Sono oltre 50 i modi in cui è possibile usare il bicarbonato di sodio, detto anche idrogeno carbonato di sodio, carbonato acido di sodio o carbonato monosodico: una sostanza naturale che a partire dal 1800, con la produzione in larga scala a livello industriale, è diventata di uso comune. Utile non solo nella preparazione di mangimi da allevamento, per l’abbattimento delle componenti acide nei fumi delle industrie e degli inceneritori di rifiuti, per la concia delle pelli e per la produzione di polveri estinguenti per spegnere incendi. Ma anche in casa per ottenere buoni lievitati, deodorare, pulire e sbiancare. Ed è proprio sullo sbiancamento, specialmente quello dei denti, che negli ultimi anni si sono maggiormente concentrati gli esperti. Perché tante sono ancora le persone che improvvisano ricette casalinghe pensando di schiarire e illuminare lo smalto dei denti usando composti a base di questo prodotto che rischiano di mettere a repentaglio la salute della bocca.
Alcune di queste prevedono di unire a un cucchiaio di bicarbonato di sodio una piccolissima quantità di acqua e di mescolare fino a formare una pasta liscia, da utilizzare come fosse un normale dentifricio.
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No al fai da te
“Molte persone si affidano a rimedi naturali che, oltre a non essere efficaci, sono dannosi, mette in guardia la dottoressa Clotilde Austoni, odontoiatra, specialista in chirurgia odontostomatologica. Capita che le persone si improvvisino in “ricette casalinghe” a base di bicarbonato e limone, ad esempio. In realtà questi intrugli distruggono lo smalto dei denti. Il bicarbonato che è altamente abrasivo lo consuma, il limone poiché è acido lo corrode”.
Come sbiancare i denti senza rovinarli
“L’unico modo sicuro ed efficace per sbiancare i denti – continua l’esperta – è il trattamento professionale con perossido di idrogeno o di carbamide che si esegue dal dentista o igienista dentale. È bene sapere che tutto ciò che si può acquistare in autonomia (pennette, lucette, dentifrici, gel) non serve assolutamente a nulla. Per legge infatti i prodotti da banco non possono contenere più dello 0,1 per cento di perossido di idrogeno (la molecola che sbianca veramente il dente) e tale percentuale non è sufficiente per ottenere un risultato.
È importante fare attenzione perché online ormai si trova di tutto, a volte anche i prodotti con una percentuale più alta di quella prevista dalla legge, con i quali rischiate di creare grossi danni. C’è un motivo se esistono queste disposizioni: i prodotti a base di perossido di idrogeno non sono adatti al self-use, ma devono essere utilizzati seguendo le indicazioni di un professionista”.
Dentifrici sbiancanti: funzionano davvero?
“Quanto ai dentifrici sbiancanti – spiega la dott.ssa Austoni – in realtà, anch’essi non sbiancano perché non contengono perossido di idrogeno o lo contengono in una percentuale troppo bassa. Esistono però dei prodotti che contengono una formulazione per cui, dopo che si è fatto lo sbiancamento professionale, aiutano a mantenere il risultato e a prevenire la formazione di macchie. Questo sì. Attenzione a non abusarne però: si tratta di dentifrici che non si possono usare quotidianamente. In genere solo un paio di volte la settimana”.
Il consiglio, dunque, è di rivolgersi a un professionista odontoiatra, che saprà consigliare il rimedio più giusto in base alle condizioni dei propri denti. Importante da sapere, in periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, che gli studi dentistici hanno protocolli severissimi:
- prima c’è il triage, quindi telefonicamente il paziente sa benissimo che se ha avuto contatti o sintomi sospetti non si presenta all’appuntamento;
- gli appuntamenti sono diluiti, per evitare di creare assembramenti;
- quando il paziente arriva in studio deve compilare moduli in cui si fa un’anamnesi della sua salute;
- sono state intensificate le procedure di disinfezione, sterilizzazione e sanificazione, da sempre molto scrupolose;
- ormai gli operatori sanitari sono quasi tutti vaccinati.
È dunque molto improbabile infettarsi in uno studio dentistico.