Lo sguardo dolce e malinconico, la voglia di crescere rapidamente e poi la responsabilità di una famiglia: Margot Sikabonyi è stata Maria Martini almeno per un terzo della sua vita e, oggi che quell’esperienza si è conclusa, può finalmente raccontare serenamente cos’abbia rappresentato per lei. Tornata al cinema solo di recente, si divide tra la recitazione e l’amore per lo yoga. Da madre separata, adesso, ha in parte perdonato il ruolo che l’ha tenuta in gabbia per troppo tempo e guarda avanti, ma di quel set così ingombrante conserva un bellissimo ricordo.
Perché Margot Sikabonyi aveva lasciato Un Medico in Famiglia
Dalla fortunata serie di Rai1 si è allontanata quattro volte, lei dice addirittura di essere scappata, ma Un Medico in Famiglia senza di lei aveva un altro sapore: “Nel rapporto con lei, sono passata da “sono fighissima” a “voglio scappare”, poi, l’ho usata per capire chi fossi. Adesso, da madre divorziata, dopo l’inferno in cui sono passata, la adoro. Quando una ragazza mi dice “ho studiato medicina ispirata da Maria”, mi emoziono. Oggi, provo solo gratitudine“, ha raccontato a Corriere della Sera, dove per la prima volta parla dei motivi che l’hanno spinta a dire addio al suo personaggio storico con estrema chiarezza.
“La prima, a 18 anni, per studiare recitazione a Parigi e vedere se ero veramente un’attrice. Mi sono diplomata prima della classe, ho trovato un agente lì, mi sono innamorata di un francese, ma arriva Carlo Bixio, il produttore del Medico, mi dice che devo tornare, insiste, dice “una stagione e basta”, poi, le stagioni diventano due, tre… Al che, ero proprio depressa, amavo recitare ma sentivo falso tutto il mondo che c’era intorno. Dico: vado a salvare i delfini. Alle Hawaii, trovo una casetta sotto un albero di mango, inizio a surfare ed è una medicina: l’onda lava via i pensieri”, ha raccontato Margot Sikabonyi, spiegando che questa era stata davvero la prima volta in cui ha preso contatto con se stessa, libera da Maria Martini.
E ancora: “Stavo così bene che ho pensato di tornare in Italia e lottare per il sogno di fare l’attrice senza rifare il Medico, ma quella era una macchina fortissima e ci ricasco. Poi, scappo a Vancouver. Anche lì: ho fatto una scuola di cinema, ero la prima della classe, avevo girato un film, ma arriva Bixio. In carne e ossa. Dico al preside: ci parli lei, gli spieghi che resto qua. Ma Bixio invita il preside in Italia, gli offre il volo, il viaggio… Niente, torno. Poi, quando incontro il futuro padre dei miei figli, dico basta e, per andarmene, purtroppo, ho dovuto litigare con tutti“.
L’amore tormentato con Pietro Sermonti
Sul set ha trovato anche l’amore, quello per Pietro Sermonti, che in Un Medico in Famiglia interpretava il ruolo di Guido Zanin. La loro storia è durata sei anni, non senza alti e bassi, e oggi Margot Sikabonyi lo definisce senza paura come un amore tormentato: “Sul set, mi sono innamorata per la prima volta. Di Pietro Sermonti, nel Medico. Infatti, sono caduta su Sermonti pure nella vita: sei anni tormentati, sul set e fuori. Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate. E sono diventata madre prima sul set che nella vita”.
Decide di lasciare definitivamente il ruolo quando incontra il padre dei suoi figli, Jacopo Lupi, che ha sposato e dal quale oggi è divorziata. Insieme hanno avuto due bambini che oggi sono la ragione della sua vita, ma quella separazione l’ha definita come un inferno: “Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene. Ma anche il successo della serie non era stato facile da vivere: non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore. E non sempre volevo stare su quel set… Mio padre è morto mentre ero lì, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino. Ad alcuni compagni ero diventata antipatica e altri, all’improvviso, volevano starmi intorno, ma in loro non sentivo verità. L’adolescenza già è terribile perché ti chiedi chi sei, io, in più, avevo il papà morto e un personaggio che dominava tutto”.
La centralità della serie era infatti la famiglia e, soprattutto nelle prime stagioni, quella del padre vedovo – Lele Martini, interpretato da Giulio Scarpati – era indubbiamente la figura più importante di tutta la serie. Qui è cresciuta e ha sviluppato i primi dubbi sul futuro, si è innamorata ed è scappata (quattro volte). Poi la maternità che l’ha assorbita e il desiderio di tornare al cinema dopo Bocche inutili del 2022, in cui è stata diretta da Carlo Uberti.