Mentre la cucina italiana diventa ufficialmente Patrimonio UNESCO e Napoli viene nominata città in cui si mangia meglio al mondo, Caterina Balivo coglie la palla al balzo per parlare (ancora) di cibo, diete e varie ed eventuali nel salotto de La Volta Buona.
Stavolta, però, ad arginare il professor Calabresi, ormai presenza fissa nel programma, ci ha pensato lui, il re dei pasticceri: Iginio Massari. Quando la realtà supera l’imitazione, potremmo dire. A stemperare l’atmosfera in studio – in cui tra fritture light e pandori chetogenici veniva voglia di urlare “Non toccateci (almeno) il Natale!” -, anche la grande Maria Di Biase, sempre con la battuta pronta.
Frivolezze a parte, la conduttrice è tornata a parlare di Sandro Giacobbe, i cui funerali si sono svolti nella giornata di ieri. Lì, Paolo Vallesi ha pronunciato un discorso toccante, come le parole di un altro amico e collega, Paolo Mengoli, che non è riuscito a trattenere l’emozione in studio.
Ma andiamo per ordine: ecco le pagelle della puntata (come sempre, secondo noi).
Iginio Massari, quando la realtà supera l’imitazione. Voto: 8
È arrivato in studio con due splendide torte e con la sua solita espressione da maestro severissimo pronto a bacchettarti. In una puntata che per buona parte ha trattato di cibo, cucina italiana e tradizione natalizia, non poteva mancare un’eccellenza come Iginio Massari.
Star televisiva e pastry chef tra i più noti al mondo, Massari è un vero personaggio. Molto più della celebre imitazione del grande Fabio De Luigi (che lui stesso approva). Così mentre il Professor Calabresi dice che i dolci si dovrebbero mangiare solo a Natale – “È un’esagerazione, una torta come quella equivale a sette pagine delle mie diete”, addirittura -, ecco che Massari risponde a tono: “C’è la contrapposizione, il diavolo e l’acqua santa. Però bisogna vedere chi è il diavolo…“.
Con grande riverenza, caro Iginio, possiamo dire a gran voce che l’abbiamo amata.
Il collegamento disastroso di Peppone. Voto: 5
Sempre in tema di cibo e specialità italiane, ecco pronto il collegamento con Peppone Calabrese, conduttore di Linea Verde. Un collegamento disastroso, a dirla tutta…
Seduto a una tavolata di salumi e formaggi coi suoi collaboratori – tra cui il non molto entusiasta regista del programma -, in una splendida distesa verde nel Molise, Peppone ha tenuto banco nonostante non sentisse neanche un fiato dallo studio. Almeno prima di infervorarsi: “Mi sono arrabbiato perché non ti sentivo, ti avevano boicottato”, ha detto (scherzando) a Caterina Balivo.
La travolgente simpatia di Maria Di Biase. Voto: 9
È un bene parlare di buone abitudini a tavola: mangiare sano non è cosa da poco ed è qualcosa di cui tutti dovremmo far tesoro, a prescindere da eventuali condizioni di salute specifiche. Ma almeno a Natale, lasciateci osare (nei limiti, of course).
Diva indiscussa nel bel mezzo degli accesi e confusionari discorsi sul cibo dei presenti, per fortuna c’era lei: la vulcanica Maria Di Biase, ospite insieme al marito e collega Corrado Nuzzo. Interpellata dalla conduttrice per intervenire sul tema, ha ironizzato: “Chiamare me per parlare di dieta, è come chiamare un pornoattore a A sua immagine“. Grazie, davvero.
Le parole di Paolo Vallesi ai funerali di Sandro Giacobbe (Voto: 10)…
Caterina Balivo ha dato ancora spazio al ricordo di Sandro Giacobbe, i cui funerali si sono celebrati nella giornata di ieri. La morte del cantautore ha colpito al cuore di molti, in particolare di quegli amici e colleghi che con lui hanno condiviso tanto. Tra questi Paolo Vallesi, con lui nella Nazionale Italiana Cantanti praticamente da una vita.
“Non è una buona sera. Non è per niente una buona giornata per nessuno, oggi. Tutti noi perdiamo un amico vero e una persona eccezionale. Caro Sandro, le persone come te non entrano con rumore nella vita degli altri, si fanno spazio piano, con discrezione, e solo quando mancano ti rendi conto di quanto tenevano in piedi tutto”, queste le parole del cantante in chiesa, che hanno commosso tutti in studio.
E ancora, parlando della loro amata squadra: “Dal 1981 ci sei stato accanto. Dal 2000 ci hai guidati. Ma più che ruolo, tu per noi sei stato una presenza. Una presenza che faceva bene. Adesso ci sentiamo un po’ più soli, è inutile girarci intorno, e ci fa male dirtelo così, ma è la verità. Sandro, vorremo che tu lo sapessi: quello che ci hai dato non se n’è andato e non se ne andrà mai. Resterà per sempre nei ricordi che ci scaldano il petto. Nel rispetto che ci hai insegnato, nel sorriso che proveremo a dare anche quando non ci verrà spontaneo, in quella dolcezza tua che ci ha tenuti uniti tante volte. Ci manchi e ci mancherai. La tua squadra, la tua famiglia, la Nazionale italiana cantanti”.
…e il ricordo dell’amico Paolo Mengoli (Voto: 10)
Un discorso toccante, proprio come le parole di Paolo Mengoli, altro suo grande amico presente in studio. “Sono 45 anni che ho condiviso con lui, non solo per il calcio (…). È stato per me un amico, un fratello ed è stata la persona con la quale ho condiviso anche la vita di tutti i giorni. Ci sentivamo spesso, aveva una parola per tutti (…). Lui è stato un grande collante. Lo ha dimostrato anche dopo, quando è diventato allenatore è riuscito a far sì che, quando i giovani dovevano amalgamarsi con dei ‘vecchietti’ come noi, questo gruppo diventasse un tutt’uno”.
La solita polemica su Sanremo. Voto: 4
Si assottiglia il conto alla rovescia per il prossimo Festival di Sanremo e, al solito, immancabile arriva il polemicozzo. Cosa che nello studio de La Volta Buona ormai è quasi all’ordine del giorno.
Al centro la rosa di Big scelti da Carlo Conti, tra cui spiccano nomi come Nayt, Luché, Samurai Jay. Nomi che, secondo i più “tradizionalisti”, non meritano di avere quel posto. “Ci sono più cantanti che parlano anziché cantare, questo è il festival della canzone italiana. Non vogliamo polemizzare (…), c’è il dato di fatto che stanno passando tutti questi cantanti. Valerio Scanu era già conosciuto quando è arrivato a Sanremo, questi qua arrivano per farsi conoscere. Il nazionalpopolare non c’è”, ha tuonato Mengoli.
Samantha de Grenet ha provato a mediare: “Questi ragazzi hanno un signor pubblico su piattaforme e altro, è un nuovo modo per ascoltare musica per i ragazzi. Il rap è un nuovo modo per far musica che piace ai giovani, anche un modo per svecchiare Sanremo”. Dire che il rap sia un genere nuovo, insomma.
E poi, ancora una volta, la questione autotune: “Quando vedo l’utilizzo spropositato dell’autotune, così ci vado anch’io a Sanremo”, ancora la de Grenet. Parole sante per Valerio Scanu, che da sempre sostiene questa battaglia. Ne avremo ancora da sentire, da qui fino al 24 febbraio.