Pavimento flottante, cos’è, pro e contro, in legno o PVC

Il pavimento flottante sta trovando sempre più successo sia come pavimentazione da esterno che da interno: scopriamo quali sono i suoi vantaggi

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Nella scelta dei pavimenti da acquistare per la casa o per un ambiente esterno, non conta solamente l’estetica: occorre fare attenzione a quale materiale adottare e persino al tipo di posa. Quella a sabbia e cemento, che vedeva l’adesione delle piastrelle al massetto con l’utilizzo di questi due elementi, ormai è quasi completamente caduta in disuso, sostituita dalla più efficiente posa a colla. Tuttavia, negli ultimi anni si sta diffondendo moltissimo l’impiego dei pavimenti flottanti, che non richiedono l’uso di collanti e possono essere adottati anche in situazioni più complicate. Scopriamo di che cosa si tratta e quali sono i vantaggi.

Cos’è il pavimento flottante

Il pavimento flottante, spesso chiamato anche galleggiante, è un tipo di pavimento sopraelevato che si posa in sospensione. Sebbene i due termini siano usati come sinonimi, vi è in realtà una differenza fondamentale: il pavimento galleggiante viene infatti posato con l’ausilio di un telaio o di piedini che lo tengono sollevato dal massetto (o da un altro pavimento già presente), lasciando lo spazio intermedio completamente vuoto. Quello flottante, invece, prevede la stesura di un materiale morbido – spesso termo e fono assorbente – che divide il massetto dalle piastrelle da posare.

In ogni caso, stiamo parlando di pavimentazioni sospese, caratterizzate quindi da un dettaglio tecnico molto importante: le piastrelle non vengono incollate su una superficie preesistente, bensì poggiate su una struttura creata appositamente, mediante piedini o telai. Questo tipo di pavimento va a sostituire la classica posa a colla, nella quale le piastrelle vengono fatte aderire al massetto mediante l’uso di collanti specifici. I rivestimenti flottanti o galleggianti stanno trovando sempre maggior diffusione, sia per la semplicità d’installazione che per la versatilità d’utilizzo.

Se fino a qualche anno fa venivano impiegati soprattutto in ambienti esterni – ad esempio per rivestire un patio o una porzione di giardino – e al massimo in qualche ufficio o negozio, oggigiorno molti scelgono di adottarli anche in casa. Sono infatti pavimenti economici, che possono essere posati anche senza bisogno di un professionista (sebbene il suo intervento sia sempre consigliato, per evitare che sopraggiungano problemi dopo la piastrellatura) e che, soprattutto, si adattano bene a coprire rivestimenti già esistenti, un’ottima idea in caso di ristrutturazione.

Pavimento flottante, come si posa

Per posare un pavimento flottante come abbiamo visto, non è necessario per forza contattare un professionista. Si tratta, certo, della soluzione migliore per avere un risultato a regola d’arte, ma se avete un po’ di abilità nel fai da te è probabile che riusciate anche da soli. Questo tipo di rivestimento, infatti, richiede un’installazione molto semplice. Innanzitutto, dovrete procurarvi il materiale necessario: piastrelle adatte alla posa sospesa, dei telai regolabili o dei piedini d’appoggio delle giuste dimensioni, un sistema di fissaggio e dei tappetini che forniscono uno strato antirumore al pavimento.

Quindi potete iniziare con il lavoro. Come prima cosa, dovrete pulire bene la superficie sottostante: se si tratta di massetto, è sufficiente eliminare tutta la polvere e gli eventuali residui di cantiere. Se invece avete un pavimento già posato, dovrete sgrassarlo a fondo con detergenti appositi. Assicuratevi anche che la superficie sia in piano, per evitare di avere problemi durante la posa. A questo punto, cominciate a sistemare i telai o i piedini, creando la struttura che dovrà sostenere le piastrelle. In questa fase, potete regolare l’altezza del vostro futuro pavimento semplicemente utilizzando una livella a bolla.

L’ultimo passaggio consiste nell’applicare i tappetini e nel posare le piastrelle usando i sistemi di fissaggio, per evitare che si spostino facilmente. Come vedete, si tratta di un lavoro facile che non richiede particolari conoscenze tecniche o l’utilizzo di materiali difficili da maneggiare, come può essere per i collanti che servono per la classica posa a colla. Naturalmente, per ottenere un risultato perfetto è fondamentale che la superficie su cui posa il pavimento flottante sia pianeggiante, altrimenti dovrete fare ricorso a piedini speciali per livellare il tutto.

I vantaggi (e gli svantaggi)

Perché scegliere un pavimento flottante? I pro sono davvero tantissimi: il primo, come abbiamo visto, è la facilità dell’installazione che può essere eseguita anche in autonomia. Tutto ciò consente un grande risparmio in termini economici, visto che i materiali impiegati (al netto delle piastrelle) non hanno un costo eccessivo e non serve pagare la manodopera specializzata. Inoltre si tratta di una soluzione estremamente versatile, che si presta in una varietà di situazioni diverse – per le quali si richiederebbero altrimenti delle alternative molto più costose.

Qualche esempio? Si può posare questo tipo di pavimento senza bisogno di rimuovere quello precedente, se si tratta di una ristrutturazione: è decisamente molto più comodo ed economico, senza considerare che ci si può risparmiare l’enorme caos e la polvere che inevitabilmente si formano quando si fanno lavori edili. Un altro esempio della sua versatilità: il fatto che, tra il pavimento e la superficie sottostante, ci sia dello spazio vuoto consente di sistemare comodamente fili, cavi e tubi senza alcuna difficoltà. Per questo motivo i rivestimenti flottanti sono molto usati in uffici e negozi. In casa, invece, sono particolarmente utili per chi vuole posare il riscaldamento a pavimento.

A questo proposito, è bene ricordare che le piastrelle vengono semplicemente fissate ai telai sottostanti, e non incollate. Questo significa che, in caso di rottura di qualche tubo o di altri problemi legati ai cavi che vi passano sotto, è sufficiente rimuovere il tratto di pavimento interessato e poi riposizionarlo alla fine dei lavori. Con la classica posa a colla, invece, bisogna per forza intervenire in maniera più “aggressiva”, spesso rompendo alcune piastrelle e dovendo poi reintervenire con successivi lavori di incollaggio – sempre che abbiate conservato delle piastrelle in più, altrimenti sono guai seri.

L’unico vero svantaggio del pavimento flottante è che non è in grado di sostenere pesi eccessivi (si parla di carichi davvero importanti, come ad esempio quelli di un’automobile o di un furgone). Per questo motivo ne è sconsigliata la posa lungo i passi carrabili e nei garage, che devono sopportare una quantità di peso notevole. In tutti gli altri casi, non ci sono assolutamente problemi: le piastrelle sospese possono reggere qualsiasi tipo di arredamento, senza alcuna difficoltà.

I materiali per il pavimento flottante

Non ci resta che vedere quali sono i materiali migliori per un pavimento flottante. Il PVC è un’ottima scelta: resistente e facile da trattare, è anche molto leggero e si adatta bene anche agli ambienti esterni. Un’alternativa apprezzata soprattutto per gli interni è invece il legno, che dona un’atmosfera più accogliente e calda. È possibile posare in sospensione anche piastrelle in gres porcellanato, purché non troppo spesse: rischierebbero altrimenti di essere troppo pesanti. Il gres ha il vantaggio di essere facile da pulire e robusto, ma anche disponibile in un’infinità di varianti, tra effetti e colori diversi.