Intestino pigro: come sbloccarlo e cosa mangiare

Gonfiore, crampi addominali e alito cattivo sono solo alcuni dei fastidiosi sintomi dell’intestino pigro. Ecco come sbloccarlo

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Ivana Barberini

Giornalista specializzata in Salute e Benessere

Giornalista ed economa dietista, scrive articoli su salute, alimentazione e benessere ed è specializzata nell’editing di volumi e pubblicazioni medico-scientifiche.

L’intestino pigro è un disturbo che accomuna molte persone e che capita, più o meno a tutti, almeno una volta nella vita. Fortunatamente è un disturbo che si può risolvere, partendo proprio dalla tavola, consumando cibi che riducono l’infiammazione dell’intestino e favoriscono la peristalsi, cioè i movimenti intestinali.

Tra le prime cose da fare c’è l’idratazione, quindi è molto importante bere molta acqua, per favorire il transito intestinale, contrastando stitichezza e gonfiore. L’acqua, infatti, favorisce l’espulsione delle feci, soprattutto se associata ad alimenti ricchi di fibre e a una regolare attività fisica.

Parliamo di intestino pigro anche con la Dott.ssa Francesca Stellato, biologa nutrizionista.

Cos’è e come sbloccare l’intestino pigro

Risponde la nostra esperta: “per intestino pigro s’intende una diminuzione della frequenza delle scariche intestinali (uguale o inferiore alle tre volte a settimana), quindi una difficoltà a svuotare con regolarità l’intestino con conseguente disidratazione ed indurimento delle feci”.

Alcune persone presentano un’evacuazione ogni 3 o 4 giorni, quindi può essere del tutto normale, purché non ci sia dolore e non lasci un senso di svuotamento incompleto.

Quindi, un’attività intestinale “rallentata” può causare stitichezza e feci dure e la sgradevole sensazione di pancia gonfia. Le cause possono essere diverse, come la mancanza di fibre nella dieta, un eccessivo uso di lassativi o la presenza di determinate condizioni di salute.

Nello specifico, il colon è lento nel trasportare i prodotti di scarto della digestione, per poi eliminarli.

Ogni volta che mangiamo, il cervello invia un segnale al tratto gastro-intestinale per avviare una serie di attività digestive, in cui i muscoli del sistema digestivo spostano il cibo in avanti con un movimento ondulatorio chiamato peristalsi. Tuttavia, in alcuni casi, questo movimento può essere più lento del dovuto o non abbastanza efficace.

Perché accade? I movimenti intestinali possono essere più deboli o meno attivi in determinate circostanze tra cui:

  • regimi alimentari troppo restrittivi;
  • disturbi alimentari, come l’anoressia o la bulimia;
  • sindrome dell’intestino irritabile (IBS);
  • uso di stupefacenti;
  • anestesia;
  • eccessivo ricorso ai lassativi.

Spesso, tuttavia, la causa può essere semplicemente una carenza di fibre o poca acqua nella dieta.

Le cause della cosiddetta “pigrizia intestinale” sono dunque diverse. Può esserci un’alimentazione scorretta, ad esempio ricca di cibi molto raffinati che sono privi di scorie e quindi non producono massa fecale. Oppure, una ridotta attività fisica, poiché l’indebolimento dei muscoli addominali può rendere difficile la peristalsi intestinale e di conseguenza l’evacuazione.

Infine lo stress: l’intestino, infatti, è un organo molto sensibile ai fattori emotivi. Gli stati di ansia, le preoccupazioni, i ritmi di lavoro frenetici e il nervosismo, possono influire negativamente sul suo corretto funzionamento.

Non è un caso che l’intestino è chiamato “secondo cervello”, poiché è dotato di una rete neuronale (oltre cento milioni di neuroni).

