Cistografia: a cosa serve e come funziona

La cistografia è un esame radiologico che utilizza un mezzo di contrasto per visualizzare e valutare la struttura e la funzionalità della vescica urinaria

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

La cistografia è un esame radiologico della vescica e dell’uretra che può essere eseguito quando viene effettuata l’urografia (esame radiologico con mezzo di contrasto che permette lo studio di reni, ureteri e vescica). La funzione della cistografia è quella di studiare la funzionalità e la morfologia delle basse vie urinarie (vescica e uretra), con radiografie eseguite dopo somministrazione di un mezzo di contrasto. Se quest’ultimo viene iniettato per via endovenosa si parla di cistografia diretta, se viene iniettato tramite catetere introdotto in uretra si parla di cistouretrografia minzionale retrograda.

A prescindere dalla tecnica adottata, l’esame permette al radiologo di controllare il riempimento e lo svuotamento della vescica. Permette di individuare calcoli, diverticoli, neoplasie, malformazioni e disturbi della minzione, altrimenti non rilevabili con un esame radiologico senza mezzo di contrasto.

L’esame della cistografia dura in media 30 minuti e non ha controindicazioni particolari. Viene prescritto infatti se il medico sospetta un problema all’uretra o alla vescica.

Che cos’è la cistografia

La cistografia è un esame che permette di analizzare la funzionalità e la morfologia della vescica e dell’uretra, permettendo di localizzare tumori, polipi, calcoli oltre a eventuali malformazioni associate a reflusso vescico-ureterale, tramite delle radiografie effettuate con un mezzo di contrasto. Solitamente l’esame non è doloroso o pericoloso, ma solo leggermente fastidioso in fase di inserimento del catetere (soprattutto per gli uomini), non necessita di sedazione e non provoca particolari effetti collaterali.

La cistografia tuttavia è controindicata in caso di infezione urinaria e non viene eseguita in gravidanza. Inoltre, nel caso di allergie, il paziente deve avvertire il medico prima di sottoporsi all’esame. In tal caso, infatti, possono manifestarsi alcuni disturbi lievi (nausea e prurito) o moderati (vomito profuso, orticaria diffusa, edema facciale e broncospasmo) in seguito alla somministrazione del mezzo di contrasto.

A cosa serve la cistografia

L’esame viene prescritto quando il medico deve indagare la presenza di alcune patologie dell’apparato escretore, fra le quali l’incontinenza urinaria (da sforzo, post-chirurgica o da urgenza), il reflusso vescico-ureterale, la presenza di diverticoli, polipi o carcinomi a livello della vescica e difficoltà di minzione non specificate. Negli uomini la cistografia è utile per approfondire i disturbi associati alle affezioni prostatiche, ovvero in caso di ritardi e difficoltà nell’espulsione dell’urina o un’incompleta evacuazione della vescica legati all’età (adenoma prostatico).

La cistografia prevede l’utilizzo di una minore quantità di radiazioni rispetto ad un esame TAC, che tuttavia rimane un esame più sensibile in caso di diagnosi dei tumori. Cistografia può essere preferibile in determinate situazioni, specialmente in pazienti sensibili alla radiazione o quando è necessario ridurre l’esposizione ai raggi X, ad esempio durante la gravidanza.

Come si svolge la cistografia

La cistografia è un esame svolto dal radiologo: vengono introdotti circa 250cc. di mezzo di contrasto iodato attraverso un catetere posto in vescica da un infermiere. Terminato l’esame il catetere viene rimosso per eseguire ulteriori radiografie durante la minzione e l’operatore registra una serie di immagini (la quantità dipende da cosa il medico vuole indagare).

La cistografia, come già detto, può essere effettuata con due modalità di iniezione del mezzo di contrasto:

  • endovena, che offre una visione d’insieme delle vie urinarie e della funzionalità renale, i reni lo rilevano e lo eliminano per via urinaria;
  • tramite catetere introdotto nell’uretra (cistouretrografia minzionale retrograda) per opacizzarla insieme alla vescica.

Che venga utilizzata una tecnica piuttosto che l’altra. il medico radiologo esegue l’esame sotto guida radioscopica e procede con alcune radiografie prima e durante la somministrazione del mezzo di contrasto iodato. La vescica così si riempie di urina radiopaca e le immagini permettono di valutarne la morfologia.

In particolare, quando la vescica è piena, il radiologo scatta qualche radiogramma per individuare un possibile reflusso di urina, il medico toglie quindi la sonda e il radiologo procede con altri scatti mentre il paziente urina. Terminata la minzione, il radiologo acquisisce gli ultimi radiogrammi.

Come prepararsi alla cistografia

La cistografia viene svolta solo su indicazione medica specialistica e previa impegnativa con quesito diagnostico.

La sera precedente l’esame e al risveglio della stessa mattina in cui viene svolto, il paziente deve eseguire un clistere di pulizia utilizzando i clisteri pronti per adulti da 120 cc. venduti in farmacia.

In casi selezionati, il giorno precedente l’esame può essere indicata una profilassi antibiotica da continuare, secondo le indicazioni mediche per 3-5 giorni dopo l’esame.

Unico effetto indesiderato che si può registrare è quello di una reazione di intolleranza allo iodio, evitabile con un trattamento antiallergico prescritto preventivamente ai pazienti sensibili. Per questo motivo è importante informare il medico di ogni eventuale problema medico e di salute in corso da parte del paziente.

Risultati della cistografia

Una volta che la cistografia è stata eseguita, le immagini ottenute vengono valutate da un radiologo o da un urologo specializzato nell’interpretazione di esami del tratto urinario. Il tempo impiegato per interpretare i risultati dipende da diversi fattori, tra cui la complessità dell’esame, la disponibilità di altri studi di imaging correlati e la presenza di condizioni patologiche o anomalie.

Il radiologo o l’urologo analizzerà attentamente le immagini della cistografia per identificare eventuali anomalie strutturali, alterazioni della funzione della vescica, presenza di reflusso vescico-ureterale, lesioni o tumori della vescica e altri problemi correlati. Una volta completata l’interpretazione, il professionista sanitario fornirà un rapporto dettagliato dei risultati al medico curante, che discuterà con il paziente i prossimi passi da seguire in base alle scoperte della cistografia.

Fonti bibliografiche: