Se vuoi scegliere la pratica di yoga che più ti si addice o arricchire il tuo bagaglio in questo meraviglioso mondo, bisogna conoscere anche l’Anusara yoga attraverso le sue origini e posizioni, in quanto rappresenta una ottima alternativa alla pratica classica. L’Anusara Yoga, infatti, ha l’obiettivo di congiungersi al proprio lato spirituale attraverso il rispetto di principi dell’allineamento, attitudine ed azione, il tutto attraverso la coordinazione dei principi biomeccanici. Il suo obiettivo è quindi quello di ricordare la propria essenza a chi lo pratica, accogliendo la vita, ritrovando la propria leggerezza interiore e riconoscere l’interconnessione tra gli esseri viventi. Questa pratica si basa quindi sulla filosofia incentrata nella fusione tra pensiero positivo e forte spiritualità e i principi su cui si basano le lezioni di Anusara Yoga sono particolarmente ispiranti e motivanti. I primi centri dedicati a questa disciplina sono sì nati in America, ma si sono poi diffusi molto velocemente anche in Europa e in Asia tanto che oggi si contano più di 1200 insegnanti specializzati in questa variante e oltre 100.000 allievi che la praticano con regolarità.
Indice
Indietro nella storia: l’Anusara Yoga, cos’è?
Questa volta non bisogna fare un viaggio nel tempo nel lontano Oriente, basta catapultarsi negli Stati Uniti ai tempi di John Friend, che, nato in Ohio nel 1959, a soli 13 anni inizia a gettare le fondamenta di una vera e propria scuola di pratica. Abbandonato l’insegnamento Integral Yoga Hatha, dopo molti anni d’insegnamento, decide di fondare il suo stile, l’Anusara. Da quel momento Friend inizia ad istruire insegnanti e fonda centri oltre che in America, in Europa ed Asia. L’Anusara Yoga può essere praticato da persone di tutte le età e livelli di esperienza. Per capire cos’è l’Anusara Yoga, bisogna guardare alla sua etimologia sanscrita traducibile in: “fluire con grazia” ma anche “fare un passo nella corrente della propria esistenza”. Significa quindi abbandonarsi, affidarsi a un potere più grande.
Anusara consiste in un approccio che fonde la ricchezza della spiritualità con la biomeccanica. Si tratta quindi di uno stile di hatha yoga che considera il corpo come uno strumento sacro per allinearsi e ricongiungersi al divino.
Si tratta di uno degli stili cresciuti maggiormente negli ultimi anni basato principalmente sulla filosofia del tantra non dualistica dello Shivaismo del Kashmir. La parola tantra oggi è molto diffusa ed ha vari significati, sebbene non siano altrettanto conosciuti. Può indicare la trama del tessuto, la spola, una dottrina mistica o magica, un’opera scientifica ma anche lo svolgimento di una cerimonia. In questo contesto, per tantra si intende un insieme di dottrine e pratiche millenarie volte all’espansione dell’ordinario stato di coscienza. La realtà sessuale legata ai tantra costituisce in realtà solo una minima percentuale dell’insegnamento, volto a unire corpo e mente tramite asana energetici.
Tra le peculiarità di questa pratica yoga c’è quella di permettere che gli elementi fondamentali della filosofia tantrica possano concretizzarsi sul piano fisico in 5 principi universali che consistono in una serie di allineamenti che, nel rispetto delle leggi biomeccaniche del corpo, vengono applicati a tutti gli asana. Questi principi consentono di rispettare l’anatomia di ciascuno e di entrare in allineamento con l’energia interiore, diventando consapevoli.
Anusara yoga: posizioni
Anusara yoga ha 3 posizioni conosciute come le 3 A dell’Anusara. A come attitudine, ossia la capacità di adattamento nei confronti delle sfide quotidiane; A come allineamento, la necessità di rispettare precise linee fisiche durante gli esercizi e A come azione, la volontà di far scavalcare alla disciplina i muri delle scuole e portarla in qualsiasi posto possa essere praticata.
Ciò significa che tutte le posizioni in Anusara Yoga ricalcano una determinata attitudine (Iccha), che nasce nel cuore e che supporta l’intera pratica. Mediante la conoscenza (Jnana), il corpo si allinea per esprimere l’intenzione. Infine, l’azione (Kriya) costituisce l’atto finale.
Le posizioni seguono il flusso continuo del ritmo cardiaco e vengono illustrate in classi (così vengono chiamate in gergo le lezioni date dagli esperti) che hanno delle caratteristiche in comune come altre peculiari. Tra gli elementi peculiari dell’Anusara c’è l’inizio: si saluta la pratica con un’invocazione che avviene tramite il canto e la meditazione.
