“Ar-tivista”: così si è definita Jo Squillo al Corriere della Sera, una sorta di mix vincente dei suoi ruoli di cantautrice, conduttrice e attivista. Ha sempre parlato di femminismo, diventando una vera e propria icona degli anni Novanta. “Siamo donne, oltre le gambe c’è di più”, cantava insieme a Sabrina Salerno: un inno all’emancipazione femminile, consapevoli entrambe che ancora tanta strada c’era (e c’è) da fare. E parlando dell’argomento, l’artista si è lasciata andare a delle dichiarazioni decisamente pungenti.
Jo Squillo, gli anni Novanta e le battaglie femministe
I ruggenti anni Novanta sono stati il periodo di maggior fermento artistico per Jo Squillo, che insieme a Sabrina Salerno è diventata un’icona – non solo musicale – di quegli anni. “Quando ho incontrato Sabrina ho pensato: io e lei già siamo un mondo”, ha confessato al Corriere della Sera, ai cui microfoni ha rilasciato un’intervista dove ha parlato della sua carriera, fatta di attivismo e tanto altro.
L’artista ha confessato: “Per seguirmi Sabrina ha accettato di cambiare il suo produttore, che era prototipo di un certo tipo di femminilità e voleva cambiassimo il testo. Dovevamo andare in giro con 10 guardie del corpo”. Minigonne, calze a rete e pantaloncini corti hanno fatto il resto, ma il loro messaggio è ancora fondamentale.
Al Corriere Jo Squillo – al secolo Giovanna Maria Coletti – ha spiegato che dopo quegli anni d’oro è impossibile vivere di royalties, a causa di un’industria discografica sempre più competitiva. “Essere artista dopo i 40 anni è parecchio complicato, tranne che per Orietta Berti e Iva Zanicchi. Le donne devono valere anche per il loro aspetto“.
Dover apparire (e quindi vendere) per Jo Squillo è ancora oggi un meccanismo “vincente” ma non corretto: “L’industria favorisce il giovane perché può gestirlo. Per fortuna i ragazzi di oggi sono parecchio determinati e hanno le proprie etichette”.
Le dichiarazioni su Elodie
E proprio sull’argomento delle artiste donne che devono apparire belle ad ogni costo, Jo Squillo si è lasciata andare a una dichiarazione decisamente pungente. Perché a una domanda diretta su Elodie (provocatoria c’è da dire), la cantante ha risposto: “Sono certa che se non fosse così bella avrebbe meno successo“.
Ma la sua esternazione ha motivazioni ben precise: “Devi sempre far vedere, mostrare: questo agli uomini non è richiesto. La maggior parte delle acquirenti di musica sono donne e comperano la musica degli uomini”.
Un’occasione – e una piccola bordata a un’artista sempre più sulla cresta dell’onda – per parlare ancora una volta di femminismo (a cui oggi secondo lei manca la consapevolezza che “l’unione fa la forza”) e delle sue due anime, quella leggera e quella impegnata, che convivono senza alcun problema. Grazie ai ricavati dei suoi concerti, Jo Squillo finanzia i suoi numerosi progetti a favore delle donne vittime di violenza.
E oggi continua a portare avanti il suo messaggio, quello che è stato un vero e proprio inno generazionale: “Siamo donne, oltre le gambe c’è di più”. “Io sono per il topless, da sempre – ha spiegato sulle pagine del Corriere della Sera – perché voglio essere libera. Le ragazze oggi mostrano il lato B: il femminismo passa attraverso questo“.