Dieta da seguire per i disturbi della tiroide

Chi ha problemi alla tiroide presenta squilibri metabolici e del peso. Ecco come tenerli sotto controllo con la dieta e con gli alimenti giusti

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Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

La tiroide è una ghiandola presente all’altezza del collo, che è coinvolta in numerosi processi fisiologici mediante i suoi ormoni tiroidei T3 e T4. Seguendo un alimentazione equilibrata, che includa cibi ricchi di iodio e selenio, si può mantenere il benessere della ghiandola e più in generale dell’intero organismo. Chi soffre di di problemi alla tiroide, inoltre, dovrebbe seguire una dieta particolare per tenere sotto controllo il proprio peso ed evitare aumenti o cali troppo repentini. Con questo articolo sarà possibile scoprire tutte le informazioni più utili per la salute della tiroide.

Che funzione ha la tiroide?

La tiroide è una ghiandola endocrina con una tipica forma di farfalla, che è situata nel collo appena sotto la cartilagine tiroidea (il cosiddetto pomo d’Adamo. più visibile negli uomini rispetto alle donne). Essendo una ghiandola endocrina, la tiroide, produce gli ormoni tiroidei che rilascia poi nel circolo sistemico. Gli ormoni tiroidei sono due molecole che vengono prodotte dalla tiroide, è sono rispettivamente la tetra-iodotironina o tiroxina (T4) e la tri-iodotironina (T3). Questi ormoni sono aggregati a base di tirosina, che contengono rispettivamente 4 0 3 atomi di iodio.

Questo è il motivo per il quale è importantissima l’assunzione di alimenti ricchi di iodio per la formazione e secrezione degli ormoni tiroidei. Tra le loro funzioni principali c’è quella di regolare il metabolismo e altre funzioni fondamentali per il corpo umano. Gli ormoni tiroidei regolano, infatti, anche il battito cardiaco, la temperatura corporea e il modo con cui l’organismo utilizza e consuma le sostanze nutritive. Nei bambini, gli ormoni provenienti dalla ghiandola tiroidea intervengono anche nello sviluppo fisico e psichico, e la loro carenza determina un grave deficit sia nella statura, sia cognitivi. Per questa ragione, durante le fasi dell’infanzia, ma anche durante la gravidanza o l’allattamento, è necessario provvedere all’aumento del fabbisogno di iodio introdotto attraverso gli alimenti o attraverso integratori e formulazioni specifiche.

Quali sono le patologie che interessano la tiroide?

La tiroide può esser colpita da diversi tipi di disturbi che vanno a influenzare il suo funzionamento e la sua produzione di ormoni tiroidei. Può funzionare più del normale e in questo caso si parla di ipertiroidismo (con aumento degli ormoni) o meno del normale e parlare quindi di ipotiroidismo (con bassi livelli di ormoni tiroidei prodotti) e in entrambi i casi si possono avere disturbi importanti che riguardano tutto l’organismo.

I sintomi dell’ipotiroidismo

L’ipotiroidismo si manifesta con segni aspecifici per cui spesso è difficile diagnosticarlo e spesso può variare da soggetto a soggetto. I sintomi più comuni sono:

  • stanchezza e astenia, che spesso arrivano persino a impedire le attività della vita quotidiana;
  • tendenza ad aumentare di peso o a non perdere peso durante un trattamento dietetico;
  • aumento dell’indebolimento a livello muscolare;
  • sonnolenza;
  • intolleranza al freddo;
  • predisposizione alla stipsi.

I sintomi dell’ipertiroidismo

L’aumento della produzione di ormoni tiroidei legato all’ipertiroidismo causa un’accelerazione delle funzioni vitali dell’organismo e una serie di sintomi tra i quali ritroviamo:

  • nervosismo, ansia e stress;
  • perdita di peso ingiustificata;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • insonnia e sonno disturbato;
  • fini tremori alle mani;
  • rigonfiamento visibile della ghiandola tiroidea.

Se alla base dell’ipertiroidismo c’è il morbo di Basedow–Graves, possono comparire nel 20% dei pazienti anche disturbi a carico degli occhi, come:

  • occhi sporgenti (esoftalmo);
  • diplopia (visione doppia);
  • eccessiva lacrimazione e talvolta rossore oculare.

