Infertilità maschile: cause, test e approccio terapeutico

Sono diverse le cause che possono determinare l'infertilità nell'uomo. Gli esami da eseguire e le cure possibili

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Ezio Ghigo

Professore ordinario di Endocrinologia

Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Torino, è anche Direttore della Divisione Universitaria di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo nell’Ospedale Universitario Città della Salute e della Scienza di Torino.

Secondo la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), in Italia un uomo su tre è a rischio di infertilità. Fra le varie cause che possono determinare una situazione di infertilità nell’uomo possiamo annoverare le patologie dell’apparato genitale maschile, congenite o acquisite (p. es. alterazioni genetiche, testicoli ritenuti, infiammazioni e/o infezioni delle vie genitali e della prostata, malattie sessualmente trasmissibili, varicocele, tumori testicolari), terapie interferenti con la sfera riproduttiva (p. es. antibiotici, antidepressivi, antiandrogeni, farmaci anabolizzanti, chemio-radioterapia), così come fattori ambientali e comportamentali (p. es. inquinanti, fumo di sigaretta, alcool, alimentazione scorretta o disturbi del comportamento alimentare, droghe, doping).

Test ed esami

L’andrologo è il medico specialista più indicato per la valutazione della funzione riproduttiva maschile e delle condizioni cliniche a rischio di infertilità, anche a scopo preventivo.

Generalmente, durante una visita andrologica viene raccolta la storia clinica del paziente, eseguita una valutazione obiettiva dell’apparato genitale maschile e vengono richiesti alcuni esami specialistici. Fra questi riveste un ruolo di fondamentale importanza l’esecuzione di uno spermiogramma, ossia l’esame del liquido seminale. Attraverso questo esame è possibile valutare i vari parametri seminali (concentrazione e numero totale degli spermatozoi, il loro grado di motilità e la loro morfologia ovvero la percentuale di spermatozoi normalmente conformati).

Alterazioni di tali parametri possono essere causa di infertilità; pertanto, a completamento diagnostico, potranno essere richieste alcune valutazioni ormonali attraverso un semplice prelievo di sangue per il dosaggio dei livelli di FSH e inibina B (ormoni principalmente coinvolti nella regolazione della spermatogenesi ossia nella produzione degli spermatozoi), LH e testosterone.

In casi selezionati potranno essere eseguiti esami di secondo livello sul liquido seminale volti ad evidenziare la presenza o meno di alterazioni della cromatina nucleare dello spermatozoo (ove sono contenute le informazioni genetiche dell’individuo), alterazioni che possono influire sulla capacità fecondante dello spermatozoo stesso. In tutti questi casi sarà il medico specialista Andrologo a definire meglio l’iter diagnostico più appropriato.

Terapie

L’approccio terapeutico prevede la correzione dei fattori ambientali (se possibile) e comportamentali sopra elencati, il trattamento delle patologie associate alla condizione di infertilità e l’impiego di “integratori” e di farmaci ad azione ormonale sulla base dello specifico quadro clinico.

Nei pazienti in cui vi è il rischio di una severa e, talora, definitiva compromissione della fertilità a causa di patologie e/o terapie potenzialmente lesive della funzione riproduttiva (p. es. pazienti oncologici candidati a chemio-radioterapia) è possibile eseguire preventivamente la crioconservazione del liquido seminale, ovverosia il congelamento a bassissima temperatura degli spermatozoi che potranno in seguito essere impiegati per tecniche di fecondazione assistita al fine di garantire una speranza di paternità futura.

In collaborazione con il Dottor Cataldo Di Bisceglie