Qual è il ciclo di vita di una t-shirt e come riutilizzarla?

Ecco come nasce una t-shirt e come possiamo fare per allungarle la vita

Foto di Angela Inferrera

Angela Inferrera

Consulente di stile

Consulente d'immagine, fashion editor ed esperta di moda sostenibile.

Pubblicato: 27 Luglio 2023 08:15

Una t-shirt ha una vita molto lunga, anche prima di finire su uno scaffale: per avere un atteggiamento sostenibile nei confronti della moda, il nostro obiettivo, per una t-shirt così come per qualunque altro capo di abbigliamento, deve essere quello di allungarne la vita dentro il nostro armadio.

Il ciclo di vita di una t-shirt

Presupponiamo che la nostra t-shirt sia in cotone: la sua vita nasce in un campo, dove, se la coltivazione è di tipo certificato GOTS, nessuno viene sfruttato per arrivare alla raccolta del batuffolo e la terra non verrà inquinata con pesticidi e fertilizzanti. In caso contrario, le condizioni di lavoro di chi raccoglie i fiocchi di cotono sono rischiose, sia per la loro vita, che per quella del terreno che viene coltivato.

Il filato e il tessuto

Una volta raccolto, il cotone viene filato e tinto, o direttamente a partire dal filo, oppure viene tinta la pezza di tessuto, oppure addirittura il capo finale. La prima delle tre opzioni è la più pregiata, perché la nostra t-shirt non avrà imperfezioni cromatiche dovute al modificarsi del filo, ad esempio con i lavaggi. Il filato diventa poi tessuto e viene eseguita l’operazione di finissaggio per far sì che si stabilizzi. A questo punto i rotoli di tessuto passano alla manifattura.

La manifattura

Se la nostra t-shirt viene realizzata in modo etico, il tessuto viene tagliato, cucito e rifinito da operai che lavorano in condizioni dignitose, per un numero di ore onesto, e vengono pagati in modo giusto. In caso contrario, le condizioni di chi si occupa della manifattura possono essere assimilabili alla schiavitù, e non è un modo di dire. A questo punto la nostra t-shirt viene stirata, etichettata ed imbustata, ed è pronta per essere spedita.

L’acquisto

La t-shirt arriva sullo scaffale di un negozio. Se è stata realizzata in modo etico e sostenibile, ad ognuno di questi passaggi (che per semplicità ho ridotto all’osso, perché ce ne sarebbero molti di più) viene attribuito un valore e un giusto prezzo. Questo significa che non potremo mai pagare la nostra t-shirt quanto un cono gelato. Se è così, c’è qualcosa che non va: qualcun altro sta pagando il prezzo che non stiamo pagando noi.

magliette grigie appese
Fonte: 123RF
Cerchiamo di utilizzare al massimo quello che acquistiamo

Come riutilizzare una t-shirt

Proprio perché la nostra t-shirt ha fatto tutta questa strada, è bene che cerchiamo di averne cura e di allungare il suo ciclo di vita il più possibile.

Allunghiamo il suo ciclo di vita

Trattiamola con cura: laviamola in modo ecologico, senza detersivi aggressivi. Se possiamo, non usiamo l’asciugatrice, perché tende a stressare e, a lungo andare a rovinare, il tessuto. Se la nostra t-shirt è realizzata con un buon tessuto, resisterà nel tempo.

Riutilizziamo il tessuto

Quando, dopo tanti anni e tantissimi lavaggi, la nostra t-shirt sarà irrimediabilmente stinta, o logora, possiamo riutilizzare il tessuto.Usiamolo per realizzare vestiti per i giocattoli dei nostri figli, ritingiamola, se è solo il colore che è stinto, oppure usiamola per fare stracci.

Recuperiamo il materiale

Se la nostra t-shirt è in cotone, ci sono dei centri, come Atotus, che recuperano il tessuto e lo mandano in dei filatoi che rifilano il materiale, creando del filato rigenerato, con cui si potranno realizzare capi nuovi, oppure che rimpiegano le pezze in progetti di upcycling, Se proprio non è possibile recuperarla, allora dobbiamo gettarla nel bidone secco.