto passivo, come qualcun altro ha deciso.

E così, quando non eravamo puttane, eravamo streghe. Lo eravamo per l’Inquisizione, lo eravamo per la bolla Ad extirpanda con la quale papa Innocenzo IV autorizzò la tortura degli eretici, una pratica estesa, poi, contro la stregoneria. La caccia alle streghe era iniziata.

La caccia alle streghe

La caccia alle streghe è stato forse uno dei capitoli più bui e feroci di tutta la nostra storia. Insieme a noi anche stregoni ed eretici, ma eravamo noi a manovrare tutto. Donne e streghe. Disgraziate, povere e analfabete, emarginate della società, magari ignare di stregoneria, riti occulti e incantesimi, di sabba e sortilegi.

Giovani fanciulle e donne adulte costrette alla cosiddetta ordalia dell’acqua. Legate e gettate in un fiume non potevano che pregare di affondare, perché se sarebbero restate a galla erano possedute dal demonio. E quello che le attendeva era forse peggiore della morte.

In conclusione, tutte queste cose provengono dalla concupiscenza carnale che in loro è insaziabile[…] non c’è da stupirsi se tra coloro che sono infetti dall’eresia delle streghe ci sono più donne che uomini […]E sia benedetto l’Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello!

“Malleus maleficarum”, I parte, questione VI.

I numeri

Tre secoli di caccia alle streghe hanno significato 60mila esecuzioni, a seguito dei 110mila processi celebrati dall’Inquisizione. L’80% dei condannati a morte erano donne. Erano guaritrici, erano nubili o vedove. Erano povere, o vecchie. Erano straniere, avevano una cattiva fama. In quei secoli buoi per una donna era molto facile essere identificata in una strega.

Il fervore cattolico, accompagnato e avvallato da quello sociale, non mirava solo a combattere le eresia ma anche a controllare le masse, a limitare la loro libertà, a dominarle. Le epidemie ricorrenti e disastrose si trasformavano in ammonimenti religiosi e minacce di punizione eterne: era dei peccatori, degli eretici e delle streghe la colpa.

Le donne, le streghe. Il male dell’umanità

La donna era il male dell’umanità. Era quella lussuriosa, quella soggiogata e attratta dal diavolo. Anche quando la lussuria riguardava un uomo, la colpa veniva sempre fatta ricadere sulla donna: erano le streghe ad avere il potere. Tra le accuse a loro rivolte, c’erano anche quelle di causare l’impotenza fra gli uomini, di provocare aborti e persino di far sparire i loro genitali.

Le donne avevano questo grande potere a seguito di un patto col diavolo. Erano accusate di crimini sessuali, di calamità naturali e di essere artefici della salute degli altri. E quando si univano, e si organizzavano, costituivano una vera e propria setta contro la religione.

Per farle confessare dovevano essere torturate. E lo facevano, perché andare a morte era meno tremendo di quel supplizio, una liberazione.

Noi giudici e assessori […]per avere la verità dalla tua stessa bocca […]dichiariamo e giudichiamo che nel tale giorno alla tale ora tu debba essere sottoposta a interrogatorio e tormenti […]sia spogliata da altre donne oneste e di buona reputazione; questo per il motivo che qualche stregoneria potrebbe essere cucita nei vestiti […] e se non vorrà confessare dia mandato ai ministri di legarlo (l’imputato) alla corda o agli altri strumenti [… ]in terzo luogo la cautela da osservare  […]riguarda la rasatura di ogni parte del corpo: per la stessa ragione per cui si tolgono gli abiti…

“Malleus maleficarum”, III parte, questione XIV.

Secondo lo storico e psichiatra Gregory Zilboorg, la caccia alle streghe fu la conseguenza di gravi casi di nevrosi e psicopatie di massa, lui che parlò di quei secoli come di un manicomio diffuso. Ma in realtà il fenomeno non partì dalla classe contadina e povera, anche se lì si sviluppò. Artefici della strage furono la Chiesa e lo Stato, e quel sadico Malleus maleficarum, probabilmente il testo più misogino mai scritto nella storia, che giustificava condanne, torture, assassini e atrocità, faceva il resto.

Donne, temutissime o odiatissime

Dal XIV al XVII secolo, dalla Spagna, alla Germania, passando per l’Italia e la Francia, fino all’Inghilterra, uno dei più grandi crimini ai danni delle donne veniva consumato. Anziane, giovani e bambine, povere e analfabete, torturate, annegate o mandate al rogo. Erano le amanti lascive del diavolo, quelle che provocavano grandi danni, che rubavano il latte e che cavalcavo caproni. Erano tutte donne, temutissime o odiatissime.

Per ogni mago o negromante, si trovano diecimila donne, per gli inganni del demonio, a causa della natura delle donne, perché le donne sono più crudeli, per la loro vanagloria, per la tendenza al peccato e per il loro amore e odio

Sono molti gli studiosi che nei secoli si sono interrogati sul perché erano soprattutto le donne a essere perseguitate e tormentate. Perché erano diventate le vittime dello Stato e della chiesa, le creature infernali e asservite al demonio? Secondo Alan Macfarlane nel suo Witchcraft in Tudor and Stuart England le donne divennero vittime di questo fenomeno perché si ribellavano al declassamento e all’esclusione sociale durante un periodo di grandi cambiamenti sociali.

Ma erano davvero una minaccia così grande per la società al punto tale da dover giustificare questo sterminio? La verità è che le donne erano, e sono, tante cose. Le uniche a comprendere e a scoprire i segreti della natura e della vita. Le donne, a quei tempi, curavano la popolazione, facevano nascere i bambini e li allevavano, erano anche in grado di creare delle “pozioni” con erbe officinali. Insomma, detenevano il potere.

E, in tutto questo non possiamo non considerare anche la visione della sessualità femminile in quell’epoca, che era appunto qualcosa di diabolico. Una concezione questa che, purtroppo, ha ancora degli strascichi nella cultura contemporanea. Una minaccia sociale, culturale e religiosa, come dimostrano anche tutte le leggi introdotte in Europa sul sesso, sul matrimonio, sull’adulterio e sulla procreazione.

Così ecco che la stregoneria divenne l’espediente più pratico e veloce per eliminare le donne scomode della società. Quelle anziane e sole, quelle libertine e che manifestavano la loro sessualità, quelle che praticavano l’aborto. Le stesse che venivano accusate dalle stesse famiglie e dalle comunità in cui vivevano.

E non potevano essere una minaccia. Doveva essere relegate al contesto matrimoniale e indirizzate ai fini procreativi. E così è stato quando la sua parte spaventosa è stata esorcizzata. Quando le streghe sono state cacciate, uccise e distrutte. Quando le donne sono state annientate.

caccia alle streghe
Fonte: Getty Images
Ducking Stool di Charles Stanley Reinhart, una strega torturata con la pratica dell’ordalia dell’acqua