Intestino pigro: cosa mangiare

“Per combattere la stitichezza” – ci dice la Dott.ssa Stellato – “è importante l’assunzione di almeno 30 g di fibra al giorno. Per tale motivo, si consiglia l’assunzione quotidiana di almeno due porzioni di verdura, sia cotta che cruda. In particolare, quella ricca in fibre, ad esempio carote, peperoni, cipolle, pomodori, spinaci, zucca, carciofi, cicoria, melanzane e cavoli. Consumare poi almeno due frutti al giorno, soprattutto kiwi, prugne e fichi secchi. Quando possibile, mangiare la frutta con la buccia (che è la parte più ricca in fibre), oppure consumarla cotta. Preferire i cerali integrali rispetto ai cereali raffinati, magari abbinati a una porzione di legumi, almeno due volte a settimana. Includere nella propria dieta almeno una porzione di yogurt al giorno e alimenti fermentati ricchi in probiotici (kefir, tofu, miso, crauti).

Si consiglia, inoltre, di idratarsi adeguatamente e mantenersi attivi, soprattutto attraverso passeggiate che aumentano il transito intestinale. Infine, è importante mantenere un adeguato ritmo sonno-veglia e soprattutto ridurre lo stress che potrebbe alterare il transito intestinale”.

Tra i cibi lassativi, non possiamo poi ignorare le prugne secche, ricche di fibre e di sorbitolo, uno zucchero benefico contro l’intestino pigro. Per riequilibrare la flora batterica intestinale è anche utile assumere quotidianamente lo yogurt e il kefir. Gli esperti, infatti, consigliano di mangiare questi cibi soprattutto a colazione, accompagnati da crusca di frumento, un alimento composto per il 50% da fibra insolubile, ideale per chi soffre di stipsi, ma anche per chi ha problemi di diverticolite e colon irritato.

Infine, è bene anche non dimenticare i semi, considerati da sempre un’ottima fonte di “grassi buoni”, con un alto contenuto di magnesio, calcio e ferro. Si possono aggiungere alle zuppe, alle insalate e alle verdure cotte. Si può scegliere fra i semi di lino, che riattivano la motilità intestinale, o i semi di Chia, che riducono le infiammazioni della mucosa.

Cosa evitare

In caso di intestino pigro, può essere utile eliminare dall’alimentazione quotidiana carni rosse troppo grasse, formaggi e insaccati. Semaforo rosso anche a tè e vino, che contengono tannini, sostanze con proprietà astringenti, e alimenti troppo freddi, che rallentano o bloccano la digestione.

È utile limitare anche il consumo di latticini, che possono essere difficili da digerire, ed eliminare i prodotti da forno a base di farina 00, troppo raffinati. Stessa cosa per i prodotti industriali come gelati, patatine e pasti surgelati privi di fibre. Ridurre, infine, il consumo di caffè, che ha un effetto disidratante.

Intestino pigro: rimedi naturali o farmaci?

Per contrastare questo fastidioso disturbo e i sintomi dell’intestino pigro, si può ricorrere ad alcuni rimedi naturali e non. Eccone alcuni

Cambiare alimentazione

Come ha indicato anche la nostra nutrizionista, tra le cause dei movimenti intestinali più lenti o meno efficaci può esserci una carenza di fibre nella dieta. Quindi, un corretto consumo di frutta e verdura e un’adeguata idratazione possono stimolare la digestione e aiutare evacuazioni più regolari. Tuttavia, se si soffre di malattie o disturbi, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o altre condizioni gastrointestinali croniche, è necessario chiedere consiglio al proprio medico.

Inoltre, l’uso di integratori di fibre da banco, facilmente reperibili in farmacia o erboristeria, a base di semi psillio, potrebbe essere vantaggioso. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che i semi di questa pianta aiutano a richiamare più acqua nel lume dell’intestino, favorendo movimenti intestinali più regolari e l’eliminazione delle feci, che diventano più morbide e voluminose.

Lassativi naturali

I lassativi, intesi come farmaci, possono peggiorare i sintomi dell’intestino pigro o addirittura causarli. Tuttavia, esistono lassativi naturali che si prestano per risolvere il problema.

Ad esempio, bere un paio di tazze di tisana digestiva come quelle alla malva, potrebbe contribuire a migliorare la funzionalità intestinale. Altri lassativi naturali, oltre le prugne secche, includono i semi di Chia, le verdure a foglia verde e l’olio di oliva o di ricino.

Occorre però prestare attenzione ai lassativi naturali e non abusarne, poiché potrebbero abituare l’intestino e “impigrirlo” e con il tempo peggiorare la situazione.

