L’artista e interior designer Angela Florio di DecorAzione torna a stupire e a emozionare alla Milano Design Week 2025 per il quinto anno consecutivo con Metropolitan Jungle, quest’anno insieme a a Francesca Paolucci con Do Your Garden.
La grande novità presentata al Fuorisalone 2025 sta nella sede in cui è esposta l’installazione di Angela Florio. Infatti, per la prima volta l’Istituto di Previdenza Sociale- INPS sfida l’immagine pubblica di una fredda burocrazia aprendo le porte della sede di via Circo 16, a un’idea davvero straordinaria, ricca di contributi e suggestioni sempre ispirati ai temi propri della art designer di DecorAzione: il dialogo armonioso tra l’arte, il design e la natura urbana, la sintesi di tecniche tradizionali con tecnologie all’avanguardia, la responsabilità ambientale.
Collaborano alla realizzazione di questa edizione di Metropolitan Jungle dal titolo “Fusione di Design, natura e Herbae Tintoriae”, artisti, designer e artigiani di Guido Toschi Marazzani Visconti, Mf Design e Thais Bernardes, con il consueto supporto di 5VIE.
Angela Florio ci ha raccontato l’ispirazione e la realizzazione di questa installazione, appuntamento imperdibile della Milano Design Week 2025.
Parliamo della tua installazione per il Fuorisalone, che quest’anno si svolge in una sede molto particolare: l’INPS. Come mai questa scelta?
In realtà, non è stata una nostra scelta. Ma è stata proprio l’INPS a proporsi al Circuito delle 5 Vie con cui collaboro da anni, con lo scopo di aprire le porte al pubblico con un’installazione. Hanno voluto dare spazio a un progetto artistico che parlasse alla cittadinanza in modo nuovo, e così è nato tutto. Me l’hanno proposto e io ho trovato fosse un’ottima occasione, anche perché proprio questo progetto di Metropolitan Jungle ha una visione quasi onirica dell’individuo all’interno della società.

Un’iniziativa inusuale per un ente pubblico…
Sì, ma molto significativa. È una nuova generazione di dirigenti che ha deciso di mettere a disposizione gli spazi gratuitamente, cosa rarissima nel contesto del Salone. Questo dimostra apertura, visione, e desiderio di connessione con il territorio. Per questo è un vero e proprio servizio nei confronti dei cittadini che hanno la possibilità di entrare in uno spazio, non solo per sbrigare delle pratiche.
Metropolitan Jungle gioca tra interno ed esterno: in che senso è uno spazio metafisico?Metafisico nel senso che interno ed esterno non sono definiti come siamo abituati a farlo. L’installazione è pensata come un percorso all’interno di un ufficio INPS, con la sua luce bianca, i suoi corridoi… anche se trasformato. In una delle stanze ci sono piante – che solitamente si trovano all’esterno ma qui sono poste in uno spazio interno – ed elementi naturali, un tavolo centrale con materiali da cui ricavare finiture naturali — come decotti di eucalipto o bucce di cipolla — per creare rivestimenti sostenibili. È una fusione tra natura, design e artigianato. È proprio il dialogo dell’elemento che dovrebbe entrare dentro la nostra quotidianità.
Questo si riflette anche nel titolo dell’edizione 2025 di Metropolitan Jungle, “Fusione di Design, natura e Herbae Tintoriae”. Puoi raccontarci di più?
Sì, il titolo racchiude l’essenza dell’installazione. Usiamo materiali quotidiani, spesso considerati scarti — come bucce, bacche, foglie — per mostrare che possono avere nuova vita. Per esempio con la buccia di cipolla si tingono di giallo i tessuti. È un atto di rispetto verso la natura e un’alternativa al consumismo.
Anche i tuoi paraventi seguono questa filosofia?
Esattamente. Sono pensati per esterni, per abbellire balconi o terrazze, creando una barriera visiva leggera e poetica. Ogni paravento ha anche la sagoma di un animale — una scimmia, un giaguaro — che introduce un elemento onirico, come se ti trovassi in una giungla urbana.

Tutto questo sembra perfettamente allineato con il tema del Fuorisalone 2025, “Mondi Connessi”…
Assolutamente. La mia installazione è un invito a connettere Occidente e Oriente, città e natura, visibile e invisibile. Anche il tema delle 5 Vie, “Visibili Invisibili”, mi è molto caro: la natura è sotto i nostri occhi, ma spesso la ignoriamo. Eppure, anche una pianta secca può diventare materia viva, rinascere in un’altra forma. È una metamorfosi.
Una filosofia che porti anche oltre il Fuorisalone, nel tuo marchio “DecorAzione”, giusto?
Sì, DecorAzione è il mio progetto, dove “decorazione” è movimento e trasformazione. Il mio lavoro è influenzato da molte dimensioni, anche dalla fisica quantistica. È un approccio che cerca sempre nuovi linguaggi attraverso ciò che ci circonda.