Alla fine, dopo le varie sequenze, è previsto come sempre un profondo rilassamento in Savasana (la posizione del cadavere). Il finale richiede anch’esso la giusta concentrazione: i muscoli sono liberi da ogni obbligo e l’obiettivo da raggiungere è la completa decontratturazione di tutte le parti del corpo, ad iniziare dalla fronte, passando per la lingua fino a coinvolgere tutto il resto per arrivare alle dita dei piedi. Le classi ripetono alla fine una breve meditazione e un canto finale allo stesso modo dell’inizio, come a voler sottolineare l’aspetto circolare della vita. Gli esercizi possono richiedere un grande sforzo fisico, tuttavia, ripagato dal pensiero positivo che ne scaturisce così come un senso di spiccata leggerezza e flessibilità, non sono solo una attività puramente fisica.
I principi di allineamento dell’Anusara yoga
L’allineamento, come visto prima, rappresenta uno dei 3 asana su cui si fonda l’Anusara Yoga e si fonda su 5 principi, chiamati principi universali di allineamento. Il primo è l’apertura alla grazia, l’attitudine di apertura mentale sollecitata da esercizi che amplificano la capacità di estensione degli arti superiori ed esteriori. Il secondo principio è l’energia muscolare: l’obiettivo è attrarre a sé l’energia dall’esterno per portarla verso di sé e poter eseguire i passaggi previsti che necessitano di concentrazione e forza, da cui risulta anche la capacità di equilibrio, fondamentale. Tramite l’attivazione dei muscoli, quindi, ci si connette al centro di se stessi, coltivando una maggiore stabilità, concentrazione e forza. Poi si ha la spirale interna che trova origine nelle piante dei piedi, punto di appoggio da cui deriva appunto l’equilibrio e che funge da canale dove convogliare l’energia attraverso il corpo. La spirale esterna si diparte invece dal bacino per poi fluire al contrario, verso il basso, arrivando fino ai piedi. L’energia organica invece si presenta come un flusso energetico complessivo che si sposta dal centro del corpo fino alle zone più periferiche.
Questi cinque principi universali di allineamento vanno eseguiti in sequenza proprio per favorire l’espansione dell’energia interiore.
Gli Asana
L’Anusara Yoga implica una vasta gamma di asana e si arriva addirittura a circa 250, molte delle quali comuni all’Hatha Yoga e che hanno l’obiettivo di instaurare una connessione con la parte più profonda del proprio essere. Proprio basandosi sull’elevato numero di posizioni, l’Anusara Yoga varia proprio a discrezione delle scelte effettuate dell’insegnate e dagli obiettivi prefissati dalla classe. Tutte, comunque, sono suddivise in base proprio ai principi universali di allineamento per consentire una esplorazione di sé più vasta e completa.
Nell’Asana, generalmente, si inizia con una invocazione effettuata con la meditazione e diversi canti in modo da prepararsi e favorire la concentrazione. Al termine di ogni asana, si prevedono anche dei momenti di rilassamento. La sequenza poi si conclude con la meditazione e il canto finale.
Le posizioni che caratterizzano questa pratica
Vediamo nel dettaglio le 5 posizioni dell’Anusara.
Ardha Mukha Shavanasa (Cane a testa in giù)
La posizione di partenza del cane a testa in giù è quella di quadrupedia, con le braccia stese e i piedi posizionati in modo che siano leggermente distaccati tra di loro. Da questa posizione si deve formare una V rovesciata. Sollevarsi quindi cercando di appoggiare i talloni a terra e di allungare schiena e braccia.
Mantenere la posizione per qualche istante respirando e scioglierla lentamente al termine.
Bhujangasana (Cobra)
Per eseguire la posizione del cobra, bisogna stendersi su un tappetino in posizione prona e portare i palmi delle mani verso terra, al di sotto delle spalle.
Mantenere i gomiti piegati collocandoli vicino al busto. Da qui, inspirare ed allungare le braccia per permettere al torace di sollevarsi. In questa posizione è importante assicurarsi che l’ombelico resti attaccato al tappetino, oltre a tenere contratti i glutei per preservare la zona lombare. Rilassare quindi le spalle mentre si espira. Mantenere la posizione per alcuni istanti e tornare lentamente al punto di partenza.
Virabhadrasana (Guerriero)
Per eseguire questa posizione, si parte in piedi su un tappetino. Si allunga la gamba destra fino a lasciare un metro di distanza tra entrambi i piedi. Il piede della gamba destra punta in avanti mentre quello della gamba indietro è a 45 gradi, che punta verso il lato corto del tappetino.
Sollevare quindi le braccia al di sopra della testa, (assicurandosi che siano perpendicolari a terra e parallele tra loro) e allungare le dita verso il soffitto. Le spalle devono essere rilassate e lontane dalle orecchie.
