Pasta: cottura passiva e alternative per risparmiare energia

In occasione del World pasta Day, che si festeggia ogni anno il 25 ottobre, i suggerimenti svelati dagli esperti sull’alimento più amato dagli italiani

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Un piatto di pasta sostenibile

Lo sapevi che se metti il coperchio quando porti a bollore l’acqua della pasta puoi risparmiare energia sufficiente a ricaricare il tuo smartphone per 2-3 volte? Che diventano 5 e più se cuoci la pasta con la quantità di acqua “giusta”? Piccoli accorgimenti che, se fossero seguiti ogni volta da tutti gli italiani che in un anno preparano gli spaghetti, permetterebbero di risparmiare almeno 350milioni di chilowattora, sufficienti a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga.

A rivelarlo è uno studio promosso da Unione Italiana Food, presentato in occasione della scorsa Giornata Mondiale dell’Ambiente, che ha calcolato per la prima volta l’impatto ambientale della cottura della pasta analizzando consumi di energia, emissioni di CO2 e utilizzo di acqua.

Secondo Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani, “Con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, meno di 1m2 globale a porzione e appena 150 grammi di CO2 equivalente, la pasta è il prototipo dell’alimento green. Ma possiamo fare ancora meglio, con poco, perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende ben il 38% del totale della sua impronta carbonica. Abbiamo scelto di indagare scientificamente la cottura della pasta per trasferire consapevolezza sull’impatto economico e ambientale di gesti che compiamo quotidianamente. Uno sforzo minimo ci aiuterebbe a raggiungere un risultato importante e dall’Italia, depositaria della cultura della pasta al dente, può partire una vera e propria rivoluzione culturale”.

Ecco, dunque, tre piccoli accorgimenti alla portata di tutti da mettere subito in pratica per contribuire al risparmio energetico.

Coperchio sì o no?

La pentola andrebbe sempre coperta per accelerare il bollore dell’acqua. Questa abitudine, oltre a far risparmiare tempo, consente di diminuire fino al 6% energia ed emissioni di CO2 equivalente (CO2e). 

Al contrario, quando si butta la pasta il coperchio andrebbe sempre tolto, perché la pasta si cuoce scoperta, a meno che non la stiamo facendo in pentola a pressione o con cottura passiva.

Qual è la giusta quantità di acqua per cuocere la pasta

Le nostre nonne dicevano che per ogni etto di pasta serve un litro d’acqua. Una regola matematica utile per far sì che la pasta cuocia in modo omogeneo senza attaccarsi e con un perfetto grado di salatura. 

Tuttavia, oggi la qualità della pasta è più alta di 40 o 50 anni fa e rilascia meno amido in cottura: questo consente di cuocere il nostro etto di pasta in 0,7 litri di acqua, o anche meno se stiamo preparando una one-pot pasta, dove la pasta viene cotta a risotto assieme al suo condimento. Questo metodo concentrerà l’amido e renderà più facile legare con il condimento. 

Usando meno acqua si tagliano del 13% i consumi di energia e le emissioni di CO2e. La pasta resta buona, e si risparmia pure il 30% di acqua.

Cottura passiva

Altro metodo green che permette di risparmiare gas ed energia è la cottura passiva, nota anche come cottura a fuoco spento: una tecnica che esiste da metà dell’800 già suggerita dal premio Nobel Giorgio Parisi e condivisa da diversi chef, tra i quali Davide Oldani chef del Ristorante D’O, 2 Stelle Michelin (e la Stella Verde Michelin, per l’impegno nella cucina sostenibile). Con questo metodo, la pasta cuoce a fuoco acceso solo per 2-4 minuti da quando l’acqua riprende il bollore. Poi si spegne il fornello e si copre la casseruola con il coperchio per limitare la dispersione del calore, lasciando la pasta in infusione nell’acqua per il restante tempo indicato sulla confezione. In questo modo l’acqua sarà stata assorbita. 

Un cambiamento troppo radicale? In realtà, la usavano anche le nonne per cuocere la pastina per la minestra. E oggi è consigliata per finire la cottura dei formati più grossi, come conchiglioni, fusilloni e paccheri per evitare che si rompano o perdano la forma. In questo caso, basta spegnere il fuoco qualche minuto prima del tempo di cottura consigliato e concludere la cottura a fuoco spento e pentola coperta. Con la cottura passiva il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%!

Per risparmiare tempo e risorse, ricorda infine di non mettere mai il sale prima che l’acqua inizi a bollire, poiché si rallenterebbe il processo di ebollizione.

Una volta scolata, utilizzare l’acqua di cottura per innaffiare le piante in balcone evita di sprecare nuove risorse idriche.