Matthew Perry, le ultime parole prima di morire

Le ultime parole di Matthew Perry prima di morire: i documenti ufficiali ricostruiscono gli ultimi giorni dell'attore

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Serena De Filippi

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Matthew Perry è morto il 28 ottobre 2023, e per la sua scomparsa sono state arrestate cinque persone. Nei giorni precedenti alla morte, l’attore indimenticabile di Friends aveva chiesto sempre più frequentemente delle iniezioni di ketamina. Ora, i documenti del tribunale hanno rivelato nel dettaglio gli ultimi giorni e le ultime parole proferite dall’attore.

Matthew Perry, le ultime parole prima di morire

Una ricostruzione che fa male, sotto ogni aspetto. I documenti del tribunale sono stati ottenuti da NBC News: una testimonianza che fa luce sugli ultimi momenti di Matthew Perry, l’attore scomparso all’età di 54 anni nella sua casa a Los Angeles. Stando alle informazioni raccolte, le ultime parole dell’attore sono state le seguenti: “Iniettami una bella dose”, proferite al suo storico assistente e legate alla ketamina che gli veniva somministrata regolarmente.

L’attore, che a lungo ha combattuto contro la dipendenza, stava sviluppando un rapporto altrettanto complesso con l’uso della ketamina. “Stava sfuggendo al suo controllo a causa della dipendenza”, avrebbe detto il Dottor Salvador Plasencia. Il 12 ottobre, avrebbe addirittura visto “il corpo di Perry congelarsi e la pressione sanguigna aumentare”, come se fosse quasi paralizzato, impossibilitato a parlare o muoversi. Perry, che ha lottato contro l’abuso di sostanze per tutta la vita, ne aveva anche scritto nel libro Friends, Amanti e la Cosa Terribile: un modo per esorcizzare i suoi demoni, ma anche per fare luce su molti aspetti oscuri della sua vita. E per dire al mondo intero che, sì, voleva farcela: voleva essere pulito.

Gli ultimi giorni di Matthew Perry

Secondo la procura di Los Angeles, per la morte di Matthew Perry sarebbero responsabili cinque persone, incluso l’assistente storico dell’attore e due medici. Tutti erano d’accordo nel procurargli la sostanza che, agli inizi, l’attore aveva iniziato ad assumere per combattere contro la depressione. “Sapevano che sbagliavano, sapevano che mettevano in pericolo la vita di Perry, ma lo hanno fatto egualmente”.

Alcune trascrizioni dimostrano che tutti erano d’accordo: “Mi chiedo quanto sarà disposto a pagare quel fesso. Scopriamolo”, questo uno dei messaggi dei medici che si occupavano dell’attore. Durante la mattinata del 28 ottobre, Matthew Perry ha parlato con la sua grande amica Jennifer Aniston via messaggio. “Ho messaggiato con lui letteralmente quella mattina”, ha raccontato l’attrice di Friends a Variety. “Non stava soffrendo, era felice. Era sano, aveva anche smesso di fumare, si stava rimettendo in forma. Voglio che le persone sappiano che lavorava duro, che stava cercando di essere in salute”.

Cinque gli indagati, dunque, per la sua morte, come affermato dalla polizia di Los Angeles: un’azione criminale “coordinata” proprio da una rete di persone che era ben consapevole delle fragilità dell’attore. Due sono medici (che hanno violato il giuramento professionale, poiché vedevano Perry come uno “strumento” per fare più soldi), il terzo l’assistente personale della star, Kenneth Iwamasa, anche un uomo di nome Eric Fleming e, infime, Jasveen Sangha, il cui soprannome è “Ketamine Queen”. Nei suoi ultimi, terribili, giorni, l’attore era ritornato nella spirale della dipendenza, contro cui aveva faticato tanto per uscirne ed essere di ispirazione ad altri.