Agnocasto e i benefici per il ciclo mestruale

L'agnocasto è un ottimo rimedio naturale per sconfiggere i dolori delle mestruazioni e vivere serenamente questo periodo del mese

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

L’agnocasto, nome botanico Vitex agnus castus L., è una pianta che appartiene alla famiglia delle Verbenaceae ed è impiegata in erboristeria e fitoterapia dove vengono utilizzati i frutti, le sommità fiorite e i suoi semi per ottenere prodotti a uso medicinale.

È considerato un ottimo rimedio naturale contro i dolori mestruali, oltre che perfetto anche per contrastare numerosi disturbi.

Questa sua proprietà è dovuta alla presenza di un flavonoide, la vitexina, che ha proprietà rilassanti. Oltre ai flavonoidi (tra cui anche la casticina), la sua composizione chimica si avvale di diterpeni (per es. rotundifurano, vitexilattone), iridoidoglicosidi (per es. aucubina, agnosie), alcaloidi (per es. vaticina) e olio essenziale (composto principalmente da monoterpeni).

L’agnocasto, infatti, ha proprietà antispasmodiche, sedative, ormonali. Tali proprietà lo rendono un rimedio utile da inserire negli integratori naturali per sfruttare la sua capacità di agire a livello dopaminergico, riducendo la produzione di prolattina, ormone chiave nella regolazione del ciclo mestruale.

Descrizione botanica

L’Agnocasto è un piccolo albero o un grande arbusto ornamentale, con rami grigi quadrangolari e tormentosi e può arrivare a una altezza anche di 5-6 metri; ed è originario del Mediterraneo. È caratterizzato da foglie palmato-composte opposte a 5-7 foglioline con lamina digitiforme, aromatiche (il profumo ricorda quello della salvia, di color verde scuro e bianco, tomentose nella parte inferiore; i fiori sono violacei e color lavanda, talvolta bianchi, ermafroditi a forma di campanella e tubulari, riuniti in spighe lunghe anche 10 centimetri e sottili posizionati all’apice dei rami e che sbocciano tra giugno e settembre.

I frutti consistono in bacche di 4-5 mm di forma leggermente allungata e di colore nero rossastro contenenti 4 semi estremamente duri e, una volta essiccati, assomigliano molto al pepe nero (tanto che viene soprannominato anche “falso pepe” o “pepe dei monaci”) e con un profumo aromatico, un sapore amaro e leggermente pungente e piccante. La pianta veniva coltivata dai monaci stessi nei loro orti come anafrodisiaco per non tradire il loro voto di castità. L’Agnocasto non è una pianta particolarmente vistosa anche se molto resistente.

Il clima ideale è temperato e predilige i terreni freschi; comunque, riesce ad adattarsi a qualunque tipo di suolo purché non sia secco. Cresce bene sia in pieno sole che in penombra. È una pianta spontanea e da giardino. Di norma cresce nei letti dei torrenti e sulle sponde dei fiumi, in vallate e colline del Mediterraneo e dell’Asia centrale.

In Italia l’Agnocasto cresce sugli argini dei fiumi e in luoghi umidi ma può essere utilizzato anche per abbellire le siepi.

Etimologia e un po’ di storia

Il nome Vitex deriva da Vitilium che significa “intreccio” e fa riferimento ai rami flessibili, ma robusti e duri della pianta, anticamente adoperati per costruire palizzate. Il nome agnus significa invece “agnello” e castus, che significa “casto” è riferito alla sua proprietà anafrodisiaca (contrasta il testosterone) nell’uomo, oltre a rappresentare in significato di purezza. Per questo motivo si usava sistemare i boccioli della pianta nei vestiti dei monaci, allo scopo di sopprimere loro la libido, e i semi – noti come “pepe del monaco” – erano impiegati come spezia nella loro cucina.

Omero definisce l’Agnocasto come “viticcio per intrecciare”, e questo permette di identificare il significato etimologico del genere “Vitex”.

Il medico greco Dioscoride consigliava l’Agnocasto per diminuire la libido. Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” scrive che veniva sparso sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà quando i mariti andavano in guerra.

Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico senese del 500 scrive nel suo erbario figurato: “…costringe gli impeti di Venere tanto mangiato fritto quanto crudo… si crede che non solamente mangiandosene o bevendosene faccia gli uomini casti ma ancor giacendovisi…”.

Le proprietà dell’agnocasto

Come già accennato, grazie all’alto contenuto di iperprolattinemia, l’agnocasto permette di curare la sindrome premestruale e tutti i problemi legati alle mestruazioni, dall’amenorrea alla dismenorrea, passando per la menorragia e la metrorragia.

All’agnocasto viene attribuita la capacità di influenzare i livelli di diversi ormoni che controllano appunto il ciclo riproduttivo femminile. Per questo motivo si ritiene che possa essere utile in caso di sindrome premestruale e disturbo disforico premestruale, una forma particolarmente grave di sindrome premestruale.

