Dieta del Dottor Kroemer, riduci le calorie e vivi più a lungo

La dieta del Dottor Guido Kroemer considera la riduzione dell’apporto calorico un aspetto decisivo per la longevità. È davvero cosi?

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Ivana Barberini

Giornalista specializzata in Salute e Benessere

Giornalista ed economa dietista, scrive articoli su salute, alimentazione e benessere ed è specializzata nell’editing di volumi e pubblicazioni medico-scientifiche.

Pubblicato: 1 Dicembre 2023 11:50

Il suo ideatore è il biologo tedesco Guido Kroemer, vincitore del premio “Lombardia è ricerca” nel 2019, che porta avanti il concetto di riduzione dell’apporto calorico nella dieta come meccanismo di rimozione selettiva.

Di cosa si tratta? Tramite l’autofagia, le cellule del nostro organismo riescono a individuare e a eliminare i componenti cellulari danneggiati e privi ormai di efficienza.

Tale processo consente di fare spazio alle nuove cellule più giovani e quindi più funzionanti e funzionali.

Il Dottor Kroemer, pertanto, descrive il complesso processo dell’autofagia e di come influenza la salute, anche in relazione ad alcune malattie, tra cui il cancro, le patologie neurodegenerative e l’invecchiamento. Inoltre, la modulazione dell’autofagia può rappresentare, per il biologo tedesco, un promettente approccio terapeutico per prolungare non solo la durata della vita ma anche della salute.

Non si tratta allora di una vera e propria dieta, ma di una visione più generale del rapporto dell’organismo con le sostanze nutritive a livello cellulare, anche se prende come riferimento la dieta mima-digiuno.

Scopri allora il meccanismo alla base di quest’approccio alimentare e i suoi benefici.

Dieta Kroemer: cos’è e come funziona

Tutto inizia nel 2016, quando lo scienziato giapponese Yoshinori Ohsumi vince il Nobel per la scoperta dell’autofagia, un complesso meccanismo cellulare che porta all’eliminazione e al riciclo di molte componenti all’interno del nostro corpo. Quando funziona correttamente, l’autofagia, in condizioni avverse, garantisce alle cellule sia un rapido combustibile, sia la materia prima (grazie al riciclo degli scarti) per costruire nuove strutture cellulari.

L’autofagia è anche essenziale nella risposta all’attacco di agenti esterni patogeni, come batteri e virus. Inoltre, senza di essa, la cellula sarebbe letteralmente invasa da rifiuti.

Quando il meccanismo è alterato, tuttavia, le cellule vanno incontro a diversi inconvenienti. Sono parecchi gli studi che indicano come patologie quali Parkinson, diabete e cancro (come il cancro al colon retto) possono scaturire proprio dal mancato funzionamento di questo complesso procedimento. Non solo, anche alcune malattie genetiche rare sono associate a mutazioni di quei geni che regolano il processo dell’autofagia.

Nello specifico, Kroemer ha elaborato il concetto di Caloric Restriction Mimetics (CRMs), riuscendo a identificare dei farmaci e alcune sostanze naturali capaci di indurre l’autofagia cellulare grazie alla loro capacità di mimare la restrizione calorica.

Tra queste, c’è la spermidina e il resveratrolo. La prima è fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e si trova in diversi cibi, tra cui il salmone, le patate, le pere e la frutta secca, per citarne alcuni.

Il resveratrolo, invece, è prodotto da alcune piante, come la vite e il cacao, e svolge un ruolo importante come sostegno alle difese organiche.

Secondo gli studi di Kroemer, la loro assunzione aiuterebbe a ottimizzare l’efficienza del sistema immunitario e a prevenire i tumori, favorendo l’autofagia e la conseguente eliminazione delle potenziali cellule malate.

Dieta Kromer: digiuno e autofagia

Tutto parte da alcuni processi fisiologici come l’apoptosi (morte programmata delle cellule) e autofagia (dal greco “mangiare se stessi”), in cui le cellule digeriscono se stesse quando identificano, al proprio interno, dei “rifiuti” da eliminare.

Il digiuno periodico e, in generale, la restrizione calorica, aiutano proprio questo processo di pulizia che, a sua volta, favorisce il controllo dei processi infiammatori.

L’infiammazione (dal latino “inflammare”) è fisiologica nell’organismo e protettiva se indirizzata al rinnovamento e alla ricostruzione dei tessuti. Diventa, invece, patologica quando non è più finalizzata a un progetto ricostruttivo e quindi cambia di intensità o diventa cronica. Più c’è infiammazione, più ci ammaliamo e invecchiamo.

