Uretrocistoscopia: a cosa serve, svolgimento dell’esame

L'uretrocistoscopia è una procedura diagnostica che utilizza un cistoscopio per esaminare l'interno dell'uretra e della vescica, rilevando anomalie o patologie

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

L’uretrocistoscopia è un esame endoscopico che permette di visualizzare le pareti interne della vescica e dell’uretra. Si tratta di una procedura eseguita a livello ambulatoriale. Grazie all’utilizzo di un apposito strumento chiamato cistoscopio, la tecnica è mininvasiva ed è generalmente eseguita in anestesia locale, sebbene talvolta la percezione di fastidio possa essere intensa.

Questo test è essenziale per diagnosticare e trattare malattie che colpiscono la vescica e l’uretra, come infezioni alle vie urinarie, cistiticalcoli renali, iperplasie prostatiche tumori.

Cos’è l’uretrocistoscopia e come si esegue

L’uretrocistoscopia è una procedura diagnostica finalizzata all’esplorazione visiva delle pareti interne dell’uretra e della vescica al fine di individuare patologie a carico delle vie urinarie; inoltre, la possibilità di inserire appositi strumenti nel cistoscopio consente di effettuare una cistoscopia operatoria per prelevare campioni di tessuto da sottoporre a biopsia al fine di individuare e trattare eventuali anomalie.

Preparazione

Per poter effettuare l’esplorazione, nella settimana che precede l’esame, il paziente dovrà sottoporsi ad un’adeguata preparazione: al momento dell’esame il paziente dovrà presentare delle urine sterili, pertanto dovrà eseguire preventivamente un esame delle urine con urinocoltura e ABG; nei giorni prima dell’esame dovrà inoltre cominciare una profilassi antibiotica da continuare per 4-5 giorni dopo l’uretrocistoscopia.

Nel caso di pazienti sottoposti a terapia anticoagulante o antiaggregante, è opportuno consultare il proprio curante per provvedere alla sostituzione temporanea dei farmaci. Infine, prima dell’esame il paziente dovrà urinare per svuotare completamente la vescica.

Procedura

L’uretrocistoscopia viene eseguita utilizzando un apposito strumento a fibre ottiche denominato cistoscopio, ossia un lungo tubicino rigido o flessibile, dotato di una piccola telecamera all’estremità, che trasmette le immagini su di un monitor.

Il cistoscopio viene inserito attraverso l’uretra e risale fino a raggiungere la vescica, la quale viene distesa con soluzione fisiologica al fine di poter ispezionare meglio la mucosa vescicale; generalmente viene preferito il cistoscopio flessibile in quanto, grazie al suo calibro sottile e alla possibilità di essere curvato, non solo risulta meno invasivo ma consente anche una migliore visione endovescicale.

La cistoscopia transuretrale è nota, soprattutto nell’uomo, per essere particolarmente fastidiosa, per questo, solitamente, viene eseguita applicando un apposito gel lubrificante contenente anestetico; tuttavia, nel caso di dolore più intenso, l’urologo può decidere di procedere con una sedazione locale. A seconda dei casi, l’esame può essere effettuato in regime ambulatoriale oppure, come nel caso di cistoscopia operatoria, in ospedale. L’esame ha una durata variabile che può andare dai 5 ai 30 minuti.

Quando si effettua l’uretrocistoscopia

L’uretrocistoscopia viene prescritta ai pazienti che presentano sintomi urologici come:

  • Ematuria, ossia la presenza di sangue nelle urine
  • Disuria o stranguria, ossia minzione difficoltosa o dolorosa
  • Ritenzione urinaria, ossia l’impossibilità di svuotare la vescica
  • Urgenza minzionale
  • Infezioni ricorrenti alle vie urinarie
  • Cistiti frequenti
  • Calcoli vescicali o renali
  • Stenosi uretrali, ossia il restringimento del canale uretrale
  • Lesioni uretrali
  • Dolore pelvico cronico
  • Ingrossamento della prostata

Questo test diagnostico è utilizzato per individuare, monitorare e trattare malattie che colpiscono la vescica e le vie urinarie. Nello specifico l’esame viene prescritto per indagare patologie come:

  • Cistiti croniche
  • Neoformazioni vescicali
  • Calcolosi
  • Iperplasie prostatiche
  • Polipi
  • Diverticoli

Oltre all’uretrocistoscopia esplorativa è possibile effettuare una cistoscopia con scopo terapeutico: il cistoscopio può infatti essere equipaggiato con strumentazioni chirurgiche per interventi mini-invasi. Un intervento comune che può essere eseguito è la rimozione di calcoli o piccole masse presenti nella vescica o nell’uretra. Questa procedura consente anche di effettuare biopsie per diagnosticare eventuali condizioni patologiche, come il tumore della vescica o dell’uretra.

Inoltre, è possibile eseguire interventi per trattare altre patologie urologiche, come la rimozione di tessuto infiammato o danneggiato o la dilatazione dell’uretra per trattare la stenosi uretrale.

Infine, l’uretrocistoscopia può essere utilizzata per eseguire interventi chirurgici minimamente invasivi, come la vaporizzazione o l’asportazione di tessuti anormali utilizzando strumenti ad energia laser o elettrica.

Controindicazioni ed effetti collaterali dell’uretrocistoscopia

Sebbene non esistano particolari controindicazioni, questo test non può essere eseguito nei pazienti con un’infezione urinaria in corso; in alcuni casi, inoltre, particolari conformazioni anatomiche dell’uretra potrebbero rendere la procedura più difficoltosa.

Dopo la procedura il paziente può riprendere immediatamente le proprie consuete attività, avendo cura di evitare sforzi eccessivi e di assumere molta acqua per alleviare il fastidio e favorire la fuoriuscita di urina. Per quanto riguarda la ripresa dell‘attività sessuale si consiglia un periodo di riposo di qualche giorno per scongiurare l’insorgere di infezioni ed infiammazioni. 

L’uretrocistoscopia è un esame del tutto sicuro, tuttavia dopo l’esecuzione il paziente potrebbe avvertire bruciore durante la minzione o emettere urina rosata; si tratta di disturbi temporanei che tendono a sparire nel giro di pochi giorni. Un altro degli effetti collaterali più comuni è un temporaneo gonfiore uretrale, che può rendere difficoltosa la minzione, ma raramente l’ostacolo assume entità tali da richiedere l’inserimento di un catetere. Un bagno caldo o l’applicazione di un panno umido possono aiutare a lenire il bruciore pelvico.

Fonti bibliografiche: