L’ex tronista Claudio Sona si scaglia contro Barbara D’Urso accusandola di non aver impedito l’attacco di Vittorio Sgarbi contro Vladimir Luxuria nel corso dell’ultima puntata di Live – Non è la D’Urso.
Lo scontro fra il critico d’arte e l’ex parlamentare è stato piuttosto acceso e ha sconvolto persino gli ospiti presenti in studio come Veronica Maya. “Io ti ho visto nella evidente posizione di chi batte – ha tuonato Sgarbi, attaccando Vladimir -. Non sei stata scambiata per prostituta, tu lo eri. Tu facevi quello che hai detto, lo facevi e lo hai ammesso”.
L’attacco ha fatto infuriare moltissimi telespettatori, ma anche tanti vip fra cui Claudio Sona, ex tronista di Maria De Filippi. L’imprenditore è stato il primo ragazzo gay a salire sul trono più famoso della tv, iniziando una relazione con il corteggiatore Mario Serpa.
“Durante la trasmissione Live non è la D’Urso, è stato trasmesso l’esempio più becero di aggressione ai diritti delle minoranze – ha tuonato su Instagram – senza che, nemmeno uno dei presenti e in primis la conduttrice, si attivasse per riportare la discussione nei confini di un civile confronto”.
Claudio ha accusato la D’Urso di aver permesso l’aggressione di Sgarbi e di non aver fatto nulla per fermarlo. “Che sia stata Vladimir Luxuria – verso cui va la mia stima per il coraggio e per l’impegno profuso a favore dei diritti della comunità Lgtb – oppure uno sconosciuto ragazzo di periferia – ha aggiunto -, a dover sopportare il peso di questo duro attacco discriminatorio, poco importa; quello che rileva è l’aggressione consumata, con violenza verbale incontrollata, nei confronti di una persona considerata diversa. Aggressione che in nessun paese, definito evoluto, si dovrebbe tollerare o permettere”.
Sona ha poi accusato la padrona di casa di Live – Non è la D’Urso di non aver preso una posizione. “Non basta sfilare oppure fare grandi dichiarazioni d’intenti – ha concluso -, il rispetto e la difesa dei diritti di ciascuno in nessun caso possono prescindere da una pubblica condanna di attacchi consumati a danno delle minoranze… nemmeno quando si è alla ricerca del facile consenso!”.