Probiotici

Assumere probiotici, anche secondo gli studi, è una buona soluzione per migliorare la regolarità dei movimenti intestinali. Servono altre ricerche per determinare quale ceppo di probiotici sia il migliore per il trattamento dell’intestino pigro e della stitichezza, tuttavia è un rimedio senz’altro molto utile.

Attività fisica

L’esercizio fisico, anche leggero, può favorire la circolazione e stimolare la funzionalità intestinale. Alcune posizioni dello yoga, ad esempio, sembrano essere particolarmente utili per alleviare il gonfiore e migliorare la stipsi.

Farmaci per l’intestino pigro

Se il medico lo ritiene opportuno, può prescrivere dei farmaci lassativi per favorire l’evacuazione.

È importante ricordare che sia i rimedi naturali, sia i farmaci possono interferire con l’assorbimento e l’attività di medicinali assunti per la cura di malattie o disturbi, pertanto è sempre necessario chiedere il consiglio del proprio medico.

Inoltre, i lassativi non sono privi di effetti collaterali e il loro uso è solitamente controindicato in presenza di occlusione o malattie intestinali. Alcuni, sono sconsigliati anche in gravidanza e durante l’allattamento.

Intestino e digestione: come funziona

Un apparato digerente che funziona bene è il primo passo per una buona salute. Tutto ha inizio con i succhi digestivi e i batteri che trasformano il cibo. In questo modo, consentono ai nutrienti di passare nel flusso sanguigno e fornire l’energia necessaria alle funzioni dell’organismo.

Il cibo che ingeriamo attraversa gradualmente ciascun organo deputato alla digestione. Passando per la bocca e l’esofago, dopo la masticazione, il cibo arriva nello stomaco, poi passa nell’intestino tenue e, infine, nell’intestino crasso. Durante questo percorso, l’organismo assorbe tutti i nutrienti necessari ed espelle tutto ciò che non serve o non è assimilabile. Lo svuotamento completo dello stomaco può richiedere alcune ore.

Tutto parte dal cervello

Lo stimolo della fame parte dal nostro cervello. Se i livelli di glucosio, la nostra “benzina”, sono bassi, il centro della fame, situato nelle strutture cerebrali, riceve un segnale che attiva lo stimolo a nutrirsi. Mentre si mangia, arriva un segnale al centro della sazietà e il cervello ferma il desiderio di cibo.

Masticazione e digestione

Quando mastichiamo, i denti sminuzzano gli alimenti e l’enzima amilasi, che si trova nella saliva, inizia a scindere i carboidrati. Con la deglutizione, il bolo arriva all’esofago, per essere trasportato nello stomaco.

Succhi gastrici

Sono sostanze che contengono acido cloridrico ed enzimi per la digestione delle proteine. In particolare, la pepsina, un enzima che scinde le proteine in frammenti più piccoli. In base al contenuto di grassi, il bolo resta nello stomaco tra una e sei ore. Il collegamento tra lo stomaco e l’intestino tenue (piloro) consente il passaggio della giusta quantità di bolo che l’intestino tenue riesce a digerire.

Intestino tenue

Il duodeno è la prima porzione dell’intestino tenue. Qui il bolo si mescola agli enzimi e alle altre sostanze prodotte dal pancreas e alla bile, che secerne il fegato. Sono molecole che neutralizzano l’acido cloridrico che arriva dallo stomaco e scindono il cibo nei suoi nutrienti. In questo modo, si consente all’intestino tenue di assorbirli. La bile, invece, partecipa al processo digestivo dei grassi.

La parete interna dell’intestino tenue è composta da una fitta rete di vasi sanguigni, grazie ai quali le sostanze nutritive si riversano nel sangue per arrivare ai diversi organi.

Intestino crasso

La flora batterica presente nell’intestino crasso scompone i residui di cibo non digeriti e, in alcune ore, ne estrae le ultime sostanze nutritive utilizzabili. Assorbe l’acqua dal bolo e grazie al muco, lo rende più morbido e quindi più facile da espellere.

L’intestino compie continui movimenti per spingere in avanti le feci, attivare il riflesso della defecazione e per espellere i residui di cibo attraverso l’ano. Le feci sono costituite quindi da cibo non digerito, muco, cellule della mucosa intestinale da eliminare e batteri.

Fonti bibliografiche