Ischemia: tipologie, fattori di rischio, sintomi e terapia

L’ischemia è una condizione che può colpire diversi distretti corporei. Scopri quali sono i sintomi, le cause, i fattori di rischio e i trattamenti da seguire

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

L’ossigeno è indispensabile per la vita, come anche per il benessere degli organi e dei tessuti del nostro organismo. Una volta inspirata, l’aria, ricca di ossigeno, giunge ai polmoni, dove entra in contatto, attraverso complicate strutture microscopiche, con il circolo sanguigno. Qui avvengono gli scambi gassosi che consentono al sangue di liberarsi dell’anidride carbonica (prodotto di scarto del metabolismo cellulare) e arricchirsi di ossigeno. Il sangue, grazie all’attività del cuore, torna verso l’organismo per irrorare tutti i distretti. Quando però l’ossigeno, per diversi motivi, non arriva in alcune aree, ci possono essere ripercussioni, anche gravi. Questa condizione porta il nome di ischemia e non deve essere sottovalutata.

Che cos’è l’ischemia

Se i tessuti non ricevono ossigeno e nutrienti attraverso il sangue, l’attività stessa di quell’organo può essere compromessa. Questa evenienza, definita ischemia, è una conseguenza della riduzione dell’apporto di ossigeno ad un tessuto, rispetto a quanto necessario, per poter funzionare in modo corretto. Possono essere interessati tessuti e organi, tra cui il cuore, i reni, il cervello, i polmoni, l’intestino. Considerando il lasso di tempo in cui la regione del corpo resta senza ossigeno, l’ischemia può essere:

  • transitoria, ovvero quando l’afflusso di sangue viene interrotto all’improvviso e poi viene ristabilito, come accade nel caso dell’angina pectoris;
  • permanente, quando il sangue non raggiunge l’organo per diverso tempo. Questo può provocare danni seri come la morte dei tessuti (necrosi). L’infarto del miocardio, l’ischemia polmonare, cerebrale o intestinale sono un esempio.

Tipologie di ischemia

A seconda dell’area in cui l’ischemia si sviluppa, si riconoscono diverse forme. Tra le principali ci sono:

  • l’ischemia cardiaca o cardiopatia ischemica o ischemia miocardica, in cui il flusso di sangue viene a mancare al cuore;
  • ischemia mesenterica, ovvero quando si verifica una diminuzione del sangue verso l’intestino tenue. Può essere cronica quando si sviluppa nel tempo, ma può trasformarsi in acuta se non viene trattata in modo corretto;
  • ischemia cerebrale. Riguarda il cervello e può interessare una specifica area (ischemia focale) o vaste aree di tessuto cerebrale (ischemia globale).

Quali sono i sintomi dell’ischemia

Non sempre le differenti forme di ischemia si manifestano con sintomi evidenti. Quando però ciò accade, la sintomatologia può differenziarsi in base all’organo colpito.

Ischemia cardiaca

Questa forma di ischemia a volte non presenta alcun segnale, altre invece si manifesta con:

  • senso di oppressione o dolore al torace, specie sul lato sinistro (angina pectoris);
  • battito cardiaco accelerato;
  • nausea/vomito;
  • fiato corto;
  • dolore al collo, alla spalla, al braccio;
  • senso di affaticamento;
  • sudorazione abbondante.

L’angina pectoris può essere:

  • Si verifica a seguito di uno sforzo fisico, quindi quando il cuore necessita di più ossigeno e si placa con riposo o l’assunzione di farmaci specifici;
  • Si manifesta a riposo e necessita di un trattamento immediato, in quanto è da considerarsi più grave.

Ischemia cerebrale

Tra i principali segnali rientrano:

  • incoscienza;
  • problemi di coordinamento;
  • problemi alla vista, nel linguaggio e nell’eseguire movimenti;
  • debolezza muscolare di una regione corporea.

Ischemia mesenterica

I segnali spia di ischemia mesenterica acuta includono:

  • febbre;
  • nausea e vomito;
  • forte e improvviso dolore in prossimità dell’addome.

L’ischemia mesenterica cronica invece, si manifesta con:

  • un dolore all’addome che si avverte circa 30 minuti dopo aver consumato un pasto;
  • dolore che peggiora nell’arco di un’ora, per poi scomparire entro le tre ore.

Questa sintomatologia può essere comune anche ad altre condizioni ed è bene indagarla a fondo, per inquadrare correttamente il problema sottostante.

Quali sono le cause dell’ischemia

Abbiamo visto come il motivo principale di questa condizione sia una riduzione dell’afflusso di sangue verso un’area del corpo. Tuttavia, possono esserci altre cause, legate alla funzione dell’organo interessato.

