Fare da madre al tuo compagno è sempre una pessima idea

Il “parentalizing” in una relazione può soffocare l'autonomia e la maturità dei partner, creando una dinamica disfunzionale che limita la crescita individuale

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

In ogni relazione sentimentale, prendersi cura dell’altro è fondamentale. È un impegno reciproco che si manifesta nei momenti difficili e nelle piccole cose della vita di tutti i giorni. È una promessa di sostegno e attenzione costante, un’interazione che fortifica il legame, rendendo la relazione più solida e duratura.

Tuttavia, quando uno dei partner assume tutte le responsabilità quotidiane, ciò che sembrava un vantaggio iniziale, con il tempo può rivelarsi controproducente. Può generare, infatti, squilibri nelle dinamiche di coppia e creare una dipendenza affettiva dannosa.

Viene chiamato “parentalizing“, il fenomeno che si verifica quando uno dei due assume un ruolo genitoriale, mentre l’altro si ritrova nel ruolo di figlio. A volte si arriva persino a svolgere il ruolo di “mamma” del proprio compagno, occupandosi di tutte le faccende giornaliere, prendendosi cura delle sue necessità fondamentali e, addirittura, facendo da mediatrice nei suoi rapporti sociali.

La dinamica è incredibilmente semplice ma altrettanto pericolosa: i ruoli si cristallizzano e si sente l’impellente necessità di proteggere o salvare il partner, specialmente se ha vissuto esperienze difficili in passato. All’inizio può sembrare comodo avere qualcuno a cui affidarsi totalmente, ma con il passare del tempo ci si rende conto che questa tipologia di legame diventa una vera e propria prigione.

Comprendere la situazione e riconoscerne i segnali di allarme è essenziale per salvaguardare la salute del rapporto.

Perché ci si ritrova a trattare il partner come un figlio?

Fare da mamma al proprio compagno può essere il risultato di molteplici fattori e dinamiche. Uno dei motivi principali è che, a volte, si sceglie un partner in base ai propri bisogni affettivi inconsci, e ciò può portare a modelli di comportamento disfunzionali nella relazione. Inoltre, gli uomini che sono cresciuti con madri iperprotettive, o anaffettive, possono avere difficoltà a prendere decisioni senza l’approvazione di una figura materna, portando così la partner a svolgere questo ruolo.

Molte persone finiscono inconsciamente intrappolate nel ruolo di “genitori” o “figli” del loro compagno, semplicemente perché stanno ricreando uno schema relazionale appreso nella propria famiglia. Se uno dei genitori si prendeva tutte le responsabilità in casa, mentre l’altro si comportava in modo infantile e irresponsabile, potrebbe sembrare una dinamica di coppia comune e accettabile.

In alcuni casi, invece, le persone che hanno affrontato situazioni traumatiche o instabili in passato, possono sviluppare uno stile di attaccamento ansioso. Questo li spinge a cercare di controllare ogni aspetto della loro vita, e manifestano questo comportamento attraverso il desiderio di monitorare ogni passo dell’altro, cercando di creare un senso di sicurezza e stabilità, in modo da sfuggire alla paura, alla tristezza e al dolore passato.

Ecco perché non dovresti mai fare da mamma al tuo compagno

Esistono diverse ragioni per evitare di assumere la figura di “mamma” all’interno di una relazione. In primo luogo, questa dinamica può generare uno squilibrio di potere e minare la serenità all’interno della coppia.

In una relazione sana, entrambi dovrebbero avere un ruolo paritario, basato sulla reciproca collaborazione e l’indipendenza. Al contrario, può portare un grande disallineamento emotivo e a una mancanza di responsabilità da parte dell’altro.

In secondo luogo, l’idea di essere costantemente controllato o guidato come un bambino può far sentire il proprio compagno sminuito e incapace di prendere le proprie decisioni. È importante, invece, permettere al proprio partner di crescere e svilupparsi come individuo, affrontando sfide e opportunità di apprendimento in modo autonomo.

Infine, la dinamica genitoriale può ridurre l’attrazione romantica e passionale, poiché l’amore materno tende a essere più protettivo rispetto a quello di una relazione sentimentale funzionale. Per costruire un legame solido nel tempo, è fondamentale piuttosto coltivare una relazione basata sulla parità, fiducia reciproca e rispetto, in cui entrambi siano liberi di esprimersi e crescere insieme.