Proprietà e benefici dell’umeboshi

Viene dal Giappone e promette miracoli: ecco cos'è l'Umeboshi e perché non potrai più farne a meno

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

La vita moderna, con i suoi ritmi pressanti, mette a dura prova sia il fisico che la psiche ed è quindi importante imparare ad alimentarsi in maniera corretta includendo anche alimenti che aumentino i livelli di energia per combattere la fatica rimanendo in salute. L’umeboshi è proprio uno di quegli alimenti che aiuta a rigenerare l’organismo in caso di astenia tanto che gli stessi samurai, gli antichi guerrieri giapponesi, lo utilizzavano abitualmente insieme al riso, come antidoto alla fatica delle battaglie e per purificare l’acqua.

L’umeboshi è appunto una specialità giapponese, utilizzata da secoli grazie alle sue proprietà medicinali. Si tratta di una varietà orientale di albicocca, l’”ume” che viene essiccata (“boshi”), anche se è comunemente nota come “prugna giapponese” o “prugna magica”, e conservata sotto sale.

È un prodotto particolarmente apprezzato da chi segue una alimentazione macrobiotica per la quale rappresenta la perfetta sintesi dello yin e dello yang, una delle linee guida della Medicina Tradizionale Cinese.

Esiste una differenza tra le umeboshi coltivate in Giappone e quelle che invece arrivano dalla Cina o da Taiwan. Le prime sono tonde e di gusto acidulo, mentre le seconde sono ovoidali, con la buccia più spessa e con un sapore più tendente all’amaro.

Il centro dell’industria giapponese di questi frutti si trova nella prefettura di Wakayama, sull’isola di Honshu, in quanto le condizioni climatiche sono temprate e le abbondanti piogge permettono la crescita degli alberi di queste prugne.

I frutti vengono raccolti quando sono ancora acerbi a fine giugno, sono quindi lavati e riposti in contenitori disposti a strati, ricoperti di sale e schiacciati da un peso. Il periodo di fermentazione varia da sei mesi a qualche anno anche se si ritiene che la prugna marinata, lasciata “riposare” per più anni, sia anche quella più saporita e benefica per la salute. Durante questo periodo, vengono aggiunte delle foglie di shiso che conferiscono il tipico colore rossiccio e che indica la presenza di importanti sostanze antiossidanti. Ecco, quindi, che il prodotto che esce da questo processo è ricco di batteri buoni, enzimi e acidi organici, tanto che in Oriente viene considerato una specie di farmaco. La conserva può essere consumata fino a due anni dopo la sua preparazione.

A questo punto vengono prima fatti essiccare all’aria e poi conservati nello sciroppo per almeno un anno prima di essere mangiati.

Proprietà e benefici

Ricchissimi di sali minerali, soprattutto calcio, ferro (sono infatti consigliati in caso di anemia) e fosforo, contengono anche elevate quantità di acido citrico che rende più facile l’assorbimento del ferro, del magnesio e del calcio da parte dell’intestino. Contengono anche buone dosi di vitamina A, B2 e C. Sono inoltre tra i cibi più alcalinizzanti e, proprio per questo motivo, sono utilizzati in caso di acidità di stomaco, problemi digestivi (grazie all’elevata concentrazione di tiamina, più comunemente conosciuta come vitamina B1), reflusso gastro-esofageo, dissenteria. Sono un ottimo alleato anche per abbassare i livelli di colesterolo e zucchero nel sangue e combattono la tipica pesantezza che si presenta dopo dei pasti abbondanti, ricchi di grassi e proteine animali. È un ottimo rimedio contro la nausea, anche quella gravidica e contro il mal d’auto.

Inoltre, l’umeboshi è particolarmente indicata per il fegato intossicato, grazie alle sue proprietà depurative e agisce in maniera efficace anche in caso di intossicazione alimentare. Secondo alcune ricerche, la prugna giapponese sarebbe in grado di proteggere questo organo aiutando a trattare e a prevenire numerose condizioni come la cirrosi epatica, la steatosi non alcolica e l’epatite.

