Oskar Schindler e il coraggio di essere eroi

Il suo nome era Oskar Schindler, era un imprenditore tedesco iscritto al Partito Nazista. Eppure scelse di diventare un eroe salvando la vita di oltre 1000 ebrei

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 30 novembre del 1993, a Washington, veniva presentato Schindler’s List, un film drammatico di matrice storica diretto da Steven Spielberg e con un cast d’eccezione tra cui Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes.

La pellicola, considerata tra le migliori di tutta la storia del cinema moderno, consacrò Spielberg tra i migliori registi del mondo e guadagnò numerosi premi e riconoscimenti tra cui 12 nomination agli Oscar e 7 vittorie, comprese quelle come miglior film e migliore regia.

Non furono solo gli incassi e i riconoscimenti a rendere iconico questo film, ieri come oggi, ma anche la sua trama dedicata alla Shoah e alla figura di Oskar Schindler, imprenditore tedesco e membro del partito nazista che scelse di ripudiare l’aberrante genocidio della popolazione ebrea salvando oltre 1000 persone dallo sterminio e dai campi di concentramento. Scopriamo insieme la sua storia.

Chi era Oskar Schindler

Nato a Zwittau il 28 aprile del 1908, Oskar Schindler è cresciuto al confine tra Boemia e Moravia insieme ai suoi genitori, entrambi di origini tedesche. Era un bambino curioso, Oscar, e molto socievole, ma poco avvezzo alle regole dato che, alle scuole medie, fu espulso per aver falsificato i voti della sua pagella. Era amico di tutti, però, e coltivava diverse passioni tra cui quella delle moto che lo portò anche a competere in alcune competizioni locali.

Nel 1928 conobbe Emilie Pelzl che, quello stesso anno, divenne sua moglie. Il loro non fu un matrimonio idilliaco e sereno, però, sopratutto a causa dalle numerose relazioni extraconiugali di lui. Tuttavia, la signora Schindler, resterà per sempre al suo fianco, ricordando suo marito come un uomo buono e generoso, anche se pieno di difetti.

Nel 1930, e dopo due anni dal matrimonio, Oskar Schindler partì per il servizio militare come membro dell’Armata delle forze cecoslovacche. Al suo ritorno, anche a causa di una condizione economica tutt’altro che idilliaca, l’uomo scelse di avvicinarsi alla politica. Divenne così membro del Partito dei Tedeschi dei Sudeti, per poi entrare a far parte dell’Abwehr, il servizio di intelligence militare tedesco, per occuparsi di spionaggio industriale in Cecoslovacchia. Un ruolo questo che gli valse il carcere e una condanna a morte.

Con l’annessione del Paese alla Germania nazista, all’alba della Seconda Guerra Mondiale, l’uomo fu rilasciato ed entrò ufficialmente a far parte del partita nazisca tedesco. Aveva amicizie influenti in tutto il Paese, Oskar Schindler, nell’ambiente politico, industriale ed economico. Ma nonostante questo non mise da parte la sua umanità neanche per un momento, e la forte amicizia instaurata con il contabile ebreo Itzhak Stern lo dimostrava.

Il nazista che divenne un eroe

Se inizialmente l’abbia fatto solo per interesse economico, o per altri motivi, questo non possiamo saperlo. Fatto sta che quando Oskar Schindler si trasferì a Ostravia, al confine polacco, iniziò a fare affari con la comunità ebrea del territorio in gran segreto. Si trasferì poi a Cracovia dove acquistò una fabbrica di utensili, portando con sé anche l’amico ebreo Itzhak Stern che in azienda ricopriva il ruolo di contabile.

Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, la Deutsche Emaillewaren-Fabrik di Oscar Schindler iniziò a dedicarsi esclusivamente alla produzione di attrezzatura bellica. Ma le atrocità della guerra, che si consumavano sotto gli occhi dell’imprenditore e intorno a lui, non potevano essere assecondate.

