Un’era dorata si chiude, ma un nuovo capitolo è pronto a iniziare. Donatella Versace lascia il timone della maison che porta il suo nome dopo quasi tre decenni, per diventare Chief Brand Ambassador del brand. Al suo posto arriva Dario Vitale, designer italiano con un curriculum di tutto rispetto e un’estetica raffinata e moderna. Ma chi è davvero Vitale e quale futuro attende Versace sotto la sua guida creativa?
L’addio di Donatella Versace e il passaggio di testimone
Donatella Versace è stata l’anima e il cuore pulsante della maison dal 1997, quando il fratello Gianni è stato tragicamente assassinato a Miami.
Senza alcuna formazione accademica nel design, ma con un’istintiva capacità di interpretare il glamour e l’audacia dello stile Versace, Donatella ha costruito un impero fatto di sensualità, sfarzo e pop culture.

Il suo contributo è stato straordinario: dalle iconiche creazioni che hanno definito la moda degli anni 2000 (come il celebre jungle dress di Jennifer Lopez ai Grammy Awards) alle recenti collaborazioni con star del calibro di Beyoncé, Taylor Swift, Dua Lipa e Olivia Rodrigo.
Ma ora, a 69 anni, Donatella ha deciso di lasciare la direzione creativa per assumere un ruolo più istituzionale. “È stato l’onore più grande della mia vita portare avanti l’eredità di mio fratello Gianni” ha scritto su Instagram, sottolineando che continuerà a essere l’ambasciatrice più appassionata del marchio.
Un cambiamento che arriva in un momento delicato per Versace, tra il possibile passaggio di proprietà da Capri Holdings al gruppo Prada e le difficoltà economiche di un brand che negli ultimi anni ha faticato a mantenere il suo status nell’élite del lusso.
Chi è Dario Vitale, il nuovo direttore creativo di Versace?
Poco conosciuto al grande pubblico, ma stimato all’interno dell’industria, Dario Vitale è un designer con un forte background nella moda italiana.
Nato nel 1983 vicino Napoli, ha studiato all’Istituto Marangoni di Milano, prima di iniziare la sua carriera con esperienze da Dsquared2 e Bottega Veneta. Il suo talento si è consolidato in Miu Miu, dove ha lavorato per 14 anni sotto la guida di Miuccia Prada, fino a diventare design director e responsabile dell’immagine del brand.

Proprio il suo lavoro su Miu Miu lo ha reso una delle figure più interessanti del panorama attuale. Negli ultimi anni, il brand ha vissuto un’esplosione di popolarità, grazie a collezioni dal sapore vintage e a silhouette audaci che hanno conquistato le passerelle e lo street style.
Il successo si riflette anche nei numeri: nel 2024, Miu Miu ha registrato una crescita dell’84% nelle vendite al dettaglio, un exploit che ha superato di gran lunga la media del settore lusso.
A differenza di Donatella, che ha sempre incarnato l’immagine della maison con il suo stile inconfondibile e la sua personalità carismatica, Vitale è un nome discreto, riservato e con una visione più concettuale della moda.
Non ha una grande presenza sui social (aveva meno di 4.000 follower su Instagram prima dell’annuncio), ma ha dimostrato di saper interpretare e rilanciare un marchio con intelligenza.
“Il marchio Versace ha un’eredità unica che ha segnato la storia della moda” ha dichiarato nel suo primo messaggio ufficiale. “Sono onorato di prendere le redini di questa straordinaria maison e ringrazio Donatella per la fiducia”.

Versace sotto la guida di Vitale: cosa aspettarsi?
Il passaggio da Donatella a Dario Vitale rappresenta un cambio di rotta significativo per Versace. La maison, nota per il suo approccio eccessivo e sensuale, potrebbe ora imboccare una strada più raffinata e concettuale, in linea con la recente evoluzione del mercato del lusso.
Negli ultimi anni, infatti, il trend dominante si è spostato verso un’estetica più minimale e sofisticata, con case di moda come Bottega Veneta e Prada che hanno dettato legge con uno stile più essenziale e meno gridato.

La sfida principale per Vitale sarà quindi bilanciare l’eredità audace di Versace con una nuova visione contemporanea. L’archivio della maison è ricco di spunti iconici: dalle stampe barocche alla Medusa, passando per le silhouette scolpite e i tessuti preziosi. Ma come verranno reinterpretati sotto la sua guida?
Se il lavoro svolto da Vitale in Miu Miu può essere un indizio, possiamo aspettarci una Versace più sofisticata, con un twist retro e dettagli sartoriali di grande impatto. La maison potrebbe virare verso un’estetica più cinematografica e narrativa, con collezioni meno “da red carpet” e più concettuali. Un ritorno al glamour italiano, ma con un tocco di sperimentazione moderna.