Artemisia: proprietà, utilizzi e controindicazioni

L’artemisia è una pianta dall’azione amara e tonica, usata come stimolante, per migliorare i processi digestivi e per favorire le mestruazioni.

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cos’è

L’artemisia è un’erba perenne di grandi dimensioni, della famiglia delle Asteraceae. Il nome botanico dell’artemisia è Artemisia vulgaris ed è conosciuta anche come assenzio selvatico. La pianta di artemisia si trova facilmente nei campi incolti e ai bordi delle strade in Italia e in Europa ed è diffusa anche in Asia e in Nord Africa.

L’artemisia presenta foglie pennatosette a segmenti acuti e dentati, verde scuro nella pagina superiore e biancastre sul lato inferiore. I fiori dell’artemisia sono piccoli capolini gialli riuniti in racemi, sono gradevolmente profumati e dal sapore amaro. I capolini dell’artemisia contengono flavonoidi, lattoni sesquiterpenici e un olio essenziale dalla composizione variabile: l’essenza contiene canfora, borneolo, vulgarolo ma è priva di tuioni, sostanze neurotossiche presenti invece nell’assenzio, l’Artemisia absinthium.

Proprietà

L’artemisia ha azione amaro-tonica, digestiva, antispasmodica ed emmenagoga, proprietà simili all’assenzio. Le proprietà dell’artemisia sono date dalla presenza di olio essenziale, flavonoidi, idrossicumarine, polline, triterpeni, steroli e lattoni sesquiterpenici contenuti in maggior misura nelle sommità fiorite, che rappresentano la droga della pianta.

Grazie ai principi attivi presenti nell’artemisia, questa pianta può essere utilizzata come rimedio naturale per migliorare i processi digestivi e per calmare dolori gastrointestinali. Inoltre, l’artemisia può trovare impiego come stimolante del sistema nervoso centrale e per favorire la comparsa delle mestruazioni. Dioscoride consigliava l’artemisia proprio per provocare le mestruazioni, oltre che per accelerare il parto, mentre Ippocrate la riteneva un rimedio utile per espellere la placenta.

Sebbene l’artemisia abbia proprietà simili all’assenzio, rispetto all’Artemisia absinthium presenta un minor contenuto di olio essenziale e di tuione. Per questo motivo, la pianta di artemisia ha effetti meno marcati ed è poco utilizzata in erboristeria e fitoterapia. Sembra poi che l’artemisia abbia proprietà repellenti, motivo per cui tradizionalmente si usa sistemare dei mazzetti di artemisia nelle stanze di casa per tenere lontane mosche e zanzare.

Oltre ai capolini, dell’artemisia si utilizza anche la radice, ricca di inulina. L’inulina è una fibra non digeribile e priva di calorie in grado di aumentare il senso di sazietà, regolare l’assorbimento di glucosio e colesterolo. L’inulina ha poi un’importante azione prebiotica a livello intestinale; la sua assunzione favorisce la crescita di batteri buoni, migliorando l’equilibrio della flora batterica intestinale e, di conseguenza, il benessere e la salute di tutto l’organismo.

Altre artemisie sono usate in liquoreria e come aromatizzanti: ne sono esempi l’Artemisia pontica (assenzio gentile) usata per dare sapore ai vermounths, l’Artemisia vallesiaca o assenzio svizzero, l’Artemisia genepì, l’Artemisia belliformis e l’Artemisia glacialis (genepì bianco, genepì nero e genepì delle Alpi). Altri esempi sono l’Artemisia cina (seme santo) un tempo utilizzata contro i parassiti intestinali, oggi in disuso per via della sua elevata tossicità e l’Artemisia annua (quinghao) ricca di artemisina, una molecola dall’azione antimaralica; il quinghao è un rimedio della Medicina Tradizionale Cinese che la utilizza proprio contro la malaria, oltre che per il trattamento della febbre. Infine, è un’artemisia anche il drangoncello (Artemisia dracunculus), specie utilizzata soprattutto in cucina e per l’estrazione di un olio essenziale dal gradevole profumo d’anice e dalle proprietà purificanti e lenitive per la pelle; l’essenza di dragoncello viene adoperata esternamente diluito in olio per massaggi al ventre contro i dolori mestruali e internamente assumendone una goccia mescolata a un cucchiaino di miele per alleviare i sintomi delle allergie primaverili e per far passare il singhiozzo.

Come utilizzarla

L’artemisia può essere utilizzata sotto forma di infuso, estratto fluido o tintura madre. La tisana di artemisia si prepara utilizzando un cucchiaino di sommità fiorite da lasciare in infusione per qualche minuto in una tazza d’acqua bollente; se ne possono consumare fino a tre tazze al giorno. Gli estratti fluidi, ottenuti sempre dalle sommità fiorite, si assumono al dosaggio di circa un grammo al giorno, diluendo l’estratto in acqua o succo di frutta. La tintura madre di artemisia viene invece preparata dalle radici della pianta macerate in una miscela di acqua e alcool e si somministra diluendone trenta gocce in acqua, da una a tre volte al giorno.

Controindicazioni

L’artemisia non presenta effetti collaterali noti ai normali dosaggi. A differenza dell’assenzio, che risulta sconsigliato in gravidanza, allattamento, nei bambini e in diverse patologie, l’uso di rimedi a base di artemisia è controindicato solo in caso di allergie o sensibilità a uno o più componenti della pianta, in gravidanza e nelle persone che soffrono di ulcera gastrica, ulcera duodenale o gastrite.