Avere freddo in casa con temperature ben al di sotto dei 19 gradi previsti dalla legge, quando la colonnina del mercurio scenderà ulteriormente nelle prossime settimane, può essere dannoso per la salute in particolare degli anziani più vulnerabili. A ricordarlo sono gli specialisti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), in occasione del 67esimo congresso nazionale.
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La casa fredda aumenta i rischi per il cuore
Generalmente con l’avanzare dell’età il sistema di termoregolazione si deteriora e molti anziani avvertono maggiormente freddo anche in casa, soprattutto agli arti e alle estremità, perché l’organismo concentra il calore nelle parti fondamentali del corpo, cioè cuore, cervello e polmoni. Spesso l’anziano può sentire freddo perché ha una pelle sottile con minor grasso corporeo, o perché si muove o mangia poco o ha una massa muscolare ridotta e un metabolismo rallentato con minore produzione di calore.
“Ma una sensazione di freddo continua dovuta a un tempo prolungato di esposizione a basse temperature in casa, può comportare una riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiache, delle cadute, con il drammatico corollario delle fratture e un aumento dei ricoveri ospedalieri e fino anche della mortalità – spiega Francesco Landi, presidente SIGG e direttore UOC Medicina Interna Geriatrica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, docente di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma.
Studi epidemiologici dimostrano che vivere in una casa fredda aumenta il rischio di ictus e infarto, in chi ha già problemi cardiaci. Quando la temperatura in casa si abbassa, infatti, i vasi sanguigni si restringono, aumentando la pressione sanguigna e ostacolando la circolazione. Anche il nostro sangue diventa più denso, in parte a causa di un aumento dei livelli di una proteina chiamata fibrinogeno e di altre molecole responsabili della coagulazione.
La restrizione dei vasi sanguigni, inoltre, porta anche a una maggiore minzione, che può causare disidratazione se i liquidi persi non vengono sostituiti in maniera sufficiente con l’assunzione di più acqua. Questi cambiamenti possono aumentare il rischio di coaguli di sangue e costringere il sistema cardiovascolare a lavorare di più”.
Casa fredda, perché si rischiano le cadute
Secondo l’esperto, un’abitazione troppo fredda potrebbe anche avere effetti dannosi sul sistema respiratorio e aggravare malattie come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Secondo Landi “respirare aria fredda in casa può irritare le vie respiratorie e scatenare sintomi come tosse e produzione di muco. Alcune evidenze suggeriscono che basse temperature in casa possono essere il microclima ideale per la diffusione dei rinovirus e dei virus dell’influenza, che rimangono vitali più a lungo”.
Gli effetti del freddo in casa possono pesare anche sulla mobilità degli anziani con un impatto subdolo sulle cadute “Spesso gli anziani per il freddo decidono di rimanere a letto anche tutto il giorno evitando addirittura di nutrirsi adeguatamente – sottolinea Landi – Inoltre la sensazione di freddo può aumentare il dolore cronico, specialmente quello legato a patologie tipiche dell’età avanzata come l’artrite o l’artrosi.
Ciò potrebbe aumentare il rischio di subire una caduta o qualche altro infortunio in casa”. Insomma: gli anziani hanno necessità di vivere in una casa adeguatamente riscaldata con una temperatura sufficientemente alta. Ma se in passato riscaldare un appartamento era una spesa sostenibile oggi non è più possibile per gli anziani con un reddito basso a causa del caro-bollette. “Si stima che in Italia siano 3 milioni gli anziani non in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case e che in Europa sono 36 milioni di over 65 che soffrono di “povertà energetica” – conclude Landi.
Per consentire agli anziani di sopravvivere ai rincari dei costi dell’energia, evitando conseguenze gravi per la salute, sarebbe auspicabile che il Governo si facesse carico di questa situazione che rischia di diventare una vera emergenza di sanità pubblica, con aiuti diretti esclusivamente alle persone di età più avanzata, con reddito basso e in condizioni critiche di salute.