Simonetta Cattaneo Vespucci: chi era la Venere che ispirò Botticelli

La Venere dipinta da Sandro Botticelli è diventata la testimonial della campagna promozionale del Ministero del Turismo. Ma chi era la donna che aveva ispirato l'artista?

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Esiste un luogo nel BelPaese che è conosciuto come la Culla del Rinascimento, un posto che conserva alcune delle opere più significative e iconiche di quel periodo storico che si sviluppò in Italia tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna. Questo posto si chiama Firenze.

Proprio in città, all’interno del celebre Museo degli Uffizi, è conservato uno dei più grandi capolavori del Rinascimento, stiamo parlando de La Nascita di Venere. Un dipinto così famoso che non solo ha portato in alto l’orgoglio italiano nel mondo e nei secoli, ma che è stato scelto recentemente per rappresentare la campagna pubblicitaria italiana del Ministero del Turismo, Open to Meraviglia, che ha individuato proprio nella Venere dipinta da Sandro Botticelli la testimonial dell’iniziativa.

Ma chi era la donna che aveva ispirato l’artista? Sono in molti a pensare che dietro a quell’immagine eterea, che incarna la perfezione della bellezza femminile, si nascondesse in realtà Simonetta Cattaneo Vespucci, una gentildonna italiana che stregò il cuore di moltissimi uomini e divenne la musa di Botticelli. Ripercorriamo insieme la sua storia.

Chi era Simonetta Cattaneo Vespucci

Le cronache mondane del tempo parlano spesso di lei, della donna che rubò il cuore agli uomini della Corte medicea. Sono tante e diverse, infatti, le vicende che si snodano intorno al nome di Simonetta Cattaneo Vespucci e che sono giunte fino a noi grazie a testimonianze presenti nella letteratura e nella poesia.

Quello che sappiamo dalle biografie ufficiali è che la giovane donna, nella quale in molti intravedono proprio la protagonista dell’iconico quadro di Botticelli, nacque nel 1453, non è certo però se a Genova o a Porto Venere.

Figlia di Gaspare Cattaneo della Volta e di Caterina Violante Spinola, Simonetta apparteneva alla famiglia nobiliare dei Cattaneo. Appena adolescente conobbe Marco Vespucci, cugino lontano dell’esploratore Amerigo. Le cronache del tempo parlano di un colpo di fulmine da parte del ragazzo e di un matrimonio di convenienza organizzato dalla famiglia Cattaneo che aveva interesse nel legarsi alla famiglia Vespucci che, a sua volta, era nelle grazie della Corte dei Medici.

Così, Simonetta, alla sola età di 16 anni convolò a nozze con Marco Vespucci. Il matrimonio fu celebrato all’interno della chiesa gentilizia di San Torpete, alla presenza delle famiglie italiane più illustri del tempo.

La Venere alla Corte dei Medici

Poco dopo il matrimonio la neo coppia si trasferì in pianta stabile a Firenze, la città natale della famiglia Vespucci. Simonetta e Marco furono accolti da Lorenzo il Magnifico e Giuliano de’ Medici. Ai due sposi non solo fu dedicata una grande festa all’interno della dimora dei Careggi, ma gli fu concesso di entrare in tutto e per tutto nella quotidianità della Corte medicea.

I gossip del tempo parlano di feste e ricevimenti alle quali si univano, oltre ai coniugi Vespucci, tutte le famiglie aristocratiche della città. Ma narrano anche di relazioni extraconiugali e di cuori infranti. A quanto pare, infatti, nessun uomo riusciva a resistere alla bellezza della giovane Cattaneo, considerata da tutti una Venere.

A perdere la testa per lei fu proprio Lorenzo il Magnifico. È grazie al suo sentimento ostentato, e mai nascosto, per la giovane se oggi possiamo contare sulle numerose testimonianze che ci permettono di ricostruire la sua vita. Il signore di Firenze, infatti, dedicò a Simonetta Cattaneo Vespucci poesie e odi, e incaricò diversi pittori del tempo di immortalare la sua bellezza angelica, proprio quella decantata dal sommo poeta Dante.

Ma la fanciulla non stregò solo il cuore di Lorenzo il Magnifico. Di lei si innamorò profondamente anche Alfonso d’Aragona, duca di Calabria ed erede del trono di Napoli. Tuttavia, secondo le fonti, tra i due ci fu solo un amore platonico, spinto tra l’altro proprio dai de’ Medici con l’obiettivo di stringere nuove alleanze con la famiglia d’Aragona.

La bella Simonetta ebbe anche un altro estimatore nella casata medicea. Si trattava di Giuliano, fratello di Lorenzo, che dichiarò spudoratamente il suo interesse per lei in occasione del Torneo di Giuliano. Il signore di Firenze fece dipingere degli stendardi, uno dei quali è testimoniato dal disegno preparatorio conservato agli Uffizi, che raffigurava proprio la donna per dedicarle la sua vittoria. I due, si dice, divennero amanti e restarono insieme fino alla morte della giovane.

Simonetta Cattaneo Vespucci nell’arte e nella letteratura

La vita di Simonetta Cattaneo Vespucci fu tanto intensa quanto breve. La giovane Venere che aveva rubato i cuori degli uomini della Corte medicea, infatti, morì a 23 anni, il 26 aprile del 1476. Secondo alcuni studiosi le cause della morte sono attribuibili alla tisi o alla polmonite, per altri, invece, Simonetta era stata colpita da un’adenoma ipofisario. Quello che sappiamo è che il giorno del funerale, la giovane fu abbigliata candidamente di bianco, e la sua salma trasportata per tutta la città affinché chiunque potesse ammirare, un’ultima volta, la bellezza eterea della Venere Cattaneo.

Dopo la sua morte, Lorenzo il Magnifico compose ben quattro sonetti dedicati a Simonetta e così fece anche Giuliano. Entrambi si affidarono alla poesia per raccontare la struggente disperazione di aver perso un grande amore.

Volendo il Ciel mostrare et la natura
le forze loro, una donna sì bella
crearono in terra et tal che ogn’altra stella
restava altro splendor su quell’oscura (Sonetti di Giuliano de’ Medici)

Simonetta Cattaneo Vespucci fu sepolta all’interno della Chiesa di Ognissanti, nella cappella appartenente alla famiglia Vespucci. Tuttavia, oggi, la sua tomba non esiste più e non si sa dove e quando fu traslata. Tutto ciò che resta della sua fugace e intensa vita, è la sua presenza nella letteratura e nell’arte giunta fino a noi. Anche Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio, secoli dopo la sua morte, parlarono della “Bella Simonetta“.

Non fu solo la protagonista delle vicende sentimentali legate alla Corte dei Medici, la giovane Cattaneo ispirò anche artisti e pittori. Celebre è il Ritratto di Simonetta Vespucci come Cleopatra dipinto da Piero di Cosimo e conservato al Museo Condé Chantilly.

È proprio per la somiglianza delle fattezze angeliche con le protagoniste femminili del celebre dipinto di Botticelli, che molti storici hanno accostato la Venere del quadro proprio alla giovane Cattaneo. Per altri, invece, il volto della donna potrebbe aver ispirato il personaggio di Flora o una delle Tre Grazie.