Lucrezia Lante della Rovere a Belve: “Con Barbareschi amore trasgressivo”

Lucrezia Lante della Rovere senza filtri a Belve: “Con Barbareschi un amore rock e trasgressivo. Ma ho scelto di essere protagonista della mia vita”

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato: 3 Giugno 2025 08:00

Lucrezia Lante della Rovere si è raccontata con la sincerità ruvida e potente che solo poche donne possono permettersi. Ospite di Belve, il programma cult condotto da Francesca Fagnani, l’attrice ha regalato uno dei momenti più intensi (e discussi) della stagione: la sua verità, tra amori e affondi sul mondo del cinema, tra memorie familiari dolorose e una vita vissuta sempre con l’istinto di chi non ha paura di stare fuori dal coro.

Lucrezia Lante della Rovere: madre come Marina Ripa di Meana

Il fulcro del racconto, inevitabilmente, ruota attorno a Marina Ripa di Meana. Una madre ingombrante, provocatrice, inafferrabile. “Una mamma che ho amato molto, ma con cui è stato complicato crescere”, ha detto Lucrezia con voce ferma. Marina era “una diva, una che viveva a colori”, il tipo di figura che per la stampa faceva “scandalo”, per sua figlia invece era un concentrato di energia disordinata, eccessiva, in continuo conflitto con la normalità.

La relazione tra madre e figlia, come ha spiegato a Francesca Fagnani, era segnata da una tensione sottile ma costante. “Mi attaccava perché voleva che fossi spregiudicata come lei. Voleva manipolarmi. Voleva la copia di se stessa”. Non c’erano margini per una figlia diversa, più timida, più misurata. Una donna che invece di urlare preferiva il silenzio.

Il racconto si fa ancora più crudo quando Lucrezia parla della relazione tra Marina e l’artista Franco Angeli. “A casa c’era di tutto: pistole, cocaina, eroina. Li ho visti inseguirsi con colli di bottiglia rotti. Io restavo paralizzata dalla paura”. Una realtà familiare cupa e pericolosa, che Marina raccontava con la consueta teatralità: “Disse di essersi prostituita per pagare la droga a Franco. Ma non ci ho mai creduto. Le piaceva esagerare, provocare. Soffriva per l’eroina di Franco. Forse lo ha fatto per un debito… ma chissà”.

Teatro, cinema e (soprattutto) sincerità

Anche quando si parla di carriera, Lucrezia Lante della Rovere non fa sconti. Lei, attrice profondamente legata al teatro, ha ammesso di aver “un po’ sofferto” per non aver lavorato di più nel cinema. Ma non si è mai voluta piegare a logiche di appartenenza. “Io mi sento fuori da tutti i circoletti. Il cinema italiano è di sei, sette persone, sembra di vedere sempre lo stesso film”.

Non a caso, ha dichiarato di essere “felice di non aver fatto Caos calmo”. E non si è trattenuta dal commentare la famigerata scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari. “Era una scena brutta. Mi ricordo il sedere di Nanni Moretti. Forse ci voleva un gran fico. Se mi devi prendere da dietro, magari volevo Brad Pitt, non Nanni Moretti!”. Una dichiarazione talmente irriverente che persino la Fagnani, con un sorriso, le ha fatto notare: “Se prima era fuori dal circoletto, ora sa dove sta”.

Il tono resta ironico, ma anche amaro. C’è la consapevolezza di essere rimasta fuori, ma con la libertà di chi ha sempre detto quello che pensa. Senza ruffianerie, senza filtri. Neppure quando si parla di sé, di quello che avrebbe potuto essere.

La passione (e la fuga) da Barbareschi

E poi c’è l’amore, quello dirompente con Luca Barbareschi. Un legame che Lucrezia definisce “trasgressivo”, segnato da eccessi, slanci, scontri. “Ero affascinata da Luca. Poi c’erano le trasgressioni. Era una vita molto rock ‘n’ roll, ma quando è diventata troppo rock ‘n’ roll ho detto: si salvi chi può”.

Il troppo, per lei, è arrivato nel momento in cui ha compreso che voleva riprendersi il centro del palco. “Ho capito che volevo essere protagonista della mia vita, non gregaria”. Una frase che dice tutto. Soprattutto detta da una donna che ha sempre lottato per definire la propria identità, oltre le aspettative, oltre i ruoli.

Al fianco di Barbareschi, Lucrezia ha vissuto la passione nella sua forma più esplosiva. Ma con il tempo, quella relazione ha cominciato a starle stretta. Non c’era più spazio per sé stessa. Una consapevolezza che l’ha portata a scegliere la solitudine, piuttosto che l’ombra.