Il frutto dell’Agnocasto agisce quindi sul sistema endocrino, in particolare modula la produzione di alcuni ormoni ipofisari e quindi, oltre alla già citata sindrome premestruale, l’Agnocasto è utile nei casi di amenorrea (assenza di mestruazioni), mastalgia o mastodinia (dolore mammario), oligomenorrea (condizione in cui l’intervallo tra i cicli è inferiore ai 25 giorni), polimenorrea (condizione in cui la distanza tra due mestruazioni successive supera i 36 giorni). Per quanto riguarda queste problematiche, si consigliano preparati equivalenti a 30-40 mg/die di droga e fino a 240 mg/die in donne affette da PMS. Può essere appropriato un trattamento di almeno tre mesi.

Questa pianta viene consigliata anche per normalizzare l’ovulazione dopo lunghi periodi di stress o in seguito all’interruzione della pillola anticoncezionale. Le sue proprietà calmanti e rilassanti, sono perfette non solo per chi soffre di dolori mestruali, ma anche per tutte le donne che in questo periodo del mese avvertono gonfiore all’addome e al seno.

Ma gli usi di questa pianta non finiscono qui. Viene infatti utilizzata anche in caso di cisti al seno, infertilità femminile e prevenzione dell’aborto in caso di bassi livelli di progesterone. Inoltre, serve anche per controllare le emorragie e aiutare l’espulsione della placenta dopo il parto e per aumentare la produzione di latte da subito dopo il parto.

Gli studi che supportano la sua efficacia nella PMS

Sono numerosi gli studi che confermano l’efficacia dell’Agnocasto nella PMS ed in particolare nella mastodinia e nei disturbi psichici e somatici strettamente correlati alla sindrome: irritabilità, nervosismo, alterazioni dell’umore, tensione mammaria, ritenzione idrica, meteorismo, crampi addominali, fame nervosa, metrorragia (Spotting), amenorrea, menorragia (mestruazioni abbondanti). I benefici a livello di umore sono secondari in quanto dovuti all’azione sugli ormoni.

Di seguito vengono riportati solamente quelli più importanti e significativi.

In uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, 178 donne affette da PMS, sono state trattate ogni giorno con 20 mg di un estratto secco di Agnocasto o con placebo per tre cicli mestruali consecutivi. Il miglioramento registrato per autovalutazione da parte delle pazienti dei sei sintomi principali della PMS (irritabilità, alterazione dell’umore, irascibilità, emicrania, gonfiore mammario, altri sintomi mestruali compreso il gonfiore) è stato significativamente maggiore nel gruppo trattato con l’Agnocasto. Non solo, anche la valutazione dei medici ha evidenziato un netto miglioramento del gruppo trattato con l’Agnocasto rispetto a quello trattato invece con un placebo.

In un altro studio in aperto sono state prese in esame 34 donne (di età compresa tra 18 e 43 anni) e affette da iperprolattinemia. Sono quindi state trattate con un estratto di Agnocasto corrispondente a 40 mg di droga secca al giorno per un mese. In 27 casi i livelli di prolattina si sono notevolmente ridotti.

In uno studio osservazionale multicentrico, 1634 pazienti affette da PMS hanno ricevuto due capsule al giorno, ognuna contenente 1,6-3,0 mg di un estratto, corrispondenti a 20 mg di Agnocasto. Dopo un periodo di trattamento di tre cicli, il 93% ha mostrato un calo o la cessazione di disturbi quali depressione, ansia, fame nervosa e iperidratazione. L’85% dei medici ha classificato la valutazione globale dell’efficacia clinica come buona o molto buona e l’81% delle pazienti stesse ha valutato il proprio stato post-trattamento come molto soddisfacente. A conferma di ciò, l’analisi della frequenza e dell’intensità della mastodinia, ha rilevato che i disturbi ancora presenti dopo 3 mesi erano complessivamente meno intensi.

Il principio per cui lo rende utile nei disturbi ormonali

La somministrazione di integratori a base di agnocasto può in particolare favorire la produzione di ormoni da parte del corpo luteo, migliorando l’equilibrio tra estrogeni e progesterone a favore di quest’ultimo. Migliorando l’equilibrio ormonale, l’agnocasto funziona ed è efficace nel ridurre i sintomi legati alla sindrome mestruale, sia a livello fisico che emotivo.

Come già accennato, i benefici dell’agnocasto per il ciclo si traducono anche in mestruazioni più regolari e meno dolorose. Per quanto riguarda invece agnocasto e menopausa, questo rimedio può essere utile ad alleviare alcuni sintomi legati alla mancanza delle mestruazioni, con particolare attenzione alla tensione e al dolore al seno che vengono riscontrati in alcune donne. Inoltre, il fitocomplesso dell’agnocasto sembra aumentare la produzione di endorfine, aumentando ulteriormente i benefici di questo rimedio per regolarizzare il ciclo mestruale e utile nei disturbi della menopausa in particolare per quanto riguarda la percezione del dolore e il miglioramento del tono dell’umore.

