La cerimonia degli Oscar è una delle notti più emozionanti del cinema mondiale. Si eleggono nuove stelle, incoronano talenti indiscussi e si scelgono i film destinati a passare agli annali. Sono momenti ufficiali e importanti, ma non per questo privi di gaffe, scandali e battibecchi. Ecco tutti gli eventi folli che non dimenticheremo mai.
I 6 momenti più folli degli Oscar
Lo schiaffo di Will Smith, Oscar 2023
Procediamo a ritroso per ordine cronologico. E non possiamo di certo non citare il clamoroso schiaffo in diretta sganciato da Will Smith al comico e presentatore della serata Chris Rock. L’intera platea – e anche i milioni di spettatori da casa – è rimasta attonita. In un primo momento si è pensato che fosse uno sketch programmato, mal riuscito ma concordato, e invece è stato tutto vero.
L’attore se l’è presa con il comico per via di alcune battute pronunciate contro la moglie Jada Pinkett Smith: “Levati il nome di mia moglie da quella c**o di bocca” ha urlato per ben due volte tornando al suo posto. L’impresa galante è costata a Will Smith un bando di 10 anni dalla cerimonia degli Oscar e sembra che, dopo quel giorno, l’Academy abbia assunto un’unità di crisi per evitare future risse sul palco.
Il vincitore sbagliato, Oscar 2017
Per attori e registi, specie quelli emergenti, sugli Oscar non si scherza. Vincere la tanto agognata statuetta d’oro può cambiare per sempre una carriera, significa assumere il ruolo di maestro e il rispetto dell’intera industria. E, nel 2017, il regista e il cast del commovente e indipendente Moonlight, speravano ardentemente di portarsi a casa il premio come miglior film.
Chissà che delusione quando, l’attore Warren Beatty ha annunciato il ben più leggero musical La La Land come vincitore. Era un errore, il più grande nella storia degli Oscar. La busta ricevuta da Beatty era quella sbagliata: alla fine, dopo qualche momento di panico e un lunghissimo imbarazzo, Moonlight si è preso il premio che meritava.
“Robertoooo”, Oscar 1999
Non è solo per noi italiani che quello avvenuto alla cerimonia degli Oscar 1999 è uno dei momenti che mai potranno essere dimenticati. C’era la gioia pura, un entusiasmo sincero e un’allegria teatrale tutta toscana nella corsa folle, con tanto di salti in alto tra le poltroncine compiuta da Roberto Benigni. Correva sul palco per ritirare il premio come miglior film straniero (per cui quest’anno concorre Io capitano di Matteo Garrone), consegnatogli – destino volle – dalla connazionale Sophia Loren.
Un uomo nudo sul palco, Oscar 1974
Si potrebbe pensare che l’outfit più folle della storia degli Oscar sia quello sfoggiato da Bjork, che si presentò con un vestito (letteralmente) a forma di cigno, ma non è così. Il più audace della storia fu il fotografo Robert Opel, che sul palco di Los Angeles ci arrivò completamente nudo.
Era una protesta, arrivò facendo il gesto della pace, dopo essere riuscito ad accedere nel backstage spacciandosi per un giornalista. Il presentatore di quell’occasione, l’attore David Niven, non fu affatto gentile con lui: “Non è affascinante pensare che probabilmente quell’uomo ha ottenuto l’unica risata della sua vita spogliandosi e mostrando i suoi difetti?” disse.
Il rifiuto di Marlon Brando, Oscar 1973
Quando, e correva l’anno 1973, Marlon Brando fu chiamato sul palco per ritirare la statuetta dedicata al migliore attore protagonista per l’interpretazione magistrale regalata ne Il Padrino, sul palco salì una bellissima ragazza dalle lunghe trecce scure, in abiti tradizionali nativi americani.
“Rappresento Marlon Brando – esordì l’attivista Sacheen Littlefeather – che mi ha incaricato di dirvi che non può accettare questo generoso premio a causa del trattamento oggi riservato agli indiani d’America nell’industria del cinema”. Brando fu il primo e al momento l’unico attore al mondo a rifiutare un Oscar.
Il ringraziamento più lungo di sempre, Oscar 1943
Chiunque vinca, oggi, deve attenersi a una regola rigidissima: i discorsi di ringraziamento sul palco degli Oscar non possono durare più di 45 secondi. È una regola imposta dall’Academy a causa di Greer Garson, vincitrice nel 1943 del premio come miglior attrice protagonista per il film La signora Miniver: il suo discorso, il più lungo della storia, superò i 5 minuti. Record opposto per il regista Alfred Hitchcock, quando fu premiato nel 1968, si limitò a un secco, brevissimo, “thank you” e poi via, dritto al suo posto.