Ischemia cardiaca

Alcune condizioni possono portare allo sviluppo di questa patologia, come:

  • aterosclerosi. È tra le più comuni cause di ischemia miocardica ed è una problematica che porta alla riduzione del flusso sanguigno per l’accumulo di placche (formate da colesterolo) presenti sulle pareti arteriose;
  • spasmo coronarico. È un irrigidimento momentaneo dei muscoli delle pareti arteriose che può ridurre, per un breve periodo, o impedire, l’arrivo del sangue a una parte del cuore;
  • presenza di coaguli di sangue. Questi si formano a seguito della rottura delle placche di colesterolo o per la presenza di condizioni predisponenti. I coaguli possono bloccare l’arteria portando a un’ischemia miocardica con conseguente infarto.

Ischemia cerebrale

Questa condizione è legata a diverse patologie e condizioni come:

  • accumulo di colesterolo nelle pareti delle arterie;
  • una compressione dei vasi sanguigni;
  • pressione del sangue bassa;
  • presenza di coaguli di sangue;
  • difetti cardiaci congeniti;
  • anemia falciforme, una malformazione genetica dell’emoglobina, per cui i globuli rossi hanno la forma di una “falce” piuttosto che di un “disco”; i globuli rossi a forma di falce coagulano più facilmente rispetto ai normali globuli rossi, ostruendo il flusso sanguigno al cervello.

L’ischemia cerebrale globale può essere causata da un arresto cardiaco, l’ischemia cerebrale focale è di solito correlata all’aterosclerosi.

Ischemia mesenterica

La forma acuta è causata per lo più da un coagulo di sangue nell’arteria mesenterica principale; la forma cronica invece, è provocata dai depositi di grasso (placche) che restringono le arterie.

Fattori di rischio dell’ischemia

Tra i fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare l’ischemia rientrano:

  • il fumo;
  • l’ipertensione arteriosa, che può accelerare lo sviluppo dell’aterosclerosi;
  • i livelli alti di colesterolo LDL, che possono depositarsi lungo le arterie rendendo il passaggio del sangue ridotto;
  • il diabete;
  • il sovrappeso;
  • i trigliceridi alti, che possono contribuire allo sviluppo di aterosclerosi.

Quali sono le complicazioni dell’ischemia

Le conseguenze derivanti da un’ischemia possono essere più o meno gravi. Ce ne sono diverse a seconda dell’area colpita.

Ischemia cardiaca

Tra le principali complicazioni rientrano:

  • l’insufficienza cardiaca;
  • l’aritmia, ovvero un ritmo irregolare del cuore che può indebolire l’organo mettendo a rischio la salute del paziente;
  • l’infarto miocardico acuto. Un’arteria coronaria del tutto ostruita impedisce l’arrivo dell’ossigeno al cuore causando un infarto. Il danno a carico dell’organo è grave e in alcuni casi potrebbe provocare il decesso.

Ischemia cerebrale

I sintomi possono durare alcuni secondi (TIA o Transitory Ischemic Attack) o molto di più. Questo può determinare un danno irreversibile al cervello, come la morte del tessuto cerebrale, noto anche come ictus ischemico. Se il cervello subisce un danno, i sintomi possono diventare permanenti.

Ischemia mesenterica

La forma acuta può portare ad alcune di queste complicazioni:

  • un danno irreversibile all’intestino a seguito della morte di una o più parti dell’organo;
  • sepsi, in cui il danno favorisce l’insorgenza di un’infezione batterica diffusa a cui il corpo reagisce rilasciando mediatori che causano danni all’organismo;
  • morte, nei casi più estremi, e come conseguenza delle complicazioni descritte sopra.

L’ischemia cronica potrebbe portare alla perdita di peso.

Diagnosi dell’ischemia

La valutazione dei sintomi e della storia del paziente rappresentano il primo passo per formulare una diagnosi di ischemia.

Ischemia cardiaca

Lo specialista potrebbe richiedere di eseguire alcuni esami per valutare il funzionamento del cuore come:

  • l’elettrocardiogramma, che registra l’attività del cuore;
  • l’ecocardiogramma, un’ecografia utile per identificare un’eventuale area danneggiata dell’organo;
  • l’ecocardiogramma da stress. In aggiunta all’ecocardiogramma classico, viene eseguito un test che mette sotto sforzo il fisico, consistente nell’eseguire l’esame dopo aver eseguito uno sforzo fisico;
  • una risonanza magnetica del cuore;
  • una radiografia del torace.

Potrebbe inoltre essere necessario eseguire degli esami del sangue per rilevare i livelli di colesterolo nel sangue.

Ischemia cerebrale

Il medico può richiedere alcuni esami di approfondimento come:

  • l’ecocardiogramma;
  • la TAC;
  • un controllo della pressione arteriosa;
  • la rilevazione dei livelli di colesterolo nel sangue, come anche l’eventuale presenza di infezioni, anemia.

