Integratori di ferro: quando servono e come assumerli

La principale funzione del ferro è la sintesi dell’emoglobina. La carenza porta ad anemia e in questo caso è importante l’uso degli integratori

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Pubblicato: 22 Settembre 2017 11:00Aggiornato: 27 Settembre 2022 11:01

Il bilancio del ferro

Molte persone non assumono la giusta quantità di ferro con l’alimentazione e si trovano, dunque, in una situazione di bilancio negativo per questo importante minerale. Ogni individuo adulto in buone condizioni di salute dispone in totale di 3-5 g di ferro (Fe) distribuiti sotto forma di:

  • Fe emoglobinico (65%)
  • Fe mioglobinico (3,5%)
  • Fe di deposito: ferritina e emosiderina (27%)
  • Fe di trasporto: transferrina (0,1%)
  • Fe tissutale: coenzima di perossidasi, catalasi, citocromi (o,2%)
  • Fe del pool labile: costituente di membrana ed intracitoplasmatico (2,5%)

Nel plasma il Fe viene veicolato dalla transferrina e trasportato verso gli organi di deposito e a livello del midollo osseo. Dal momento che la quota libera è trascurabile, con il termine di sideremia ci si riferisce al ferro di trasporto. Il ferro svolge nel nostro organismo molteplici funzioni. È particolarmente importante per il processo di ematopoiesi ovvero di formazione dei nuovi globuli rossi. La maggior parte del ferro presente nel nostro organismo è il ferro emoglobinico e la sua funzione è quella di trasportare l’ossigeno dai polmoni alle altre parti del corpo.

Gli integratori di ferro

In caso di carenza può essere utile fare ricorso all’impiego di integratori. Molti sono i prodotti che possono essere prescritti dal medico curante. Spesso, poiché si tratta di integratori che non richiedono la prescrizione medica (over the counter), è lo stesso farmacista a consigliarci. Le formulazioni possono essere le più diverse: oltre alle compresse oggi si possono trovare integratori granulari orosolubili e formulazioni liquide. È noto che la vitamina C contribuisce a promuovere l’assorbimento del ferro e per questa ragione nella formula degli integratori a base di ferro compare anche questo secondo “ingrediente”.

Negli integratori il ferro può essere presente sotto forma di:

  • solfato di ferro;
  • ferro gluconato;
  • citrato di ferro.

Quando servono

La condizione clinica che può essere trattata con efficienza ricorrendo a integratori a base di ferro è l’anemia sideropenica. Le persone che soffrono di questa condizione non hanno abbastanza globuli rossi oppure hanno globuli rossi con un contenuto emoglobinico inferiore alla norma. A livello delle analisi ematochimiche salta all’occhio un valore di emoglobina inferiore a 14 g/dl nell’uomo e a 12 g/dl nella donna. Le manifestazioni di questa condizione sono l’astenia, la perdita di capelli, la dispnea, il pallore.

L’anemia sideropenica può essere la conseguenza di un deficit di assorbimento o di un’aumentata perdita di ferro. Nelle donne la presenza di flussi mestruali abbondanti può essere una causa di anemia. In corso di gravidanza i livelli di emoglobina si riducono a causa dell’emodiluizione (l’effetto dell’aumento del volume ematico) e della maggior richiesta di globuli rossi (il letto vascolare si amplia per via della presenza di una circolazione materno-fetale). Perdite ematiche non evidenti possono essere dovute ad uno stillicidio legato ad ulcere gastriche o duodenali. Patologie che comportano un malassorbimento come la malattia celiaca, il morbo di Crohn, la pancreatite cronica e la fibrosi cistica sono associate anch’esse ad anemia sideropenica. È noto, inoltre, che alcune forme di cancro possono essere associate a forme di anemia. In generale però la causa prima di un’anemia sideropenica è l’inadeguatezza della dieta. La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che la performance degli atleti con un deficit di ferro migliora dopo la supplementazione di questo minerale.

Effetti collaterali

L’assunzione di integratori a base di ferro può dare una serie di effetti collaterali. Tra i sintomi più spesso riferiti ci sono i seguenti:

Un eccessivo accumulo di ferro come avviene nell’emocromatosi, una condizione clinica geneticamente determinata, porta al danneggiamento di organi ed apparti. Tra i più pesantemente colpiti ci sono il cuore. Il fegato e il pancreas.

Le dosi

Il dosaggio consigliato varia sensibilmente in relazione all’età, al sesso e alla fase fisiologica (nelle donne, ad esempio, la gravidanza e l’allattamento). La dose consigliata è espressa in milligrammi ed è pari a 8-11 mg nei maschi adulti, a 15-18 mg nelle femmine adulte e sale a 27 mg durante la gravidanza.

Le alternative

Un’alternativa all’impiego di integratori alimentari è una dieta ad alto apporto in ferro. Bisogna organizzare i pasti in modo che sia garantito l’apporto di ferro assieme ad un’adeguata dose di vitamina C che ne ottimizza il processo di assorbimento. Alimenti ad alto apporto in vitamina C sono: