Da quanto tempo schiere di donne in carriera private del tempo per respirare osannano un cambiamento che sembra un tema di fantascienza? Da quanto chiedono un taglio drastico a quel concetto di bellezza che vuole un’anoressica incallita seduta sul trono di un concorsone di quartiere targato Rai? Per forza, seduta sul trono: con le sole sue gambe non riuscirebbe nemmeno a reggersi in piedi. Ecco, Alice Sabatini sembra impersonare questo colpo di scimitarra.
Una bellezza diversa, un passo verso un’evoluzione che doveva arrivare. Alice Sabatini, una ragazza semplice e dall’animo – forse troppo – umile e puro. Lanciatasi per sbaglio nel mondo della moda, ha deciso di non smettere di inciampare sulle provocazioni, dimostrando comunque una resilienza da invidiare. E non sembra questa l’unica caratteristica che fa rabbrividrire persino un esquimese.
Non è solo questione di taglio, lo è anche di taglie. Le sue forme hanno messo in luce la guerra sotterranea tra i progressisti e i conservatori, quasi fossero partiti politici. Un mondo spietato, quello della moda. Un mondo che fa fatica ad abbandonare l’abc insegnato finora alle apprendiste narcise, la legge di proporzionalità della taglia: più alta la metti, meno c’investi.
Altezza, peso, circonferenza vita; seno, gambe, braccia e tronco: i tronky erano vietati, niente storie. Con Alice la pacchia sembra essere in dirittura d’arrivo. 178 centimetri per 68 chili: per alcuni, una lottatrice di sumo del mondo della moda. Eppure nessuno ha messo in dubbio qualità che sembrano palesi. Forse non quelle di sensibilità storica, ma non si scherza nel suo: lì ci sa, la figliuola; eccome se ci sa, direbbe un toscano.
La Toscana, la sua terra. Nata a Orbetello, ha coltivato le sue misure fin dalla più tenera età, tuffandosi in qualche pubblicità a mo’ di anguilla, sgusciando di qua e di là. Continua a studiare, prende diplomi, vince concorsi, arriva ad essere la miss per eccellenza nel paese dei balocchi. Questa è la fine di una carriera? Meglio dire l’inizio: non solo quello di una carriera che le auguriamo, anche quello di una rivoluzione che ormai ha preso piede. Il capello corto, l’espressione semplice, le curve lontane dal vedo-non-vedo: quì si vedono, diamine.
A seguito del suo successo, nessuno lo nega: le forme non sono più quelle di una volta, costruite a furia di rimedi dello stregone. Non perché siano stati eliminati, ma almeno addolciti con qualche gustosa barretta al cioccolato.
Che dire, a lei e al mondo della bellezza, un augurio per un domani migliore, di quelli che prima o poi arrivano anche per chi non lo vuole.