Amal Clooney a rischio sanzioni, cosa c’entra Trump e perché potrebbe non tornare in Usa

Amal Clooney finisce nella black list di Trump dopo aver sostenuto la Cpi nell'indagine su Gaza. Rischia sanzioni e divieto di ingresso negli Usa

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 27 Aprile 2025 17:48

Amal Clooney, avvocata superstar e icona di stile da red carpet, ha incassato l’ennesima consacrazione internazionale: finire nel mirino di Donald Trump.

Ma andiamo con ordine: ancora nulla nulla di precisato o di contorni chiari, ma è finita sotto accusa perché ha collaborato come esperta legale con la Corte Penale Internazionale dell’Aja nell’indagine che ha portato all’emissione di un mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’avvocatessa dei diritti umani si è così ritrovata sulla nuova “lista nera” trumpiana, accanto a quella di altri legali britannici coinvolti nello stesso caso.

Perché Donald Trump minaccia Amal Clooney di sanzioni

La ragione è politica e giuridica insieme. A febbraio 2025, pochi giorni dopo l’inizio del suo secondo mandato, Trump ha firmato un ordine esecutivo per sanzionare il procuratore dell’Aia Karim Khan, bollando le indagini sui leader israeliani e palestinesi come “illegittime e infondate”. Quel provvedimento prevedeva il congelamento dei beni di Khan negli Usa e il divieto di ingresso per lui e i suoi stretti collaboratori, minacciando provvedimenti analoghi contro i “responsabili” dell’inchiesta.

Ora sembra che anche i legali che hanno offerto consulenza alla Corte Penale Internazionale, Amal Clooney compresa, possano essere considerati tra quei “resposabili”. Il Foreign Office britannico avrebbe già messo in guardia vari avvocati inglesi coinvolti nella vicenda, tra cui la stessa Amal Clooney.

Ci vuole talento per trasformare chi salva vite in una minaccia alla sicurezza nazionale, sopratutto davanti a più di cinquantamila civili morti a Gaza per mano dei missili israeliani.

Amal Clooney rischia di perdere i beni negli Usa

Le possibili ritorsioni per Amal potrebbero essere molto concrete. Tra le misure in campo ci sono il congelamento dei conti bancari e dei beni di proprietà negli Stati Uniti, insieme a un drastico divieto di ingresso nel Paese. In sostanza, Amal Alamuddin rischia davvero di non poter più rientrare nella casa di famiglia in California.

Anche le risorse finanziarie della coppia potrebbero finire nel mirino: banche e istituzioni finanziarie americane sono tenute a bloccare qualunque asset collegato alle persone sanzionate. Sul fronte legale, l’ordine esecutivo di febbraio ha imposto al Tesoro Usa di stilare entro aprile un elenco di nomi da colpire.

Cosa dicono Trump e Amal Clooney su questa crisi

Trump, da par suo, ha snobbato ogni riferimento diretto a Amal Clooney, limitandosi a bollare come “illegittime e infondate” le indagini della Corte Penale Internazionale sulla guerra di Gaza. Nessun nome, nessun tweet velenoso (almeno per ora).

Dal canto suo, Amal ha difeso la sua scelta di lavorare al dossier più scottante dell’anno senza fare una piega: “Ho fatto parte di questo gruppo perché credo nello stato di diritto e nella necessità di proteggere le vite dei civili.” Poche parole, pesantissime per quanto vere.

A chiudere il cerchio ci ha pensato George Clooney, l’uomo che riesce a essere più elegante con una frecciatina che non con uno smoking d’alta sartoria: “Piacere al Presidente degli Stati Uniti non è il mio lavoro: il mio lavoro è dire la verità.”

Le reazioni del mondo su Amal Clooney nel mirino di Trump

La storia di Amal Clooney inseguita da Trump ha fatto il giro del pianeta in tempo zero. La Corte Penale Internazionale ha bollato le sanzioni made in Usa come un affronto bello e buono, giurando di non mollare la presa nel dare giustizia alle vittime di crimini indicibili.

Dall’Europa, i capi di Stato hanno fatto partire una raffica di dichiarazioni indignate: colpire chi si batte per indagare sui crimini di guerra è, dicono, il modo più veloce per spalancare le porte all’impunità. Amal Clooney, nel frattempo, resta saldamente al suo posto: icona pop della giustizia internazionale, schiena dritta, tacco 12 e sguardo che non si abbassa mai.