Oltre Marty McFly: la storia di Michael J. Fox

È stato un viaggiatore nel tempo, un soldato dell'esercito e un dottore in carriera. È stato un attore talentuoso, ma soprattutto un uomo straordinario

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Parlare di Michael J. Fox ci riporta inevitabilmente lì, tra le atmosfere di quel Ritorno al Futuro capitanato da Marty McFly e dal dottor Emmett Brown (Christopher Lloyd). Proprio loro, che insieme, hanno fatto sognare un’intera generazione con un cult che resterà per sempre impresso nella storia del cinema.

Ma a rendere una pellicola indimenticabile, lo sappiamo, non è solo la trama sensazione di un film, come quella che ha caratterizzato senza alcun dubbio Ritorno al futuro, ma anche e soprattutto il talento e il carisma dei suoi protagonisti. E in questo, Michael J. Fox, non ci ha mai fatto dubitare.

Lui che è stato un idolo per le teenagers di tutto il mondo, sempre lui che è stato capace di trasformarsi in un viaggiatore nel tempo e in un soldato dell’esercito statunitense, e poi, ancora, in un dottore in carriera. Ma dietro a Marty McFly, e agli altri personaggi che gli sono stati cuciti addosso come una seconda pelle, c’è un uomo straordinario che vale la pena conoscere.

Michael J. Fox, biografia di un attore

La storia di Michael J. Fox inizia il 9 giugno del 1961, a Edmonton. Nato all’anagrafe Michael Andrew Fox, è considerato uno dei più celebri attori statunitensi, merito sopratutto all’interpretazione di Marty McFly nella fortunata trilogia di Ritorno al futuro. Durante la sua carriera ha vinto quattro Golden Globe, due Screen Actors Guild Awards e cinque Emmy Awards.

La sua infanzia è caratterizzata da numerosi spostamenti a causa del lavoro del padre. William Fox, infatti, è un agente di polizia e membro delle Forze Armate Canadesi. Nonostante questo, però, Michael coltiva la passione per la recitazione che fa capolino nella sua vita prestissimo. A 15 anni, infatti, è già il volto di punta di una serie televisiva canadese, Leo and me. Più gli anni passano, più i dubbi sul suo futuro svaniscono: Michael vuole diventare un attore e a 18 anni si trasferisce a Los Angeles per coronare il suo sogno.

Viene notato subito dal produttore televisivo Ronald Shedlo che lo porta sul set della pellicola Letters from Frank. È in quell’occasione che sceglie di aggiungere la J tra il nome e il cognome per differenziarsi da un omonimo attore statunitense presente nella lista degli Screen Actors Guild.

Negli anni ’80 viene conosciuto dal vasto pubblico del piccolo schermo grazie alla serie televisiva Casa Keaton che si rivela un successo, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia. Arrivano così le prime grandi opportunità che lo portano a diventare una star del cinema.

Michael J. Fox esordisce nella pellicola Follia di Mezzanotte che però rivela quasi un flop. Nel 1985, però, viene scelto da Robert Zemeckis per interpretare Marty McFly in Ritorno al Futuro. Il film, che in poco tempo riscuote un successo mondiale, lancia in maniera definita l’attore Michael J. Fox.

Magistrali le sue interpretazioni successive in film come Voglia di Vincere e il Segreto del mio successo. Anche se gli vengono assegnati soprattutto ruoli comici, Michael J. Fox si dimostra un attore abile e versatile come succede nel film Vittime di Guerra.

Nel 1991, però, durante le riprese del film Doc Hollywood, si rende conto che c’è qualcosa che non va. Le sue dita iniziano a tremare senza controllo: Michael ha la malattia di Parkinson.

Michael J. Fox in una scena del Ritorno al futuro
Fonte: Getty Images
Michael J. Fox in una scena del Ritorno al futuro

Il Parkinson e il ritiro dalle scene

Michael J. Fox continua a recitare in altri film come Sospesi nel tempo e Mars Attacks!. Nel 1998, però, decide di rendere pubblico ciò che gli sta accadendo e nel 2000 si vede costretto ad abbandonare anche la sit com Spin City a causa di un peggioramento della malattia.

Anche se non ha più potuto prendere parti a grandi pellicole, non ha mai lasciato del tutto il mondo dello spettacolo, comparendo sporadicamente in veste di guest-star in famose serie televisive americane.

Con il ritiro dalle scene, Michael J. Fox decide di dedicare la sua vita alla ricerca fondando la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research. Sostiene la ricerca raccogliendo fondi con la speranza di trovare una cura, un giorno, per tutte le persone che soffrono della malattia di Parkinson.

Grazie al suo attivismo è diventato un punto di riferimento per tutte le persone che soffrono della medesima malattia e non solo, è grazie al suo lavoro che l’Istituto Nazionale americano per la Salute decide di stanziare oltre 80 milioni di dollari per finanziare le ricerche sul Parkinson in tutto il Paese.

Michael J. Fox è anche l’autore del libro Lucky Man, Un Uomo fortunato, nel quale ha raccontato in prima persona tutto ciò che la malattia gli ha tolto, ma anche quello che gli ha dato. Perché per lui il Parkinson non è mai stato un mostro da demonizzare.

In questi anni l’attore si è raccontato in maniera generosa in più occasioni, con la speranza che la sua storia potesse essere d’aiuto a tutti quelli che condividono la sua stessa malattia. In un’intervista concessa a Dotson Rader di PARADE ha ammesso che ogni giorno è per lui una piccola sfida, che riesce sempre a vincere grazie al sostegno della moglie e dei figli.

Michael J. Fox è sposato con l’attrice Tracy Pollan dal 1988 e insieme hanno avuto quattro figli. Vivono a New York, in in Fifth Avenue, e trascorrono le loro giornate in tranquillità. “Spesso vado a passeggiare in Central Park, e va tutto bene. Ma quando sono sul divano il braccio sinistro inizia a tremare e il corpo si muove, improvvisamente. I segni sono dolorosamente evidenti, ma li ignoro”, ha dichiarato l’attore.

“A volte mi dà fastidio quando non riesco a fare quello che voglio, ma non fa niente. E no, non mi interessa di ciò che la gente può pensare”. ha raccontato l’attore a PARADE dimostrando ancora una volta un sentimento di accettazione accompagnato da una forza che può e deve diventare un esempio per tutti.

In più occasioni ha dichiarato che non è spaventato dalla malattia, né tanto meno dal futuro. Soprattutto perché al suo fianco c’è la famiglia.

 Il Parkinson mi ha salvato la vita. Prima vivevo a 100 all’ora e bevevo, ora mi sono avvicinato alla famiglia

Michael J. Fox oggi
Fonte: Getty Images
Michael J. Fox al New York Comic Con