Dieta per chi soffre di epilessia: quella chetogenica può aiutare
Dieta per chi soffre di epilessia: quella chetogenica può aiutare
Il consiglio degli esperti: pesce e carne, legumi, frutta e verdura sono i cibi amici dell’epilessia. No al consumo di droghe e non esagerare con l’alcol.
Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.
Pubblicato: 7 Dicembre 2021 07:30
Per il controllo dell’epilessia, disordine del sistema nervoso centrale che in Italia interessa circa 600mila persone, è importante uno stile di vita sano ed equilibrato anche a tavola. Anche se non esiste, salvo casi specifici, una dieta espressamente dedicata alle persone che convivono con questo disordine, ci sono molti nutrienti che, per il loro potenziale neuroprotettivo, possono essere considerati importanti per il benessere.
“Tra i progressi fatti nello studio delle epilessie – spiega Laura Tassi, presidente di LICE, Lega Italiana Contro l’Epilessia – possiamo considerare, per le persone con epilessia che assumono una terapia farmacologica cronica, l’effetto positivo di un regime alimentare corretto ed equilibrato. In generale, un’alimentazione varia, unitamente ad uno stile di vita che includa un’attività fisica moderata, possono determinare un reale miglioramento della qualità di vita”.
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Cosa portare in tavola
Vitamina B6
Anche detta piridossina, è essenziale per alcune funzioni del sistema nervoso, in particolare per l’intervento nella sintesi di molti neurotrasmettitori come la serotonina - mediatore chimico della trasmissione degli impulsi nervosi - l’istamina, la taurina e la dopamina. Si trova principalmente legata alle proteine, sia in alimenti vegetali come verdura, legumi, frutta secca, sia in quelli di origine animale come uova, carni e pesce.
Omega 3 e vitamina D3
Rappresentano altri nutrienti funzionali che possono avere un ruolo di potenziale adiuvante nella gestione della frequenza critica. I primi sono assimilabili con il salmone, il pesce azzurro e la frutta secca. La vitamina D3 assimilabile principalmente da alimenti di origine animale quali pesce azzurro, uova, e latte e suoi derivati.
Vitamina E
È presente in grande quantità negli oli vegetali, ma anche nei cereali integrali, nelle uova e in alcune verdure come gli spinaci.
Vitamina C
Si trova in abbondanza nella frutta fresca, in alcune verdure come radicchio, spinaci, broccoletti e in ortaggi come broccoli, cavoli, pomodori e peperoni, tuberi e patate.
Cosa evitare
Invece, “Per il controllo delle crisi è importante evitare l’assunzione di droghe e non esagerare con l’alcol e soprattutto assumere regolarmente i farmaci”, sottolinea la dott.ssa Tassi.
Il ruolo della dieta chetogenica
Una dieta chetogenicapuò ridurre le crisi fino al 40-50% nei pazienti che non rispondono alla terapia e al trattamento farmacologico. Attualmente, infatti, solo il 60% dei pazienti con epilessia ha un completo controllo delle crisi. Per il restante 40% le opzioni sono limitate al trattamento chirurgico, all’utilizzo di alcuni dispositivi “palliativi” oppure, in alcuni casi, all’adozione di uno speciale regime alimentare: la dieta chetogenica.
Questo regime alimentare prevede una dieta ricca in grassi (polinsaturi per tenere sotto controllo il colesterolo) e povera in carboidrati. Quando la quantità di zuccheri introdotta con il cibo è molto ridotta e le scorte a livello di fegato e tessuti sono pressoché esaurite, la maggior parte di organi e tessuti passa ad utilizzare gli acidi grassi come fonte di energia, favorendo quindi la formazione dei corpi chetonici.
Sembra che siano proprio i corpi chetonici a ridurre l’eccitabilità dei neuroni coinvolti nella genesi delle crisi epilettiche, modulando la produzione e l’azione di specifici neurotrasmettitori.
“Si tratta comunque di un intervento medico da considerare al pari del farmaco – precisa la dott.ssa Valentina De Giorgis, responsabile del gruppo di studio sulle “Dietoterapie” della LICE - per cui va intrapreso esclusivamente sotto controllo medico. La scelta di un intervento dietetico per il trattamento delle epilessie farmacoresistenti deve seguire un’attenta valutazione della sua opportunità e sostenibilità nel tempo, individuando quei pazienti in cui la dieta può essere effettivamente utile, monitorandone in maniera costante la sua corretta applicazione, minimizzando così i potenziali effetti collaterali”.