Maria Callas. Gli amori, i tormenti e le passioni della Divina

C'era una volta la Divina, col suo talento e il fascino indiscusso, con le sue fragilità e con i tormenti. C'era una volta, e ci sarà sempre, Maria Callas

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Immortale, eterna, divina: Maria Callas è questa e molto altro, ieri esattamente come oggi. Una cantante e un’artista dal talento innato e indescrivibile che, come in pochi hanno saputo fare, è riuscita a sconfiggere la morte guadagnandosi un posto d’onore nella memoria e nei cuori di tutti, per sempre. Ma anche una donna fragile, tormentata, appassionata e innamorata, dell’amore e degli uomini sbagliati.

Di lei parlano ancora oggi, lo fanno tutti. Con la stessa spontaneità che utilizziamo quando menzioniamo le persone in vita che compiono imprese epiche, con la stessa emozione che ci assale quando guardiamo i nostri film preferiti, e con quella magia che appartiene alle favole più belle, anche se nel suo caso senza lieto fine.

Di lei parlano le pagine dei libri, le canzoni e la musica, il cratere su Venere e l’asteroide 29834 a lei dedicati. Parlano le pellicole viste sul grande schermo, e quelle ancora da girare come l’attesissimo film di Pablo Larrain che vedrà Angelina Jolie indossare i panni di Maria Callas. Di lei parliamo anche noi oggi, per ripercorrere insieme la storia, gli amori, i tormenti e le passioni della Divina.

L’infanzia e gli esordi

Nasce a New York, la Divina, col nome di Maria Anna Cecilia Sofia Kalos. È il 2 dicembre del 1923 e nessuno sa che nella Grande Mela è appena nata una stella. Terzogenita di una coppia di origine greca, trascorre la sua infanzia tra gli Stati Uniti e Atene, ma rinuncia presto, e contro il suo volere, alla spensieratezza di quegli anni a causa del turbolento rapporto con sua madre.

I suoi genitori, prima della nascita futura cantante, hanno affrontato un dramma senza eguali, quello della morte di Vasili, secondogenito e unico figlio maschio. La tragedia avrà delle importanti conseguenze sul benessere della madre, al punto tale da minare il rapporto con la piccola di casa.

All’età di 5 anni, intenta a raggiungere sua sorella maggiore che si trova dall’altra parte della strada, Maria viene investita da un’automobile in corsa. Colpita in pieno, la piccola entra in coma e ci resta per ben 22 giorni. Commentando l’accaduto a posteriori, sua madre racconterà che è stato proprio a causa di questo incidente che sua figlia ha sviluppato un carattere ostile e ribelle.

Ma Maria non è ribelle. Anche se è solo una bambina sente dentro di sé una forza che vuole esplodere, ma non sa come gestirla. E allora, mentre porta avanti gli studi con risultati eccellenti, decide di dedicarsi al canto prendendo lezioni private a Manhattan.

Nel 1937 i genitori si separano, Maria torna alle sue origini trasferendosi in Grecia con sua madre e sua sorella. Ad Atene viene ammessa al conservatorio e qui si diploma in canto, pianoforte e lingue. Durante gli studi partecipa al suo primo saggio musicale: tutti restano incantati dalla sua voce. A 16 anni, dopo piccoli concerti e diverse audizioni, Maria Callas ottiene il ruolo da primadonna nello spettacolo Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

È solo un’adolescente, Maria Callas, eppure quello show consacra l’inizio della sua carriera. Il resto è una storia ancora da scrivere.

La consacrazione a Divina

All’alba degli anni ’40, Maria Callas ha già calcato i palchi più importanti del teatro lirico contemporaneo. La sua voce, dotata di grande volume ed estensione, unita all’interpretazione drammatica e magistrale, segnano la consacrazione alla sua carriera internazionale.

Nel 1948 debutta a Roma, alle Terme di Caracalla, con la Turandot. Inizia così un tour in Italia che porta in scena tutto il suo talento. La Valchiria, Parsifal, Tristano e Isotta, Turandot e Aida, questi sono solo alcuni dei grandi spettacoli che porta in giro per il Bel Paese e che accolgono, all’unanimità, entusiasmo tra il pubblico e la critica. Un successo importantissimo, il suo, che la condurrà proprio lì, sul palco del Teatro alla Scala di Milano nel 1951.

Consacrata a Divina, l’usignolo greco all’apice della sua carriera incontra Giovanni Battista Meneghini, imprenditore industriale e grande appassionato di opera che, dopo un corteggiamento serrato, le chiede di sposarlo. La cantante, dopo alcuni dubbi iniziali, accetta e i due convolano a nozze il 21 aprile del 1949 a Verona con un matrimonio intimo e riservato.

Da quel momento, e come aveva già fatto anche prima, Meneghini inizia a supportare totalmente sua moglie, naturalizzata italiana come Sofia Cecilia Kalos. Lascia la sua ditta e diventa, ufficialmente, l’agente della Divina.

