Olympe de Gouges, “colpevole” di essersi battuta per i diritti delle donne

Il suo nome era Olympe de Gouges, ed è stata la donna che ha sognato e combattuto per una società di eguaglianza rischiando tutto, anche la sua vita

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Lei è la donna che ha osato pensare come un uomo, ritenuta colpevole di aver criticato la rivoluzione francese e di essersi fatta portavoce dei diritti delle donne e di tutti coloro che avevano subito ingiustizie. Lei è Olympe de Gouges, un’eroina di altri tempi che ci ha lasciato un’eredità immensa. Questa è la sua storia.

Chi era Olympe de Gouges

Nata l’anagrafe come Marie Gouze a Montauban, cresce in una famiglia modesta, da un padre macellaio e una madre domestica. Nel 1765 sposa un ufficiale dell’Intendant dell’Ancien Régime, da questo matrimonio nascerà un figlio con il quale la donna si trasferirà a Parigi dopo la morte del marito insieme al nuovo compagno.

Marie sin da subito rifiuta la sua posizione da borghese di provincia. Le sue idee sono diverse, inaccettabili, troppo rivoluzionarie per quei tempi. Lei lo sa, ed è per quello che sceglie di farsi conoscere dagli altri con lo pseudonimo Olympe de Gouges.

Dicono di lei che è bella e molto corteggiata. A Parigi frequenta i salotti più famosi ed è sempre in compagnia di importanti scrittori e filosofi. Inizia a scrivere perché quello è per lei lo strumento per far conoscere le sue idee così diverse e innovative rispetto all’epoca in cui vive.

Pubblica romanzi e lavora a opere teatrali fino allo scoppio della Rivoluzione Francese. È proprio quella l’occasione in cui Marie si espone pubblicamente contro l’Assemblea Costituente, che esclude le donne dai diritti elettorali, pubblicando La dichiarazione dei diritti della Donna e delle Cittadine.

Uomo, sei capace d’essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno?

Le idee rivoluzionarie, la condanna e la morte

Sono molte le persone che guardano a quel testo, ancora oggi considerato tra le fondamenta del più moderno femminismo, con scetticismo e fascino. Del resto quella dichiarazione di Olympe de Gouges non nasconde l’urgenza e il desiderio di avere e ottenere l’uguaglianza totale e incondizionata tra i due sessi. In epoca non sospetta Marie diventa la portavoce dell’emancipazione femminile.

Una guerra la sua che non si ferma, neanche davanti ai poteri forti. Una battaglia rumorosa condotta da una donna coraggiosa che si scaglia contro le ingiustizie di ogni genere. Olympe de Gouges, infatti, non si schiera solo con le donne, ma denuncia la schiavitù e la pena di morte, sostiene il divorzio, i diritti degli orfani e delle madri nubili.

Ma a quei tempi la sua voce è un fardello troppo pesante da sopportare. E così Olympe de Gouges viene condannata a morte. Per lei viene scelta la ghigliottina, proprio come era successo a Maria Antonietta. Muore il 3 novembre del 1793 con l’accusa di aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica.

Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna, purché le sue manifestazioni non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla Legge