Utile anche in altri ambiti

L’agnocasto viene spesso consigliato a chi soffre di ansia e i benefici riscontrabili dall’uso di integratori a base proprio di agnocasto sono stati riscontrabili anche in ambito di acne, nervosismo, demenza, problemi alle articolazioni, raffreddori, problemi di stomaco, disturbi alla milza, mal di testa, dolori agli occhi e infiammazione. Infine, l’agnocasto è proposto agli uomini per aumentare il flusso di urina, trattare l’ipertrofia prostatica benigna oltre al suo effetto, di cui abbiamo parlato in precedenza, sulla riduzione del desiderio sessuale. Altri utilizzi per cui viene consigliato sono gli spasmi intestinali e dolori addominali proprio grazie a queste sue proprietà calmanti e rilassanti.

Non risulta però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia approvato alcun claim che giustifichi queste proposte d’uso.

Come si assume l’agnocasto

Qualora ci si senta affaticate e tese oppure si sia interrotto da poco l’uso della pillola contraccettiva e si vivono episodi di amenorrea oppure di cicli ravvicinati con conseguenti fastidiosi problemi associati, si può avere un buon riscontro assumendo l’estratto secco di agnocasto che si può trovare in comode compresse.

Per rilassarsi e cercare di eliminare l’ansia, si può provare anche l’olio essenziale che agisce in maniera ottimale e veloce.

Poco prima delle mestruazioni è consigliabile un bagno con acqua calda, tintura di agnocasto e salvia sclarea rimanendo in immersione per almeno 15 minuti.

L’irregolarità del ciclo è alla base di dolori e tensioni addominali che spesso non lasciano tregua alle donne, causando stanchezza, irritabilità e rallentamento del metabolismo. Ecco allora che la tintura madre è la forma maggiormente indicata e da assumere almeno due volte al giorno per due mesi e lontano dai pasti.

Non solo mestruazioni, l’agnocasto è un ottimo rimedio naturale anche durante la menopausa. Ad esempio, è un ottimo alleato contro le vampate di calore, le gambe pesanti la ritenzione idrica, le aritmie e le palpitazioni. Per evitare questi fastidi bevete due volte al giorno una tisana preparata con questa pianta accompagnata da una perla di olio di Enotera per riequilibrare gli ormoni.

Per quanto riguarda le dosi bisognerebbe sempre fare riferimento alla marca che si acquista in quanto potrebbero variare. In generale, per dare una indicazione anche se approssimativa, si può dire che l’agnocasto può essere assunto a un dosaggio giornaliero variabile, che va da 30 a 240 mg di frutto essiccato.

La tisana di agnocasto si prepara con un cucchiaio di frutti essiccati e triturati da lasciare in infusione in acqua calda per pochi minuti. La si può bere una o due volte al giorno.

La tintura madre di agnocasto si somministra invece da una a tre volte al giorno diluendo 40 gocce in acqua. In commercio sono disponibili integratori di agnocasto ottenuti da estratto secco o fluido della droga, da assumere secondo le indicazioni del produttore.

Avvertenze e controindicazioni 

L’assunzione di integratori a base di agnocasto potrebbe interferire con la pillola anticoncezionale, con gli estrogeni, con gli antipsicotici, con gli antagonisti della dopamina e con la metoclopramide in quanto potrebbe verificarsi una attenuazione reciproca degli effetti.

La possibile interferenza con i livelli di ormoni (in particolare degli estrogeni) li rendono sconsigliabili in chi soffre di endometriosi, fibromi uterini e alcune forme tumorali come, ad esempio al seno, all’utero e alle ovaie. Inoltre, l’agnocasto potrebbe interferire anche con l’efficacia delle tecniche di fecondazione in vitro.

Infine, l’agnocasto potrebbe essere controindicato in caso di Parkinson, schizofrenia e psicosi. In caso di dubbi è bene consultare il proprio medico.

In letteratura non sono disponibili dati riguardanti l’utilizzo di questa pianta in gravidanza; quindi, l’Agnocasto non dovrebbe essere assunto durante la gestazione né tantomeno in età pediatrica.

 

Fonti Bibliografiche

Chaste tree (Vitex agnus-castus)–pharmacology and clinical indications, PubMed

Evidence for estrogen receptor beta-selective activity of Vitex agnus-castus and isolated flavones, PubMed

Activation of the mu-opiate receptor by Vitex agnus-castus methanol extracts: implication for its use in PMS, PubMed

 Treatment for the premenstrual syndrome with agnus castus fruit extract: prospective, randomised, placebo controlled study, PubMed