Piegare quindi lentamente la gamba anteriore, lasciando distesa quella posteriore. Lo sguardo va rivolto in avanti. Respirare e mantenere la posizione per alcuni istanti. Al termine, scioglierla lentamente e passare all’altro lato.
Vakrasana (Torsione spinale da seduti)
Sedersi su un tappetino con la schiena diritta e le gambe tese. Da qui piegare la gamba destra e portare il piede oltre il ginocchio sinistro. La pianta deve essere completamente poggiata a terra.
Effettuare una torsione del busto verso destra e spingere la gamba piegata con il braccio. Portare il braccio destro dietro la schiena mantenendola diritta con il peso al centro del corpo. Respirare per qualche istante. Sciogliere la posizione e ripeterla dal lato opposto.
Garudasana (Aquila)
Si parte in piedi, con le gambe stese e schiena diritta. Appoggiare il piede sinistro a terra e piegare leggermente il ginocchio. Staccare l’arto destro da terra, sposando il peso del corpo a sinistra. Spostare quindi la coscia destra sopra la sinistra, posizionando le dita del piede destro sul ginocchio sinistro.
Allungare le braccia in avanti e avvolgere il braccio destro intorno a quello sinistro. Con il medio e l’indice destro, afferrare il pollice della mano opposta. Avvicinare i gomiti al petto abbassando gli avambracci. Fissare lo sguardo su un punto. Mantenere la posizione, respirare e scioglierla lentamente al termine.
Benefici dell’Anusara yoga
I vantaggi dell’Anusara Yoga sono sorprendenti a qualsiasi livello: fisico, mentale e spirituale.
Benessere fisico
Se si è amanti della praticità ma un po’ meno dell’aspetto spirituale, ci si può cimentare per testimoniare in prima persona come una pratica frequente (ma i risultati sono visibili già anche solo dalla prima volta) possano attenuare notevolmente dolori di schiena dovuti ad interventi, scoliosi, mal di testa, dolori articolari o in generale fastidi o rigidità muscolare. Permette anche quindi di migliorare la flessibilità e la forza, attraverso la precisione degli allineamenti, si attenuano i disturbi derivanti da disequilibri posturali, si migliora la capacità polmonare. La flessibilità e tonicità muscolare ed articolare ne trova giovamento, oltre a favorire il miglioramento del sistema respiratorio e cardiovascolare. Anche la colonna vertebrale diventa forte e flessibile allo stesso tempo così come molti altri sistemi, come quello nervoso e digestivo, subiscono numerosi miglioramenti.
Benefici psicologici
Corpo e mente si sa, lavorano in binomio, ed ecco che la mente, aiutata magari anche da una buona musica, si allontana dalle preoccupazioni o dai pensieri ossessivi per ricalibrarsi su di sé, ascoltando e rilassando il proprio corpo per acquisire una maggior lucidità mentale. Questa pratica permette quindi di alleviare stress e ansia. Questa pratica permette anche di adottare una filosofia e un pensiero positivo, riducendo l’incidenza di malattie psichiche come, ad esempio, la depressione, ansia o attacchi di panico. Anche il sonno ne trova giovamento, riducendo l’insonnia.
Spiritualità
Non serve abbracciare un credo religioso, basta coltivare quella parte del sé che mira ad allontanarsi dalle finte necessità promosse dalla società moderna per acquisire una nuova consapevolezza in cui l’io sia al centro del tutto, un io capace di ascoltarsi prima di rivolgere l’orecchio intorno a sé. Ecco, quindi, come praticare l’Anusara Yoga permette di stimolare la ricerca interiore, contribuisce a ritrovare consapevolezza nelle proprie potenzialità, ma anche entusiasmo ed energia e rafforza la connessione fra il sé individuale e l’universale.
Consigli utili prima di iniziare
Come tutti gli stili di yoga, anche l’Anusara Yoga va approcciato affidandosi, soprattutto se si è alle prime armi, a un bravo insegnante che sia in grado di suggerire l’approccio più adatto a ciascuno e al proprio modo di essere.
I consigli sono quelli che accomunano tutte le diverse pratiche: innanzitutto l’importanza di ascoltarsi senza chiedere troppo a se stessi. È anche importante non forzarsi o sforzarsi troppo, focalizzandosi invece sul comprendere di cosa si ha veramente bisogno.
È sempre bene non improvvisare, soprattutto se si è all’inizio e non si è già esperti di yoga. Un bravo insegnante, grazie alla sua competenza ed esperienza, sarà in grado di orientare la persona e assicurarsi che gli esercizi effettuati siano corretti e che portino quindi anche ai risultati voluti.