Maria Callas, chi ha ereditato il suo immenso patrimonio

Maria Callas si è spenta nel 1977, a soli 54 anni: ma chi sono i suoi eredi? Il patrimonio della soprano finito in mani insospettabili

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Martina Dessì

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Parigi, 16 settembre 1977. Maria Callas è morta sola, dopo una carriera brillante, vinta da quei demoni che non le hanno lasciato scampo. Ma chi ha ereditato il suo immenso patrimonio? Sul caso ci sono state liti e polemiche, scatenate dalla sua famiglia e da quella del marito Giovanni Battista Meneghini, che ai tempi era stato designato come unico erede. L’eredità della soprano sarebbe finita in mani insospettabili e a causa del testamento lasciato proprio da Titta, scomparso 4 anni dopo di lei.

Chi è l’erede di Maria Callas

Maria Callas riposa nel cimitero di Père Lachaise ormai da 4 anni. Siamo nel gennaio del 1981, precisamente il 21, quando il suo primo marito Giovanni Battista Meneghini muore d’infarto. E viene a mancare lasciando testamento. È sulla validità di questa carta che si sono scatenate liti e polemiche, seguite da minacce di ricorsi da parte dei parenti di Meneghini e di Maria Callas: le ultime volontà dell’imprenditore, redatte ad appena 50 giorni dalla morte, designavano la governante Emma Roverselli Brutti – che all’epoca aveva 70 anni – come sua unica erede.

Da qui, le minacce di ricorsi giudiziari e denunce per circonvenzione di incapace (come accaduto nel caso di Gina Lollobrigida), con il chiaro obiettivo di invalidare il testamento ed entrare in possesso dei beni che erano appartenuti a lui e alla soprano, sua moglie dal 1949 al 1959. Si era anche parlato di un possibile testamento successivo, che avrebbe chiaramente invalidato il primo, ma anche questa possibilità si rivelò poi infondata. Si mossero persino una serie di persone a cui Meneghini avrebbe promesso riconoscenza in memoria di Maria Callas, chiedendo di ricevere quanto sarebbe spettato loro secondo il volere dell’ormai anziano marito.

Comunque, la governante Emma Roverselli ereditò tutto il disponibile, compresa anche una petroliera che l’artista ricevette da Aristotele Onassis del quale si innamorò nel 1959 e da cui ebbe il suo unico figlio – Omero – morto alla nascita. I parenti di Titta continuarono la loro battaglia per l’annullamento del testamento ma persero sempre, mentre l’unica erede del patrimonio Meneghini-Callas pensava al futuro dei suoi due nipoti, trascorrendo i suoi ultimi anni tra Montecarlo e Sirmione, soggiornando proprio nella villa ereditata dal suo datore di lavoro.

Una parte del suo patrimonio andò però anche alla madre di 92 anni, Evangeliha Dimitriadu e alla sorella minore Jackye, che si fecero comunque avanti alla morte di Meneghini. Lui però aveva già diviso l’eredità alla morte di Callas, perché nel 1954 lei lo aveva nominato suo unico erede su consiglio dell’avvocato Trabucchi. Da qui, la possibilità di Titta di ereditare tutto. Il suo testamento, invece, con cui aveva designato una sola erede impedì lo sviluppo del progetto della fondazione Maria Meneghini Callas, che avrebbe dovuto promuovere il canto lirico nel mondo legando i nomi dei due ex coniugi.

Il ruolo di Vasso Devitzi

Non è chiara la posizione della pianista Vasso Devetzi, pianista e amica di Maria Callas. Lei le sarebbe stata molto vicina durante l’ultimo periodo, difficilissimo, e che era seguito alla fine della relazione con Aristotele Onassis che l’aveva gettata nel più profondo sconforto. Alla scomparsa della soprano, Devetzi si sarebbe occupata di tutto e avrebbe fatto refertare la morte per arresto cardiaco, sulla quale attualmente pendono ancora molti dubbi.

Rimane l’interrogativo sui beni di cui la pianista sarebbe entrata in possesso e che – pare – siano finiti all’asta successivamente per Sotheby’s da parte di un venditore anonimo. Fanno riflettere le dichiarazioni del maggiordomo Ferruccio, che si trovava nell’appartamento di Callas nei suoi ultimi giorni, e che chiaramente non possono costituire una prova. Secondo quanto da lui appreso e riportato nella biografia di Anne Edwards Maria Callas Intime, lui avrebbe visto Devetzi portare con sé alcuni oggetti appartenuti alla soprano. La verità, però, è ormai sepolta in Père Lachaise.