Chiara Ferragni è stata una delle regine indiscusse del Festival di Sanremo 2023. Un esordio sul piccolo schermo che ha indubbiamente lasciato il segno, specialmente per i look che l’imprenditrice e influencer ha scelto (anzi, creato) insieme ai direttori creativi di due maison d’eccezione: Dior per la prima puntata e Schiaparelli per la finale dell’11 febbraio. E se i primi erano stati un vero e proprio manifesto contro l’odio e le convenzioni imposte dal patriarcato, questi ultimi hanno ribadito con forza tali concetti, sublimando l’immagine di una donna libera e guerriera, madre e padrona di sé stessa.
Chiara Ferragni, Donna e Madre Guerriera: il primo abito della finale
“Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri”, così esordisce l’accurata descrizione che Chiara Ferragni ha condiviso con i suoi follower di Instagram a proposito del primo abito sfoggiato durante la finale di Sanremo 2023. Un’immagine che rievoca certe donne della mitologia e che mixa sapientemente le due facce del femminile: la morbidezza dell’abito e delle forme che evidenzia, la fermezza e la durezza della corazza di cui questo corpo si ricopre.
“La lotta femminile contro la colpa di voler conciliare tutto – prosegue il post – è stato il tema che abbiamo chiesto di elaborare a Daniel Roseberry per questo abito realizzato dalla maison Schiaparelli. La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni di Chiara rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello. Mentre la sottoveste di satin è dipinta di blu perché è da sempre il colore associato alla sacralità della maternità (…) . Non essere considerate solo apparati riproduttivi è la scelta per cui combattere ogni singolo giorno!”.
Finale di Sanremo, il secondo abito dedicato al corpo femminile
L’abito Body Painting fa eco al Vestito Senza Vergogna sfoggiato da Chiara Ferragni durante la prima serata di Sanremo 2023, con cui l’imprenditrice ha voluto accendere i riflettori sul corpo della donna e sulla percezione che ancora oggi si ha di esso: “Questo è il corpo di una donna (…) che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato”, aveva scritto su Instagram.
Dal delicato e intimo ricamo trompe l’oeil di questo primo abito, la Ferragni è passata a un audace e “scandaloso” corpo femminile, che splende finalmente liberato da ogni oppressione: “L’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna – si legge -. L’audacia di quel gesto artistico e scandaloso dell’artista Yves Klein ha ispirato il look (…). Nel lavoro dell’artista francese i corpi delle donne erano liberati dalla loro immobilità di manichino e chiamati a imprimere autonomamente le proprie forme su grandi canvas bianchi da dipingere in blu. Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione”.
Sanremo, L’Abito dei Diritti Umani con l’iconica collana a forma di utero
Per mandare un messaggio di forte impatto Chiara Ferragni ha sfruttato ancora una volta il potere incredibile della moda. Perché vestire non è coprirsi o nascondere, ma soprattutto un modo per esprimere sé stesse e le proprie idee, per diffondere nel mondo la parte più intima e profonda di sé. Il terzo abito della finale di Sanremo, quello dedicato ai Diritti Umani, con la collana d’oro a forma di utero disegnata sempre dalla maison Schiaparelli ne è la lampante dimostrazione.
“Un lungo abito nero di velluto decorato da una collana a forma di utero – scrive la splendida Chiara – composta da diverse sezioni di corpo di donna è il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi che portiamo a Sanremom. L’abito e il gioiello disegnati appositamente da Daniel Roseberry per Schiaparelli ricordano a tutti che i diritti riproduttivi sono diritti umani. Perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare”. Un messaggio che si rivolge non solo alle donne, ma a “ogni essere umano” che “deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni sul proprio corpo”.
La Femminilità Maschile nell’ultimo abito di Chiara Ferragni a Sanremo
Quante volte ci siamo sentite dire che per avere la considerazione e la stima altrui dobbiamo necessariamente “assumere comportamenti maschili”? Quante volte ci siamo sentite imporre anche un certo modo di vestire, sulla scia di regole che impongono il “vestirsi da uomo per dimostrare capacità di leadership”?
È questo il focus del quarto e ultimo abito sfoggiato da Chiara Ferragni durante la finale di Sanremo 2023, lo stesso che abbiamo ammirato durante la proclamazione e la premiazione del vincitore Marco Mengoni. “L’abito pantalone in velluto nero, interrotto da un corsetto con ricamati di perle a forma di addominali, vuole essere una caricatura a questo stereotipo sessista – spiega la Ferragni sul suo profilo Instagram -. Un messaggio agli uomini ancora convinti nella narrazione del ‘mostrare i muscoli’ per essere definite donne degne di rispetto”.
Chiara Ferragni donna, mamma, imprenditrice e un messaggio potente, a conclusione di questa avventura sanremese: “Non rinunciate alla vostra femminilità perché da qualcuno è considerata un punto di debolezza perché è proprio lì che si trova la forza delle donne“.