Aristotele Onassis e Maria Callas
Fonte: Getty Images
Aristotele Onassis e Maria Callas

L’amore, l’ossessione e i tormenti

Passano gli anni, ma il nome di Maria Callas resta come cristallizzato. La sua voce è una melodia divina alla quale nessuno riesce a rinunciare. Dopo l’esordio alla Scala, la cantante si trasferisce a Milano con suo marito dove inaugura la stagione della lirica interpretando, per anni, le più grandi figure femminili della lirica. Sono i suoi anni d’oro, quelli in cui raggiungerà il picco più alto di successo mai sfiorato.

Maria Callas fa la spola tra Milano e il resto del mondo, conquistando i teatri con La Traviata, Anna Bolena e la Tosca di Puccini. Non lo sa ancora, però, che la sua vita sta per essere totalmente sconvolta da un incontro.

È il 1957 e la giornalista e socialite Elsa Maxwell presenta alla donna un armatore greco, il suo nome è Aristotele Onassis. Per lui, la Divina, diventa un’ossessione che non può essere fermata neanche dal fatto che sono entrambi sposati. Con un corteggiamento intenso e senza tregua, l’armatore greco riesce a conquistare le attenzioni dell’usignolo. Quella stessa estate, dopo una lussuosa festa a bordo di un mega yacht, lui le confessa il suo amore. Lei cede. Ma quello che sembra il principio di una favola contemporanea si trasformerà, presto, in una tragedia greca.

Il divorzio è quasi immediato. Maria Callas e Aristotele Onassis diventano una coppia a tutti gli effetti attirando le critiche e i giudizi più feroci dei malpensanti. Ma c’è di più: la Divina si allontana dalle scene, lo fa perché non può fare a meno del suo “Ari”, è così che lo chiama in maniera affettuosa. È con lui che vuole trascorrere tutto il suo tempo.

Onassis diventa il centro del suo universo, quello che fino a poco tempo prima era costellato dai palchi, dai riflettori  e dal pubblico in visibilio. Ma lui non fa lo stesso, la esibisce come un trofeo, ostentando la bellezza e il talento di un usignolo che ha smesso di cantare. Ma fa di più, le promette di sposarla, senza mai farlo. E la tradisce, forse anche più di una volta.

I dieci anni di amore incondizionato, devoto e totalizzante svaniscono all’improvviso e inaspettatamente: Onassis lascia Maria Callas e convola a nozze con la vedova Kennedy. Un matrimonio, il loro, che non ha nulla a che vedere con il sentimento condiviso con la Divina, ma che c’è, esiste ed è reale, e spezza in due il cuore della cantante.

La fine della relazione, consacrata platealmente dal matrimonio, coincide con un lento e inesorabile declino dell’usignolo ferito. Maria Callas si ritira nel suo appartamento di Parigi, abbandonando quasi totalmente i palchi e poi anche la vita sociale. Ma nel 1969 una luce sembra illuminare quello spazio buio in cui è sprofondata. Renzo Rossellini, suo amico, propone la Divina a Pier Paolo Pasolini per il ruolo della protagonista di Medea.

Non è un’attrice, Maria Callas, lei che ha dedicato tutta la sua vita a cantare, e poi ad amare. Ma quella può essere la sua occasione di rivincita, di rinascita. Così accetta, e proprio sul set di Medea succede l’inaspettato. La complicità con Pier Paolo Pasolini è tanta e immediata. Tra loro è un colpo di fulmine che non segue le regole convenzionali. Eppure sembra proprio che quello di cui hanno bisogno entrambi sia la vicinanza incondizionata l’uno dell’altra.

Maria Callas non ha dimenticato Onassis, non potrebbe mai farlo: lui è e resterà per sempre il grande amore della sua vita. Ma sa che forse, per guarire, non può che affidarsi di nuovo all’amore. Anche Pier Paolo Pasolini sta soffrendo per Ninetto Davoli, il suo grande amore, la sua ossessione. Anime sole, e spesso incomprese, con il desiderio comune di riempire quei vuoti nel cuore lasciati da qualcun altro.

Eppure la volontà di entrambi, di guarire a vicenda le ferite che scavano dentro, non basta. Non basta perché Pier Paolo Pasolini è omosessuale, ma ama anche Maria Callas.

I due trascorrono molto tempo insieme, dentro e fuori dal set. Parlano, passeggiano, viaggiano, si confrontano e si confessano. E si baciano, lo fanno senza preoccuparsi degli occhi indiscreti che puntano verso di loro. Lui le regala due anelli, uno durante un viaggio, e il secondo alla fine delle riprese. Allora Maria ricomincia a sognare e a sperare. Immagina un futuro con il regista, fatto di amore, di famiglia e di figli. Ma lo fa invano e per poco tempo in realtà.

La mattina del 3 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini viene ritrovato assassinato sulla spiaggia di Ostia, frazione di Roma. Il suo corpo è testimonianza di una violenza brutale e crudele della quale poi sarà accusato uno dei Ragazzi di Vita, già noto alla polizia per piccoli crimini.

Maria Callas, sempre più sola, lo piangerà e lo farà ancora fino alla fine dei suoi giorni. Fino a quando, due anni dopo dal terribile omicidio, la Divina si spegne nella sua casa a Parigi. Muore a 53 anni, la Divina, consumata dalla depressione e dal dolore di un cuore spezzato per l’ennesimo sogno d’amore mai realizzato.

Maria Callas e Pier Paolo Pasolini
Fonte: Getty Images
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini