Moda sostenibile e cambiamenti climatici: perché sono legati

Perché la moda sostenibile e i cambiamenti climatici sono interconnessi? Provo a spiegarvelo qui

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Angela Inferrera

Consulente di stile

Consulente d'immagine, fashion editor ed esperta di moda sostenibile.

Il clima è cambiato: di climate change si parla ovunque. Ma cosa significa? E perché la moda sostenibile può influire sui cambiamenti climatici?

Cos’è il climate change

Il climate change (o cambiamento climatico) è un cambiamento delle temperature e dei modelli metereologici sul lungo periodo. Che questo stia avvenendo è sotto gli occhi di tutti: nel mese di luglio ci sono stati nubifragi al nord e incendi in Sicilia, l’Italia è stata spaccata in due da devastazioni di portata ugualmente drammatica, con caldo torrido e precipitazioni monsoniche. L’anno scorso in questo stesso periodo le temperature toccavano livelli record, il Po non era mai stato così secco, si parlava di siccità (che non è affatto sparita: non sono le piogge di un mese a risolvere una situazione di siccità strutturale). Insomma: il fatto che il clima sia cambiato è incontrovertibile. 

Perché il cambiamento climatico ha a che fare con la moda sostenibile

Più che con la moda sostenibile, il cambiamento climatico ha a che fare con la sostenibilità a tutto tondo e soprattutto con il nostro modo di consumare e di acquistare. Parliamo nello specifico di moda: al giorno d’oggi è normale acquistare una t-shirt a pochi euro, prevedendo già che la si userà poco, perché tanto “è costata poco, al massimo la butto o la do via”. Non si pensa che per realizzare quella t-shirt sono state impiegate delle risorse, in termini di materie prime, ma anche di consumo di energia. Non si pensa che, se quella t-shirt finisce buttata, ci sono dei costi enormi di smaltimento dei rifiuti tessili, che devono essere sostenuti.

Questi costi, dalla materia prima allo smaltimento, è come se fossero, sul lungo periodo, a carico del nostro pianeta, le cui risorse si stanno lentamente esaurendo. Il consumo sconsiderato, lo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento delle acque per via di plastiche e microplastiche (in cui la moda influisce in maniera massiccia), ha contribuito in larga parte all’innalzamento delle temperature globali. È come una reazione a catena: sfruttiamo le risorse, generiamo inquinamento, le risorse finiscono, cominciano ad avvenire piccoli cambiamenti che un po’ alla volta diventano sempre più grandi.

Cosa possiamo fare per invertire la rotta

La prima cosa, che è anche la più semplice, è quella di essere consapevoli del fatto che ogni nostra azione ha delle conseguenze. Ogni nostro acquisto ha conseguenze dirette sulla salute del nostro pianeta, ma anche sulla nostra. La consapevolezza è il primo passo per cambiare: se sappiamo cosa comporta l’acquisto di qualcosa “a caso”, capiamo che diventa importante chiedersi se possiamo fare di meglio.

Fare la raccolta differenziata o usare la bici al posto dell’auto va benissimo, ma non basta più: se possiamo evitare gli acquisti non necessari, se possiamo mettere in atto delle buone pratiche, come preferire il circuito del vintage e del second hand, se possiamo acquistare locale, allora facciamolo. È vero: molte decisioni dovrebbero essere prese dall’alto, ma i cambiamenti partono sempre dal basso. Se tutti facciamo qualcosa per cambiare, forse siamo ancora in tempo per consegnare ai nostri figli un modo nelle stesse condizioni in cui l’abbiamo trovato… o magari migliore!