Dopo aver assistito ai rastrellamenti di Cracovia, Schindler decise di utilizzare il suo potere, e quel piccolo impero in forte ascesa che aveva costruito, per fare qualcosa di concreto. Assunse circa 1000 operai, tutti di ebrei, per proteggerli dalle deportazioni e dalla furia nazista, per nasconderli dalla Gestapo. Il piano rischiò di crollare quando l’Armata Rossa arrivò a Cracovia con un unico scopo: quello di uccidere tutti gli ebrei presenti sul territorio.

Fu allora che l’imprenditore trasferì i suoi operai in un’altra fabbrica situata in Cecoslovacchia, con l’obiettivo di salvare la vita a quelle persone. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la missione era stata compiuta. Oscar Schindler non lo sapeva, ma era diventato un eroe.

Oskar Schindler insieme agli ebrei sopravvissuti all'Olocausto
Fonte: Getty Images
Oskar Schindler insieme agli ebrei sopravvissuti all’Olocausto

Schindler’s List

Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, l’imprenditore tedesco utilizzò tutto il suo potere per salvare gli ebrei dall’Olocausto. Con l’escamotage delle assunzioni in fabbrica, infatti, riuscì a salvare la vita di oltre 1000 persone destinate allo sterminio.

Non si conosce il numero esatto di tutti gli ebrei, grazie al suo operato, riuscirono a sfuggire alla Shoah, tuttavia iconiche sono le liste che l’imprenditore redigeva con una macchina da scrivere e contenevano tutti i nomi delle persone che l’uomo aveva assunto in quegli anni.

Una di queste fu conservata da uno dei sopravvissuti, un’altra, invece, fu ritrovata nel 1999 tra gli oggetti personali di Schindler, ed esposta poi, in copia carbone, presso la biblioteca di Sydney. Proprio dalle liste redatte dall’imprenditore tedesco, si è ispirato il nome dell’iconico film di Steven Spielberg e prima ancora dell’omonimo romanzo.

Al termine della guerra, Oskar Schindler dovette fuggire dal Paese. La sua appartenenza al Partito Nazista tedesco lo rendeva a tutti gli effetti un criminale di guerra. Trasferitosi in Argentina, tornò in Germania solo nel 1958, e fu allora che il suo operato fu riconosciuto ufficialmente con l’onorificenza della Croce al Merito di I Classe della Repubblica Federale Tedesca.

Nel 1961 Schindler raggiunse per la prima volta Israele, e fu quella l’occasione durante la quale l’imprenditore potè incontrare di nuovo le persone che aveva salvato. Fu proprio nel Paese che trovò calore, accoglienza e amicizia, al punto tale che scelse di continuare a vivere tra la Germania e Israele. Nel 1967, poi, il Paese scelse di riconoscere Oskar Schindler come “Giusto tra le nazioni“, attribuendogli il merito di aver agito in modo eroico, rischiando la propria vita e senza interessi, per salvare gli ebrei dal genocidio nazista.

Oskar Schindler morì il 9 ottobre del 1974 a Hildesheim, in Germania, a causa di un infarto. La sua salma fu conservata nel sito della Dormizione di Maria sul Monte Sion, al di fuori della cinta muraria della città vecchia di Gerusalemme, e sulla sua lapide furono impresse le sue gesta eroiche: “Il salvatore indimenticabile di 1200 ebrei perseguitati”.

La storia, oltre a essere custodita nei cuori e nella memoria della popolazione ebraica di tutto il mondo, è stata resa celebre dopo la sua morte. A raccontarla è stato lo scrittore australiano Thomas Keneally a seguito dell’incontro con Leopold Pfefferberg, un negoziante ebraico sopravvissuto all’Olocausto proprio grazie a Schindler, di cui divenne migliore amico.

Nel 1982 veniva così pubblicato Schindler’s List il romanzo che raccontava la storia di Oskar Schindler, dal quale poi fu tratto il capolavoro di Steven Spielberg 11 anni dopo.

Oskar Schindler in visita a Israele
Fonte: Getty Images
Oskar Schindler in visita a Israele