Altre patologie tiroidee

Un’altra patologia tiroidea molto diffusa è il gozzo (aumento di volume della tiroide) che può essere diffuso o di tipo nodulare. Fortunatamente nel 90 per cento dei noduli tiroidei si tratta di formazioni benigne e meno del 10 per cento riguarda formazioni maligne: in tal caso si parla più propriamente di cancro tiroideo. Molto spesso di sente parlare anche di gozzo endemico (quando cioè interessa più del 10% della popolazione di una determinata area geografica). Il gozzo endemico è legato alla carenza di iodio, che rappresenta un elemento chiave per la corretta sintesi degli ormoni tiroidei. Ci sono determinate nazioni, come quelle del nord Europa (Svezia e Norvegia) oppure la Germania, che presentano un’apporto di iodio molto basso all’interno della propria alimentazione (dati del report 2020 del Iodine Global Network). Al contrario, l’Italia grazie a provvedimenti presi in passato sulla iodioprofilassi (Legge n.55 del 2005), è riuscita a raggiungere una condizione di iodosufficienza. Il tutto è avvenuto grazie a un’attenta azione di monitoraggio realizzata dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI.

Anche la tiroidite di Hashimoto fa parte delle patologie che possono colpire la tiroide, ma in questo caso si tratta di una condizione di tipo infiammatorio e multifattoriale, che può compromettere comunque la funzionalità della ghiandola e dei suoi ormoni.

Alimentazione per un tiroide in salute

La tiroide, quindi, svolge un’importante funzione nell’organismo, producendo un ormoni che regolano il metabolismo osseo, glucidico e lipidico. Un eccesso (ipertiroidismo) oppure una diminuzione (ipotiroidismo) di questi ormoni può provocare degli squilibri che possono avere conseguenze molto gravi. Solitamente a causare le malattie della tiroide è una carenza di iodio. Quest’ultimo si assume esclusivamente tramite l’alimentazione, che dovrebbe essere ricca di questo micronutriente. La dietoterapia dunque può aiutarci a tenere sotto controllo il peso e a sentirci meglio se soffriamo di patologie della tiroide.

Iodio

Portate a tavola alimenti di origine animale (come pesci e crostacei) e di origine vegetale (come le alghe), rappresenta un’ottima scelta per integrare lo iodio nella propria alimentazione. Bisogna seguire piani alimentari che siano ricchi di lenticchie, ma che contengano anche le noci, i pistacchi, le nocciole, il cocco, le mele, l’ananas e il mango, che consentono di raggiungere il fabbisogno giornaliero per questa sostanza, pari a 150 microgrammi. Il fabbisogno di una donna in gravidanza e in allattamento è pari a 250 microgrammi al giorno (per assicurare un normale sviluppo del bambino). Infatti, se l’assunzione di iodio è di fondamentale importanza per tutte le fasce d’età, lo è ancora di più per le donne in gravidanza, in allattamento e per i bambini con meno di 3 anni. Per queste categorie, una carenza esacerbata di iodio porta a danni irreversibili del cervello e del sistema nervoso centrale e, di conseguenza, ad un ritardo mentale permanente per il bambino.  Per questo motivo in questi gruppi di soggetti si predilige un’alimentazione specifica, anche con alimenti fortificati a base di iodio (come il sale iodato).

Quali sono gli alimenti più ricchi di iodio?

Gli alimenti che presentano quantitativi elevati di iodio al loro interno, sono sicuramente i pesci di mare e i crostacei, ma anche le uova, il latte e alcuni vegetali come le alghe. Di seguito è riportata una tabella con i principali alimenti ricchi in iodio:

Alimenti Quantità di iodio
Pesce marino 1220 μg/kg, fino a 2.5 mg/kg
Molluschi 798 μg/kg, fino a 1.6 mg/kg
Alghe marine 20-8000 mg/kg se essiccate
Sale marino 1.4 mg/kg
Latte di mucca 50-200 μg/L
Uova 70-90 μg/kg
Frumento e cereali 47 μg/kg (dipende dal terreno)
Pesce d’acqua dolce 30 μg/kg
Carne 50 μg/kg
Frutta 18 μg/kg
Legumi 30 μg/kg
Verdura 29 μg/kg

Secondo i nutrizionisti, la maggior parte della popolazione non riesce a introdurre sufficienti quantità di iodio all’interno della propria alimentazione, soprattutto per un basso consumo di pesce fresco durante i propri regimi dietetici. Il dislike verso il pesce, il suo costo apparentemente più elevato e le metodiche di preparazioni più complesse, tengono la popolazione sempre più lontano da un alimento gustoso e salutare.