Essendo una fonte di vitamina C, supporta il sistema immunitario ed è quindi da utilizzare in caso di raffreddore, mal di gola, tosse e febbre. È un frutto prezioso per ridurre i sintomi delle malattie stagionali per le sue virtù antisettiche e, per alleviare il mal di gola, si può succhiare il nocciolo per 3-4 ore.

In antichità veniva utilizzata per favorire l’equilibrio e il benessere di reni, fegato e polmoni in quanto il consumo abituale di umeboshi, secondo la medicina cinese, riequilibra proprio il funzionamento di questi organi filtro qualora fossero appesantiti e sovraccarichi di tossine. Queste ultime, infatti, possono arrivare a compromettere il buon funzionamento di questi organi, aprendo la strada a infezioni e infiammazioni. Questa loro straordinaria proprietà è permessa proprio dalla presenza di acido citrico che ha un effetto alcalinizzante e riequilibra il pH del Sangue. Infatti, se il sangue dovesse acidificare troppo, diventa ben presto un ricettacolo di virus, funghi, batteri patogeni e muco che, di conseguenza, fanno ammalare gli organi.

Come tutti i cibi fermentati, sono ricchi di antiossidanti e bloccano i radicali liberi che causano la degenerazione cellulare, rallentando l’invecchiamento della pelle e prevengono la comparsa di malattie neurodegenerative e di alcuni tipi di cancro.

L’umeboshi ha un alto valore nutrizionale (ma un basso tenore calorico: circa 35 per una porzione da 100 grammi) e le sue proprietà benefiche, che derivano principalmente dalla combinazione tra acido citrico e sale, possono essere molto utili a chi va in palestra in quanto risulta essere un frutto energizzante e utile a combattere la fatica. Questi frutti, infatti, aiutano a togliere il senso di stanchezza e spossatezza post allenamento, velocizzando la scomposizione dell’acido lattico. Inoltre, aumentano la resistenza durante l’attività fisica sviluppando le performance sportive. Spesso la stanchezza, soprattutto se cronica, è causata dall’esercizio fisico eccessivo o dallo stress ma anche dal consumo di carne e prodotti lavorati con grassi saturi, zuccheri e farine raffinate. Questi alimenti generano acidità di stomaco, alterano il pH compromettendo le funzioni vitali e producendo così una sensazione di stanchezza. L’acido citrico presente nell’umeboshi agisce alcalinizzando il corpo e abbatte l’acido lattico che è responsabile del dolore e contrasta gli effetti di una dieta scorretta. Accelerando il metabolismo, queste prugne agevolano inoltre la perdita di peso, potenziando così i risultati ottenuti in palestra.

Infine, l’umeboshi favorisce la digestione e aiuta l’organismo a disintossicarsi tanto da essere considerato un rimedio ottimale anche per lenire i postumi di una sbornia in quanto supporta le funzioni epatiche e aiuta il fegato ad elaborare più velocemente l’alcol. È inoltre molto utile in caso di stitichezza o diarrea perché rigenera la flora batterica e stimola il movimento intestinale.

Alcuni studi hanno esaminato il potenziale effetto antibatterico dell’umeboshi, e sembrerebbe che possano inibire la crescita di alcuni tipi di batteri, in particolar modo quelli coinvolti nello sviluppo di malattie del cavo orale, come carie e gengiviti.

Come utilizzarlo

In commercio si trovano le prugne intere, la purea o pasta e l’acidulato, oltre anche alle capsule che possono essere prese come digestivo e in sostituzione di stimolanti come il caffè in quanto conferiscono energia senza alterare il sistema nervoso.

Gli esperti di macrobiotica suggeriscono di consumare un pezzetto di prugne umeboshi al mattino a digiuno come prevenzione, ma si possono consumare in qualsiasi momento della giornata in base alle proprie esigenze.

L’umeboshi, così come l’acidulato, può essere consumato da solo oppure aggiunto come condimento a primi e secondi piatti. Per creare l’acidulato, infatti, viene aggiunto il sale durante il processo di fermentazione in modo da permettere di formare in modo naturale il succo e avviare il processo di fermentazione. Il liquido che si ottiene sarà molto salato ma anche con una spiccata nota acidula e mantiene le stesse proprietà della prugna e quindi è ricco di minerali ed è alcalinizzante.

