Max Pezzali si è sposato con Debora Pelamatti, che è diventata sua moglie dopo tre anni d’amore.
Bresciana, bellissima e avvocatessa, Debora ha conquistato il cuore del cantante degli 883, dopo un matrimonio finito e tanta sofferenza. La coppia è convolata a nozze in gran segreto, a Pavia, nella cornice di Villa Necchi. Secondo quanto rivelato da Il Giornale di Pavia, il matrimonio è stato celebrato lo scorso 29 aprile da Alessandro Cattaneo, ex sindaco della città che ha dato i natali a Pezzali.
Presenti pochissimi ospiti, fra amici e familiari. Una cerimonia segretissima e molto semplice, vissuta dalla coppia nella più completa privacy. “Fra una confidenza e l’altra è nata una forte complicità. E ci siamo innamorati” aveva raccontato qualche tempo fa Debora al Corriere della Sera.
Originaria di Brescia e con una laurea in Giurisprudenza, Debora ha una grande passione per la moda e su Instagram condivide gli scatti che raccontano la sua quotidianità con Max Pezzali. I due si sono conosciuti subito dopo il divorzio dell’artista con Martina, a cui è stato legato per otto anni e che gli ha regalato il figlio Hilo, nato nel 2008.
Il legame con Debora era nato come un’amicizia, che nel corso degli anni si è trasformata in amore. “Dopo la maturità classica al liceo Golgi di Breno mi sono trasferita a Pavia per frequentare l’università e non mi sono più spostata – aveva raccontato lei al Corriere -. È lì che ho conosciuto Max, per caso, un giorno in Piazza della Vittoria. Ci ha presentato un’amica comune: piacere Debby, piacere Max. Ed è finita lì. Lui stava a Roma, io vivevo a Pavia. Ci si incrociava quando lui tornava a casa. Ma eravamo amici, niente di più”.
Poi l’amore, travolgente, che li ha portati sino all’altare. “Ho sempre visto Max come una persona umile e spontanea – aveva confessato Debora -. Non l’ho mai considerato un personaggio. E anche adesso, che frequentiamo il suo ambiente, la mia vita non è cambiata. Ho voluto mantenere la mia identità. Ho il mio lavoro, le mie passioni. Max apprezza questa scelta di conservare una mia dimensione”.