Per questo motivo, si consiglia di consumare sale iodato al posto del normale sale da cucina. Si tratta semplicemente di comune sale da cucina a cui sono stati aggiunti dei sali di iodio. L’aspetto è lo stesso e non presenta odori o sapori particolari, né altera quello dei cibi a cui viene aggiunto. Ogni grammo di sale iodato che si aggiunge agli alimenti fornisce circa 30 microgrammi di iodio in più all’interno dell’alimentazione.

Selenio

Il fabbisogno giornaliero di selenio per gli adulti è di 50‐55 microgrammi al giorno, mentre le dosi consigliate durante la gravidanza e l’allattamento sono di 65‐75 mcg al giorno. Per fare il pieno di selenio, un’altra sostanza importante per la tiroide, bisogna scegliere carne, pesce e cereali. Le fonti più importanti di selenio sono il grano, le farine, la soia, seguiti da carne come il manzo e dalle frattaglie. Tra i pesci spiccano il merluzzo, e il tonno, ma anche frutti di mare, uova e latticini possono contribuire all’in-take di selenio. Esistono in commercio anche prodotti vegetali addizionati di selenio, che permettono di raggiungere i giusti livelli del micronutriente. Nel gruppo dei cereali, che sono tra i più consumati durante la settimana, quelli più ricchi di selenio sono:

Alimento Quantità di selenio
Mais 15,5
Riso parboiled crudo 14,0
Riso brillato crudo 10,0
Crusca di frumento 4,3
Riso brillato, cotto 4,0
Germe di frumento 3,9
Frumento duro 3,8
Pasta di semola cruda 2,7
Farina di frumento duro 2,3
Cornflakes 2,0
Mais dolce 0,7

Evitare alcuni alimenti

Se si hanno problemi alla tiroide, e in particolare di ipotiroidismo, andrebbero limitate invece la soia, le fragole, la rucola, il cavolo, il cavolfiore, i cavoletti di Bruxelles, gli spinaci e gli arachidi. Il famoso gruppo delle “Crocifere” può infatti interferire con la funzione tiroidea, attraverso la presenza di glucosinolati, isotiocianati e isocianati, tra i quali spicca la goitrina. Questa molecola può interferire con i processi di concentrazione dello iodio a livello tiroideo e quindi influenzare in modo indiretto anche la produzione di ormoni tiroidei. Fortunatamente l’azione gozzigena di molti di questi composti viene quasi completamente eliminata con la cottura. Soggetti che soffrono di insufficienza tiroidea dovrebbero fare attenzione al consumo eccessivo di broccoli, evitando di mangiarli crudi e avendo sempre cura di cuocerli per almeno 8-10 minuti. Queste indicazioni valgono in particolar modo per i soggetti che soffrono di quadri di ipotiroidismo.

Bisogna eliminare, o almeno ridurre, il consumo di alcol, caffè e latte, mentre per quanto riguarda i condimenti preferire il limone, l’aceto, gli aromi e le spezie. Se durante la giornata si avvertono i morsi della fame, è possibile gustare carote, finocchi e sedano, accompagnati ovviamente dall’acqua naturale, indispensabile per il benessere dell’organismo o da gustose tisane.

Quali esami fare per monitorare la tiroide?

Gli esami che possono essere richiesti dal medico per tenere sotto controllo la salute e la funzionalità della ghiandola tiroidea sono di due tipi. Da una parte abbiamo gli esami del sangue che danno informazioni sulla produzione di ormoni e sulla funzionalità generale della tiroide:

  • TSH: è l’esame principale dello screening. Se il TSH è alto vuol dire che la tiroide funziona poco; se è basso, è possibile che la tiroide funzioni troppo, vanno comunque completati gli esami, dosando anche gli ormoni tiroidei (riportati di seguito).
  • FT4: è il principale ormone prodotto dalla tiroide e ne viene dosata la frazione libera nel sangue.
  • FT3: è l’altro ormone tiroideo prodotto dalla ghiandola, ma anche derivante dalla trasformazione della T4 negli organi periferici.

C’è poi anche l’ecografia tiroidea che rivela come è fatta la tiroide ed evidenzia se la tiroide è ingrossata e se presenta noduli.

 

Fonti bibliografiche