Si può utilizzare come alternativa all’aceto e sale o della salsa di soia per condire le insalate o piatti orientali a base di riso e alghe e arricchisce le pietanze conferendo sapore e nutrienti importanti.

Può anche essere impiegato come ingrediente per la preparazione di creme spalmabili sul pane o da aggiungere alla pasta come sugo.

Ad esempio, la purea si può mescolare alla tahina per ottenere una crema spalmabile salata oppure, se si hanno i frutti interi, all’interno dei noccioli di umeboshi si trovano semi commestibili che possono essere arrostiti in forno e ridotti in polvere in modo da aggiungerne un cucchiaino a una tazza di infuso in caso si soffra di disturbi gastrici o crampi intestinali.

Si possono mettere dei pezzi nell’acqua di cottura delle verdure o dei cereali al posto del sale per aggiungere un tocco di sapore e rendere i cibi più digeribili.

Per preparare un infuso ricostituente ed energizzante, utile anche per chi pratica sport, si possono immergere uno o due frutti in acqua bollente, lasciare riposare per 10 o 15 minuti e, una volta filtrato, il liquido leggermente salato e acidulo può essere consumato durante il corso della giornata. In questo modo il suo sapore così spiccato verrà mitigato.

Si può anche utilizzare insieme al kuzu, un amido utilizzato nella cucina orientale. Si deve sciogliere in una tazza di acqua fredda un cucchiaino di kuzu stemperandolo bene, aggiungere quindi una prugna umeboshi e mettere il liquido sul fuoco fino a quando si addensa leggermente e diventa trasparente. Si può anche aggiungere mezzo cucchiaino di salsa di soia e consumare calda in caso di stanchezza, problemi intestinali, nausea e raffreddore.

Un metodo pratico mentre si fa sport consiste nel mettere una prugna in una bottiglia piena d’acqua, da bere poi durante l’attività fisica. In questo modo si aumenterà la resistenza a scapito della fatica e dell’indolenzimento dei muscoli del giorno dopo.

Una alternativa è quella di metterne una nella zuppa o nella minestra, ricordandosi di non aggiungere sale.

Per prevenire febbre, raffreddore e influenza, basta assumere per due volte a settimana la polpa dell’umeboshi sciolta in una tazza di tè bancha bollente. Aggiungere quindi un cucchiaino di succo fresco di zenzero e uno di salsa di shoyu. In questo modo il sistema immunitario verrà rafforzato e ci si assicura anche una elevata dose di flavonoidi.

L’umeboshi può essere anche utilizzato per curare le malattie della pelle come, ad esempio, l’eczema. In questo caso i frutti possono essere schiacciati e ridotti a un impasto e quindi spalmato sulla zona cutanea interessata.

L’estratto di prugna chiamato bainiku ekisu, consiste in un liquido scuro e vischioso ottenuto dalle prugne ume cotte, ed è ricco di tutti gli ingredienti più attivi dei frutti, ma in una forma concentrata, e può essere aggiunto ad acqua calda e miele e bevuto come tonico.

Una prugna appena prima di mangiare favorisce la secrezione dei succhi gastrici e stuzzicherà l’appetito.

Ovviamente si possono utilizzare le diverse forme di umeboshi in commercio, che sia la prugna, la purea o l’acidulato, ma il modo migliore per trarne tutte le sue proprietà è consumare il frutto intero, poco per volta e con regolarità, e soprattutto è consigliabile acquistare prugne biologiche fermentate seguendo le antiche tradizioni e con l’utilizzo di foglie biologiche di shiso e sale marino.

Per trarre gli effetti benefici di questo frutto, ne bastano comunque poche, 2 o 3 alla settimana, e non c’è pericolo di incorrere in sprechi, dovendole buttare, perché si conservano a lungo.

Controindicazioni

Non ci sono particolari effetti collaterali o controindicazioni per questo rimedio. L’unico caso in cui l’umeboshi è sconsigliato è se si soffre di ulcera al duodeno e, dato il loro considerevole contenuto di sale, devono essere consumate con moderazione specialmente da chi soffre di ipertensione e sarà consigliabile consultare prima il proprio medico prima di utilizzarlo.