Meno sale, ma iodato: tutto quello che c’è da sapere su questo alimento

Lo iodio interviene positivamente sulla tiroide, stimolando il metabolismo e aiutando a bruciare il grasso in eccesso

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Il sale iodato, sia “fino” che “grosso”, è un comune sale da cucina al quale è stato aggiunto iodio sotto forma di ioduro e/o iodato di potassio, in quantità adeguata alla copertura dei fabbisogni di iodio. 

Perché lo iodio fa bene

Questo minerale contribuisce allo sviluppo e al funzionamento della ghiandola tiroidea. Ha un ruolo importante nel regolare la produzione di energia dell’organismo; favorisce la crescita e lo sviluppo, stimolando il metabolismo basale e aiutando l’organismo a bruciare il grasso in eccesso. L’acutezza mentale, la parola, la condizione di capelli, unghie, pelle e denti dipendono dal buon funzionamento della tiroide. Il corpo umano, normalmente, ne contiene dai 20 ai 50 mg. 

L’importanza del suo consumo

Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi nel corso degli ultimi decenni, la carenza di iodio rimane però un problema significativo per la salute in tutto il mondo. La fortificazione del sale con lo iodio rappresenta una strategia efficace e poco costosa per prevenire i disturbi da carenza e poiché in Italia i livelli di assunzione di iodio sono insufficienti e un discreto numero di persone soffre di gozzo, le autorità sanitarie hanno scelto il sale come veicolo per aumentare la quantità di iodio della dieta. Per questo motivo, il Ministero della salute ha promosso la legge n. 55 del 21 Marzo 2005 concernente “Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica” al fine di migliorare gli interventi di sanità pubblica in tema di carenza iodica. 

Chi dovrebbe consumarlo

Il sale iodato ha lo stesso sapore e le stesse caratteristiche del sale comune e può e deve essere utilizzato – come consigliano gli esperti del Ministero della Salute – in tutte le età e in tutte le condizioni fisiologiche in sostituzione del sale normale, fatto salvo che il consumo di sale andrebbe ridotto drasticamente. Tutti possono far uso di sale arricchito di iodio poiché le quantità di iodio così assunte saranno sempre molto inferiori ai valori che possono determinare effetti negativi. Soltanto nel caso di specifiche patologie della tiroide (ipertiroidismo, forme tumorali, noduli, tiroiditi) è bene chiedere il parere di un medico, ma anche in questo caso non è raccomandato decidere da soli. 

Dove si acquista

Per legge, il sale iodato deve essere disponibile in tutti i punti vendita di generi alimentari. Purtroppo, però – come si legge sulle Linee guida per una sana alimentazione (revisione 2018) – l’Italia è tra i Paesi d’Europa in cui il livello di diffusione del sale iodato è il più basso. Le statistiche di vendita, infatti, ci dicono che solo poco più della metà (55% nel 2013) del sale venduto nei supermercati è iodato mentre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità questa quota dovrebbe essere del 95%. A questo proposito va detto che esistono anche strumenti normativi che disciplinano la vendita di sale iodato e sale comune: le due tipologie di sale devono essere sempre disponibili contemporaneamente, ma il sale comune dovrebbe essere fornito solo su specifica richiesta del consumatore. Inoltre, i punti vendita dovrebbero apporre locandine informative alla popolazione sugli effetti della iodoprofilassi.

Al supermercato, dunque, scegliamo il sale iodato al posto delle altre tipologie, facendo attenzione a non confonderlo con il “sale marino” o il “sale integrale” o altri sali, poiché il loro contenuto di iodio è trascurabile. Questo non significa però abusarne: la necessità di aumentare il consumo di iodio non deve essere tradotta in un’aumentata assunzione di sale, bensì nella raccomandazione “meno sale, ma iodato”.