Continuano le polemiche per Adrian, lo show di Celentano che si è rivelato un flop e Fiorello lo difende. Il programma-evento del Molleggiato era approdato su Canale Cinque all’inizio del 2019 dopo mesi d’attesa, ma in breve tempo era stato travolto dalle polemiche.
A pesare l’assenza di Celentano che aveva fatto infuriare il pubblico e causato la fuga di Michelle Hunziker, chiamata a condurre lo show. Poi lo stop per i problemi di salute di Adriano e il ritorno in grande stile, con un programma trasformato che ha messo al centro di tutto il Molleggiato e le sue canzoni.
Un cambiamento arrivato, forse, troppo tardi. Adrian, nonostante i tentativi, non ha convinto i telespettatori e, una puntata dopo l’altra, gli ascolti sono precipitati. Il programma è stato puntualmente battuto dalla concorrenza e a nulla sono serviti i grandi ospiti saliti sul palco, da Paolo Bonolis a Maria De Filippi e Gianni Morandi, sino a Biagio Antonacci e Marco Mengoni.
Travolto dalle critiche e solo, Celentano ha terminato l’avventura di Adrian con una certa amarezza. A difenderlo in queste ore Fiorello, che durante l’ultima puntata di VivaRaiPlay ha voluto dire la sua sul calo di share e sugli attacchi nei confronti del cantante.
“Adriano Celentano è un mito e dovrebbe essere rispettato un po’ di più per quello che ha fatto e per quello che farà – ha detto -. Ha fatto una cosa che magari non era super popolare ma non era neanche adatto ad un pubblico… vabbè non voglio dire altro. Quindi ad Adriano (alla quale voglio molto bene come persona) voglio dedicare un pezzo”.
Poco dopo Rosario Fiorello, accompagnato da Paola Turci, Achille Lauro e Capone & BungtBangt ha cantato Un pugno in una carezza, celebre brano di Celentano. Dopo le fatiche di Adrian e le numerose difficoltà, il cantante non ha rilasciato dichiarazioni. Nelle ultime puntate dello show è stata chiara la sua amarezza per il modo in cui il programma si è concluso.
“Ma io lo capisco – aveva detto qualche giorno fa ai microfoni di Striscia la Notizia -, tutte le cose nuove hanno un impatto difficile all’inizio, poi dopo è peggio. È per quello che gli ascolti sono più bassi, perché lì dentro c’è il futuro”.