Vaccino bivalente e non solo, come proteggere chi è più a rischio d’infezioni

I primi destinatari del vaccino bivalente sono gli over 60: perché sono più a rischio e come proteggerli dal Covid

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

È arrivato il vaccino bivalente per il virus Sars-CoV-2. Per la prima volta, il vaccino a mRNA aggiornato aiuterà a proteggere più specificamente nei confronti delle varianti Omicron, per la presenza di antigeni di Omicron-1. Per questo si dice che la campagna vaccinale potrebbe conoscere una nuova fase.

Il vaccino vedrà come primi destinatari le persone con più di 60 anni e i soggetti immunodepressi. E non si tratta dell’unico preparato che può essere utile per proteggere le persone più fragili. A dirlo sono gli esperti della SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali), che ha messo a punto un’iniziativa morata per questa vaccinazione.

Come definire chi è a rischio

Le nuove esigenze poste dalla nuova fase della campagna vaccinale sono al centro del corso “Vaccination of the elderly in COVID-19 times”, promosso da ESCMID – European Society of Clinical Microbiology And Infectious Diseases, ESGIE – Escmid Study Group for Infections in the Elderly, EVASG – Escmid Vaccine Study Group, e patrocinato dalla SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, organizzatore locale dell’evento.  “Questa iniziativa permetterà di analizzare tutti gli aspetti più rilevanti in merito alle vaccinazioni nell’anziano – spiega Marco Tinelli, Coordinatore del corso ESCMID e dirigente SIMIT.

L’anziano è il paziente che percentualmente ha più rischi di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2; con la vaccinazione riduce i rischi di ospedalizzazione e terapia intensiva. Per capire la gravità del fenomeno, basti pensare che a livello europeo nelle RSA si sono verificati ben 800mila decessi, una cifra che oscilla tra il 30 e il 60 per cento del totale.

In vista di una possibile recrudescenza della circolazione del virus è importante un richiamo dell’immunità con i nuovi vaccini aggiornati, mirata verso le nuove varianti del Covid, specialmente nella popolazione più anziana, spesso affetta da comorbidità come diabete, malattie cardiovascolari, broncopneumopatie”.

Nell’occasione vengono presentati i dati di uno studio di prossima pubblicazione su Clinical Microbiology and Infection, realizzato da diversi centri di malattie infettive italiani – Modena, Pisa, Milano San Raffaele – e stranieri – israeliani, svizzeri, francesi. E’ lo studio Flamincov che permetterà di accedere intuitivamente alla stratificazione del rischio. Grazie a una serie di indicatori riscontrabili anche in pronto soccorso sarà possibile classificare con un punteggio, indipendentemente dall’età, gli anziani che abbiano bisogno di essere ricoverati in Terapia Intensiva e di ricevere determinate cure.

Protezione da forme gravi di Covid-19 e non solo

Il vaccino a mRNA bivalente riveste sia la funzione di booster per completare il ciclo vaccinale primario per chi non lo avesse ancora fatto, sia di offrire una maggiore protezione a chi abbia già ricevuto tre o quattro dosi – sottolinea Marco Falcone, Segretario SIMIT e Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Pisa. Non si tratta solo di una nuova dose che va a integrare le precedenti, ma di un vaccino nuovo, aggiornato, proprio come avviene annualmente per l’influenza.

Con esso sarà possibile stimolare l’immunità contro le nuove varianti, soprattutto nei soggetti più a rischio. Per questo la nostra attenzione si rivolge soprattutto alla popolazione over 60, la più colpita da forme gravi della malattia nelle varie ondate che si sono susseguite. Inoltre, è opportuno specificare che, pur costituendo un progresso, questo vaccino non è una soluzione definitiva, visto che il virus cambia continuamente e non si possono escludere nuove varianti.

Come ormai è noto, il Covid è destinato a restare, ma sempre più come influenza e non come malattia grave. In questo senso, l’attenzione ai vaccini nella popolazione sopra i 60 anni e nei soggetti immunodepressi va oltre il Covid, ma riguarda anche altri ambiti dove la prevenzione può offrire opportunità di protezione fondamentali per questi soggetti. Periodicamente è bene recuperare alcune vaccinazioni, a partire da quella antinfluenzale, fondamentale in vista del prossimo inverno, insieme a quella antipneumococcica, antimeningococcica e contro l’Herpes Zoster. A queste si possono aggiungere altre vaccinazioni ritornate di grande attualità, come quella contro il vaiolo che si credeva scomparso e contro la poliomelite, di cui si stanno verificando centinaia di migliaia di casi negli Stati Uniti.