Osteoporosi, una nuova speranza per le donne in post-menopausa

Presentata a Milano una terapia anabolica per il trattamento dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa

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Redazione

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Pubblicato: 22 Maggio 2025 12:13

Si è tenuta giovedì scorso a Milano una conferenza stampa per presentare una nuova opzione terapeutica per il trattamento dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa: abaloparatide, un farmaco anabolico sviluppato da Theramex, azienda farmaceutica internazionale specializzata nella salute femminile.

La nuova terapia riduce in modo significativo il rischio di fratture, una delle conseguenze più gravi e invalidanti della malattia. A febbraio 2025, l’abaloparatide ha ottenuto la rimborsabilità da parte dell’Agenzia ltaliana del Farmaco (AIFA) ed è disponibile e rimborsata dal SNN.

Alla conferenza sono intervenuti Maurizio Rossini, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Verona, Bruno Frediani, presidente della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), il vicepresidente del comitato scientifico della FEDIOS (Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello Scheletro) Ferdinando Silveri e Fabrizio Savoldi, General Manager di Theramex Italia.

Osteoporosi, una patologia silenziosa ma devastante

L’osteoporosi è una malattia sistemica cronica dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative, che aumentano il rischio di fratture anche in seguito a traumi lievi.

«L’osteoporosi è una malattia silenziosa ma profondamente invalidante, che accompagna le donne per molti anni dopo la menopausa», afferma Ferdinando Silveri, vicepresidente del comitato scientifico FEDIOS.

In tutto il mondo l’osteoporosi colpisce circa 200 milioni di donne. In Italia ne soffrono circa 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. La sua incidenza aumenta con l’età, fino a interessare la maggior parte della popolazione oltre gli 80 anni.

Solo nel 2019 l’International Osteoporosis Foundation (IOF) ha stimato che in Italia si siano registrate 568.000 nuove fratture da fragilità. Sempre secondo l’IOF entro il 2030 le fratture da fragilità aumenteranno del 22,4% nel nostro Paese, complice l’invecchiamento demografico.

Come si diagnostica e quali sono i fattori di rischio dell’osteoporosi

Nonostante la gravità della patologia, l’osteoporosi è ancora sottodiagnosticata e sottotrattata. La diagnosi viene fatta principalmente con MOC (mineralometria ossea computerizzata). In base all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la diagnosi con MOC si basa sulla valutazione della densità minerale ossea confrontata con quella di soggetti adulti sani. Valori densitometrici di deviazione standard dal picco medio di massa ossea inferiori o uguali a -2.5, rappresentano per l’OMS la soglia per diagnosticare la presenza di osteoporosi.

Tuttavia, la valutazione densitometrica deve essere integrata con l’analisi di elementi predisponenti e di fattori di rischio clinici.

Tra i fattori di rischio figurano, fra gli altri:

  • età avanzata (> 65 anni),
  • il sesso femminile,
  • la menopausa precoce,
  • la carenza di vitamina D,
  • la familiarità per frattura,
  • la ridotta attività fisica,
  • il fumo,
  • l’alcol.

Abaloparatide, un’innovazione terapeutica

In questo contesto si inserisce abaloparatide, il nuovo farmaco di Theramex. Si tratta di un analogo sintetico del peptide correlato all’ormone paratiroideo umano (1-34 hPTHrP), che stimola l’attività osteoblastica e comporta un rapido aumento della densità minerale ossea nei diversi siti dello scheletro. A differenza di altri trattamenti che rallentano la perdita di densità ossea, abaloparatide attiva l’osteogenesi.

«Abaloparatide rappresenta una novità importante nel trattamento dell’osteoporosi post-menopausale», ha dichiarato Maurizio Rossini, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Verona, «perché agisce in modo selettivo stimolando la formazione di nuovo osso, contribuendo a ridurre significativamente il rischio di fratture, soprattutto a livello del femore».

I risultati dello studio registrativo di fase 3 ACTIVE (Abaloparatide Comparator Trial In Vertebral Endpoints), pubblicati su JAMA (Journal of the American Medical Association), sono significativi: il farmaco riduce dell’88% il rischio di fratture vertebrali e del 69% quello di fratture osteoporotiche maggiori rispetto al placebo.

Come sottolineato da Bruno Frediani, direttore del dipartimento direttore del dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena, professore ordinario di Reumatologia e presidente della SIOMMMS, «il cambiamento nell’offerta terapeutica, con soluzioni più mirate e capaci di stimolare attivamente la formazione di nuovo osso, apre nuove prospettive per molte donne. È fondamentale che queste opzioni siano condivise in un dialogo costante tra medico e paziente, così da costruire percorsi di cura personalizzati, efficaci e sostenibili nel tempo».

Fonti

  • Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, D. Diacinti, D. Gatti, S. Giannini, A. Giusti, N. Malavolta, S. Minisola, G. Osella, M. Pedrazzoni, L. Sinigaglia, O. Viapiana, G.C. Isaia, Linee guida per la diagnosi, la prevenzione ed il trattamento dell’osteoporosi in Reumatismo, 2016; 68 (1): 1-42
  • Broken bones, broken lives, Report IOF (International Osteoporosis Foundation)
  • Miller PD, Hattersley G, Riis BJ, et al. Effect of Abaloparatide vs Placebo on New Vertebral Fractures In Postmenopausal Women With Osteoporosis: A Randomized Clinical Trial. JAMA. 2016;316(7):722-733. doi:10.1001/jama.2016.11136