L’infiammazione, infatti, è anche alla base dello sviluppo di alcune forme di cancro e delle malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

Un altro aspetto da tenere presente sono le difese immunitarie che sostengono anche la longevità. Quando si riduce l’apporto calorico, anche il sistema immunitario lavora meglio. Diverse ricerche sugli animali lo hanno dimostrato da tempo. I topi tenuti in restrizione calorica si sono dimostrati non solo più vivaci, sani e reattivi, ma vivono anche il 30% in più dei topi che si alimentano senza limiti.

Il merito del Dottor Kroemer è di aver compreso i meccanismi e che la moderazione alimentare ottimizza l’efficienza delle cellule spazzino. Il concetto di base è dunque mangiare meno e meglio.

Dieta del Dottor Kroeme: autofagia e nutrienti

Parte integrante dei meccanismi che regolano l’autofagia è il rilevamento dei nutrienti. In particolare, la cellula risponde ai cambiamenti dei livelli cellulari dell’acetil CoA, un prodotto finale del metabolismo dei nutrienti ingeriti con l’alimentazione che svolge la funzione di regolatore dell’autofagia.

Ecco come funziona.

Fame e digiuno

Nello stato di sazietà, il corpo produce componenti cellulari essenziali da macromolecole prontamente disponibili e accumula il surplus. Nello stato di digiuno, invece, le riduzioni cellulari dell’acetil CoA attivano meccanismi che mobilitano tali scorte attraverso l’autofagia.

Il digiuno prolungato che in genere supera le 48 ore innesca diversi eventi metabolici, inclusa l’attivazione di programmi di pulizia cellulare come l’apoptosi e l’autofagia.

Certamente sostenere un digiuno è piuttosto difficile, ma la dieta mima digiuno, un approccio che include molti degli effetti del digiuno prolungato, povera di proteine ​​e ricca di grassi, protratta per cinque giorni, può essere una buona strategia, più praticabile, per attivare l’autofagia.

Cos’è la dieta mima-digiuno?

La dieta mima-digiuno, nota anche come “Fasting Mimicking Diet” è un regime alimentare progettato per imitare gli effetti del digiuno senza richiedere una restrizione calorica totale e prolungata. È un approccio sviluppato dal professor Valter Longo e il suo team di ricerca presso l’Istituto di Longevità dell’University of Southern California.

È uno schema alimentare strutturato per ridurre drasticamente l’apporto calorico per un periodo di tempo limitato, solitamente cinque giorni. Durante questo periodo, le calorie sono ridotte ma consentono il normale funzionamento dell’organismo. Infatti, il corpo riceve ancora una quantità bilanciata di nutrienti essenziali.

Gli studi condotti su animali e, in misura più limitata, sugli esseri umani, suggeriscono che la dieta mima-digiuno può fornire diversi benefici, tra cui:

  • Autofagia: stimola il processo cellulare di pulizia e riciclaggio che può contribuire alla rimozione di componenti cellulari danneggiate o obsolete.
  • Rigenerazione del sistema immunitario: alcune ricerche indicano che la dieta mima-digiuno può favorire la rigenerazione del sistema immunitario, specialmente dopo il ritorno a una dieta normale.
  • Riduzione dei fattori di rischio: sempre secondo alcune ricerche preliminari, è una dieta che potrebbe contribuire a ridurre i fattori di rischio per alcune malattie croniche, come quelle cardiovascolari e diabete.
  • Miglioramento della sensibilità all’insulina: potrebbe influire positivamente sulla sensibilità all’insulina, che è importante per la regolazione dei livelli di zucchero nel sangue.
  • Favorisce la longevità: alcuni studi indicano che il digiuno intermittente, o regimi alimentari simili alla dieta mima-digiuno, potrebbero contribuire a promuovere la longevità e il benessere generale.

Detto questo, è bene però ricordare che si tratta di una dieta da seguire con attenzione e sotto la supervisione del dietologo o del nutrizionista, specialmente per chi presenta specifiche condizioni di salute preesistenti.

Come per qualsiasi approccio dietetico, è sempre consigliabile quindi consultare un esperto o il proprio medico prima di iniziarla.

Mimetici della restrizione calorica

Un’altra strategia per modulare i livelli di acetil CoA prevede l’assunzione di quelli che sono chiamati “mimetici della restrizione calorica”, cioè composti che “ingannano” le cellule inducendole all’autofagia, anche in presenza di sufficienti livelli di nutrienti.

