Sii come la protagonista di questa storia: una Fenice che rinasce

La leggenda della Fenice ci insegna a rinascere, a coltivare in noi le risorse per tornare a splendere più di prima

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Dall’antico Egitto, passando per la Grecia e arrivando in Cina, da tempo immemorabile, si narra della Fenice, simbolo di forza per antonomasia. Una leggenda, affascinante e suggestiva, che racconta la rinascita, la resilienza e il potere e che ci insegna che la fine altro non è che un nuovo inizio.

Come la protagonista di questa storia, così dovremmo essere anche noi. Come questa bellissima creatura di fuoco che è stata in grado di risorgere maestosamente dalle ceneri della sua stessa distruzione, più forte, coraggiosa e luminosa.

Potente e saggia, ha saputo coltivare le sue risorse per tornare a splendere. Si narra che la Fenice, al sentore che la sua morte stava per sopraggiungere, cercò un luogo nascosto dove costruire il suo nido e qui si lasciò incendiare dai raggi del sole. Si dice che morì cantando perché forte era la sua consapevolezza che la fine sarebbe stata un nuovo inizio.

E così dal cumulo delle sue ceneri, e illuminata da quegli stessi raggi di sole che avevano innescato il fuoco, rinacque più bella e forte di prima, per tornare a volare.

Si dice di lei che dopo essere risorta iniziò a domare i cieli più maestosa di prima, che imparò a controllare il fuoco per diventare indistruttibile e che possedesse una saggezza infinita. Lei che da quelle ceneri è rinata, perché niente e nessuno l’avrebbe mai ostacolata.

Carl Gustav Jung, nel suo libro Simboli della trasformazione, paragona la vita della creatura mitologica al potere della resilienza, a quell’abilità di rinasce più forti e coraggiosi di prima che dovrebbe appartenere a ogni essere umano e che dovrebbe essere utilizzata per rialzarsi dopo ogni caduta, a ogni fallimento.

Dovremmo fare come la Fenice: prendere fiato, ritrovare la voglia di andare avanti e cercare dentro di noi le forze per farlo. Come lei, costruire il nido della nostra trasformazione, un luogo sicuro all’interno del quale raccogliere tutte le forze.

Perché ci sarà una fine, una parte di noi si trasformerà in cenere, ma nessun vento riuscirà a portare via quel che resta perché è da quel cumulo di macerie che rinasceremo, attraverso un fuoco molto più forte, più grande e più saggio.

Impariamo a essere come la Fenice e torniamo a volare, a testa alta e con le ali spiegate.