Ischemia mesenterica

Possono essere richiesti esami tra cui:

  • una TAC, una radiografia o una risonanza magnetica, per valutare lo stato delle arterie nell’intestino;
  • le analisi del sangue;
  • l’angiografia mesenterica;
  • l’endoscopia/la colonscopia, per osservare il tratto gastrointestinale.

Trattamenti dell’ischemia

Il tipo di terapia da intraprendere dipende dalla causa scatenante, dalle condizioni di salute del paziente, dalla gravità dell’ischemia, dall’area colpita.

Ischemia cardiaca

L’obiettivo è di migliorare il flusso sanguigno al cuore. Lo specialista può dunque consigliare l’assunzione di diversi farmaci come gli anticoagulanti, per prevenire il blocco delle arterie coronarie, i beta bloccanti per ridurre l’attività cardiaca e il rimodellamento del cuore e diminuire la pressione del sangue, medicinali per favorire l’abbassamento del colesterolo. In alcuni casi, i farmaci potrebbero non essere sufficienti; sarà allora opportuno intervenire per via chirurgica, eseguendo un’angioplastica o un intervento di bypass coronarico.

Quest’ultimo può prevedere alcune complicanze come:

  • infezioni;
  • aritmia;
  • insufficienza renale;
  • ictus.

All’operazione, segue un periodo di convalescenza di diverse settimane. In questa fase è importante seguire le indicazioni mediche, non affaticarsi compiendo sforzi o svolgendo attività faticose e osservare eventuali sintomi, come la presenza di dolori persistenti.

L’angioplastica invece, è un intervento mini-invasivo che viene eseguito in anestesia locale. Di solito, la ripresa è più veloce.

Ischemia cerebrale

Il trattamento prevede, entro quattro ore e mezza dall’insorgenza dei sintomi, la somministrazione del farmaco alteplase (tPA) per via endovenosa. Si è dimostrato utile per ripristinare il flusso sanguigno. Successivamente, si procede con l’assunzione di medicinali anticoagulanti e monitorando i valori della pressione arteriosa, della glicemia e del colesterolo. A tutto questo, deve però essere associato anche uno stile di vita sano.

Ischemia mesenterica

Per ripristinare il normale flusso del sangue e ridurre i sintomi, si procede con un trattamento che prevede (in base alle cause):

  • l’assunzione di medicinali anticoagulanti;
  • l’angioplastica.

In generale, i pazienti colpiti da ischemia necessitano non solo di cure immediate, ma anche di un tempo di recupero variabile in base al danno subìto. Il più delle volte, è necessario sottoporsi a una riabilitazione per il recupero del movimento e delle funzioni cerebrali. Questa fase è particolarmente delicata, ma anche determinante, perché grazie ad essa sarà possibile riprendere gradualmente lo svolgimento delle attività quotidiane in modo autonomo.

Come prevenire l’ischemia

L’ischemia, nelle sue diverse forme, può essere prevenuta grazie ad uno stile di vita sano. Questo comprende una serie di accorgimenti da adottare per ridurre i fattori di rischio che possono scatenare questa condizione. Ecco cosa fare:

  • gestire patologie e condizioni preesistenti che possono rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza dell’ischemia, tra cui il diabete e l’ipertensione;
  • intraprendere una dieta sana e variegata e mantenerla nel tempo. Frutta, verdura, legumi, cereali, dovrebbero essere sempre presenti nei pasti; al contrario, vanno ridotti o eliminati tutti quegli alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati;
  • smettere di fumare;
  • praticare attività fisica regolarmente;
  • diminuire le fonti di stress;
  • eseguire regolarmente controlli per monitorare i livelli di zuccheri, trigliceridi, colesterolo nel sangue;
  • tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Condizioni come l’ipertensione (ma anche l’ipercolesterolemia e il diabete) non danno sintomi nelle prime fasi;
  • eseguire esami specifici per monitorare l’eventuale restringimento delle arterie, soprattutto con l’avanzare dell’età;
  • assumere i farmaci prescritti.

In conclusione, l’ischemia è una condizione seria che spesso rappresenta un’emergenza medica a causa delle possibili conseguenze derivanti dall’ostruito o ridotto afflusso di sangue verso un organo o un tessuto. È importante dare il giusto peso ai sintomi e se si sospetta la sua presenza, è bene chiedere il consulto immediato di un operatore sanitario. Nel caso dell’ischemia, infatti, indipendentemente dall’organo colpito, a fare la differenza è una diagnosi corretta e tempestiva, seguita da un intervento terapeutico idoneo.

 Fonti bibliografiche