Gastroenteriti virali, come si affronta il mal di pancia nei bambini

I bambini soffrono spesso di mal di pancia in estate: vediamo perché, quali sono i sintomi e come dobbiamo comportarci

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

“Mamma, mi fa male la pancia”. Quante volte, sulla spiaggia e non solo, si sente una vocina che si alza per segnalare il disturbo. E quante volte è necessario prendere provvedimenti, anche perché spesso ai dolori addominali si associano la classica diarrea e/o nausea e vomito. Insomma, pur non dimenticando che esistono diverse infezioni causate da batteri, legate anche e soprattutto ad alimenti non perfettamente conservati, non ci sono dubbi che anche in estate i virus che provocano la classica “influenza intestinale” siano all’ordine del giorno, complici la vicinanza che favorisce la trasmissione degli invisibili nemici e l’aumento della temperatura. Cosa fare? Proviamo a dare qualche consiglio generale.

Semplici regole per affrontare la situazione

Il mal di pancia, accompagnato spesso da diarrea e a volte da nausea e vomito, è il sintomo più frequentemente diffuso nei bambini in estate. L’aumento della temperatura tipico di questa stagione estiva facilita infatti la crescita, lo sviluppo e la diffusione di virus in grado di causare una gastroenterite. Questa infezione si diffonde nello stomaco e nell’intestino portata per lo più da virus come rotavirus, adenovirus, virus coxsackie, virus Echo.

Si tratta di invisibili “nemici”, capaci di provocare sintomi diversi. Dal forte mal di pancia alla diarrea, dalla febbre fino a disturbi respiratori come tosse e mal di gola. Questo tipo di “doppia azione” anche su bronchi e gola non è però tipica di tutti questi virus enterici, perché si verifica più comunemente dopo infezioni da virus coxsackie  edEcho. In comune tutti questi ceppi virali hanno però altri elementi. Prima di tutto il tempo di incubazione relativamente breve.

I sintomi prendono infatti il via entro pochi giorni dal primo contagio. Come se non bastasse, si diffondono molto facilmente: passano da un individuo all’altro attraverso il semplice contatto interumano. In genere, va detto, tutto passa entro pochi giorni. Magari con l’aiuto di medicinali che possono aiutare a contenere i fastidi. Ma occorre anche prendere qualche precauzione, partendo dalla tavola.

L’alimentazione, che può riprendere tranquillamente dopo le prime sei–otto ore dall’inizio dei sintomi, dovrebbe prevedere per i bimbi qualche giorno di dieta con riso e patate bolliti e limone in caso di diarrea, per evitare di affaticare l’intestino.  Non preoccupatevi troppo però se il piccolo non ha il solito appetito: anche saltare un pasto, se l’organismo non è in grado di accettare alimenti, non è un problema. discorso del tutto diverso per l’assunzione di liquidi.

Visto il caldo, magari qualche linea di febbre e la sudorazione conviene sempre assicurarsi che il piccolo assuma acqua, succhi di frutta, spremute e tè freddo zuccherato. Insomma, occorre fare in modo che liquidi e sali minerali non manchino mai. Per sapere se la situazione richiede un intervento, poi, non basatevi solamente sui segni classici come il dolore, la diarrea o la febbre. fate attenzione se il bimbo pare assopito e diverso dal solito. E’ il caso di parlare con il pediatra.

Il caso rotavirus

Anche se la stagione non è propriamente a rischio, ci sono virus che sono particolarmente temibili per i bimbi più piccoli. E’ il caso del rotavirus, che rappresenta una delle più comuni cause di diarrea e vomito in età pediatrica, in particolare nei neonati e nei bambini sotto i cinque anni di età. L’aver contratto il virus non dà un’efficace protezione contro la malattia, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera .Nei bambini piccoli, la gastroenterite da Rotavirus può, in alcuni casi, provocare una grave forma di diarrea associata a disidratazione che richiede il ricovero in ospedale e può progredire rapidamente ed essere fatale in assenza di un adeguato trattamento medico di supporto, come spesso accade nei Paesi in via di sviluppo.

Una volta entrato nell’organismo, al virus servono circa due giorni di incubazione per dare i sintomi: febbre lieve-moderata, disturbi allo stomaco, vomito e diarrea acquosa. Complessivamente, la malattia dura in media 3-8 giorni. Le comuni norme igieniche, come il lavarsi le mani, diminuiscono la trasmissione dell’infezione. Ma bisogna ricordare che in questo caso esistono vaccini che possono scongiurare i rischi, considerando che la principale via di trasmissione del rotavirus è quella oro-fecale, ma la diffusione può avvenire anche per contatto e per via respiratoria. La diffusione da persona a persona attraverso la contaminazione delle mani è probabilmente la più diffusa, in particolare negli asili nido.