Francesca Laura Morvillo, l’impegno in magistratura e l’amore per Giovanni

Ha sostenuto la battaglia di suo marito contro la mafia e ha lottato, in parallelo, per difendere i minori e i più deboli

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Redazione

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Giovanni amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca.

Poche parole, ma intense, vere e autentiche come l’amore che caratterizzava il legame tra Francesca Morvillo e suo marito Giovanni, scritte in quel bigliettino ritrovato anni dopo, mai letto ad alta voce. Perché quel maledetto giorno, nella strage di Capaci, non fu messa la parola fine solo ai singoli individui, ma anche all’amore.

Lei, che è spesso ricordata come la moglie di Giovanni Falcone, è stata una donna fortissima, una combattente e un magistrato, esattamente come suo marito. Ed è con lui che ha condiviso gli ideali, la vita e lo stesso tragico destino quel 23 maggio del 1992, dove ha perso la vita insieme a Falcone e agli uomini della scorta (Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani).

Nata il 14 dicembre del 1945 a Palermo, Francesca Laura Morvillo ha manifestato da subito uno spiccato interesse verso la giurisprudenza, complice il lavoro di suo padre, già sostituito procuratore. Così il 10 marzo del 1971, dopo una carriera scolastica brillante, Francesca è stata una delle prime donne siciliane a entrare in magistratura diventando giudice del Tribunale di Agrigento. Pochi anni dopo fu nominata sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale a Palermo e fu lì che conobbe Giovanni Falcone alcuni anni dopo.

I due si innamorano perdutamente e iniziarono a condividere la vita e anche il lavoro, sostenendosi reciprocamente nonostante i sacrifici che le loro professioni richiedevano. Si sposarono con una cerimonia segreta nel maggio del 1986 e scelsero di non avere figli perché, come le disse Giovanni Falcone un giorno, non si fanno orfani, si fanno figli.

Consapevole dei rischi che correva accanto al giudice Falcone ha sempre incoraggiato il marito nella lotta alla mafia, portando avanti in parallelo le sue grandi battaglie nei confronti dei minori. La Morvillo ha sostenuto e combattuto per tutta la vita per la parità dei diritti fondando la sua intera vita professionale al servizio dei più deboli. Alla memoria del magistrato è stato dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, e una medaglia d’oro al valore civile: “sacrificava la propria esistenza vissuta coniugando ai forti sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia”.

Francesca Laura Morvillo è stata la prima e unica giudice donna ad aver perso la vita per mano della mafia. Quel tragico 23 maggio, dopo l’attentato, la donna fu trasportata all’ospedale per gravi lesioni e perse la vita intorno alle 23. Le sue ultime parole furono per il suo Giovanni.

Francesca Morvillo e Giovanni Falcone
Fonte: ANSA
Francesca Morvillo e Giovanni Falcone