L’allungamento dell’aspettativa di vita ha portato a un aumento delle patologie legate all’invecchiamento, superando i limiti di sostenibilità sociale ed economica. Di conseguenza, è necessario, secondo Kroemer, invertire o almeno prevenire il declino patogeno associato all’età. In quest’ottica, la riduzione costante o periodica dell’apporto calorico, senza provocare malnutrizione, rappresenta l’unica strategia che si è dimostrata affidabile nei mammiferi. Tuttavia, il rispetto di tali regimi è difficile da mantenere, per questo sono sempre più oggetto di studio i mimetici della restrizione calorica (CRM).

Che cosa sono esattamente i CRM? Sono composti capaci di attivare i percorsi protettivi della restrizione calorica, promuovendo l’autofagia. Queste sostanze includono il resveratrolo e la spermidina, due composti alimentari presenti rispettivamente nel vino rosso, nel cacao, nei frutti di bosco, nelle arachidi e nel formaggio, tra i principali.

La spermidina, invece, è una sostanza naturale presente in tanti alimenti come i cibi integrali tra cui il germe di grano, cavolfiore, broccoli, funghi e in alcuni formaggi. È ancora più concentrata nei prodotti fermentati e in quelli a base di soia, funghi shitake e amaranto.

Esercizio fisico

I numerosi benefici per la salute associati all’esercizio fisico sono noti e comprendono non solo la longevità ma anche la protezione contro le malattie cardiovascolari, il diabete, le patologie neurodegenerative e perfino l’osteoporosi. Secondo gli studi, alcuni di questi benefici potrebbero essere dovuti al fatto che l’esercizio induce l’autofagia nel cervello e in diversi organi coinvolti nel metabolismo, tra cui fegato, pancreas, tessuto adiposo e muscoli.

Autofagia e salute mitocondriale

I mitocondri difettosi e invecchiati contribuiscono alla disfunzione e alla malattia metabolica.

I mitocondri sono organelli cellulari posti all’interno delle cellule con un nucleo definito da una membrana. Svolgono un ruolo cruciale nel fornire energia alla cellula.

La degradazione selettiva dei mitocondri disfunzionali (mitofagia) aiuta a garantire che le cellule del corpo siano metabolicamente efficienti.

La mitofagia funziona, infine, da innesco per la biogenesi mitocondriale, cioè il processo con il quale si producono nuovi mitocondri. Se il processo non funziona come dovrebbe, si deve a diverse malattie croniche, tra cui quelle cardiovascolari, renali e morbo di Alzheimer.

Autofagia e salute neurologica

La malattia di Parkinson, una malattia neurodegenerativa caratterizzata da disfunzione mitocondriale e deficit energetici nei neuroni dopaminergici del cervello, potrebbe essere dovuta, almeno in parte, al fallimento del processo di mitofagia.

Un numero crescente di prove scientifiche, infatti, suggerisce che la mitofagia è compromessa nella malattia di Parkinson e promuove l’accumulo di mitocondri disfunzionali. Tale compromissione probabilmente contribuisce all’aggregazione di proteine ​​anomale, che a loro volta compromettono l’omeostasi mitocondriale.

Autofagia e sistema immunitario

L’autofagia svolge un ruolo nell’attivazione dei meccanismi di immunosorveglianza, facilitando il rilascio di ATP dalle cellule morenti, che attirano l’attenzione di cellule specifiche dette mieloidi attraverso speciali recettori. L’attivazione di questo importante sistema di sorveglianza immunologica è anche un predittore dell’efficacia a lungo termine della chemioterapia e può aiutare a spiegare la complessa relazione tra autofagia e cancro.

Controindicazioni

Parlare di controindicazioni in questo caso è difficile. Non trattandosi di una dieta con regole e schemi precisi, ma sostenendo i principi del digiuno o semi digiuno, la principale avvertenza è associata a questo tipo di regimi alimentari.

Il digiuno o la dieta mima digiuno o altri regimi alimentari simili, sono approcci non adatti a tutti, occorre valutare lo stato complessivo di salute della persona, se soffre di particolari malattie, assume farmaci, ecc. e, nel caso, intraprendere questo tipo di dieta sotto sorveglianza medica.

Fonti bibliografiche

  • Meno calorie per vivere di più: a Kroemer il Premio Lombardia è Ricerca 2019, Regione Lombardia
  • Autophagy for longevity, Fondazione AXA
  • Chapter Five – Autophagy-inducing nutritional interventions in experimental and clinical oncology, International Review of Cell and Molecular Biology
  • Caloric Restriction Mimetics against Age-Associated Disease: Targets, Mechanisms, and Therapeutic Potential, Cell Metab

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