Telefono del vento: inaugurato in Italia il telefono per parlare con chi non c’è più

Arriva dal Giappone un'idea emozionante e commovente: una cabina telefonica per parlare con le persone che non ci sono più. Ora è anche in Italia

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Se poteste tornare indietro, anche solo per un’istante, cosa direste a chi oggi non c’è più fisicamente nella vostra vita? Forse un altro ti voglio bene, perché quelli non bastano mai, o forse i sogni realizzati, le aspettative e le paure. Forse fareste vostro il coraggio di dire, tutto d’un fiato, le parole che non avete pronunciato mai oppure, semplicemente, raccontereste com’è la vita senza di lui.

Sì probabilmente fareste così, lo faremmo tutti se solo potessimo. Ma indietro non si può tornare e questa è una lezione che amaramente abbiamo imparato nella vita. Ma se ci fosse un modo, uno soltanto, per fare arrivare quelle parole perse nel vento a chi non c’è più?

Qualcuno lo ha ideato, quel modo. Si tratta di una cabina telefonica in mezzo al verde che è un invito a lasciarsi alle spalle, momentaneamente, il caos e il disordine dei giorni per trovare una connessione con chi non è più fisicamente con noi. Si tratta del telefono del vento che, nato in Giappone nel 2010, ora è arrivato in Italia.

Telefono del vento: tutte le parole che non ti ho detto mai

È un’esperienza emozionante, intima e struggente, quasi surreale. Sicuramente bellissima. Si entra all’interno della cabina telefonica e si lasciano fuori i problemi, i pensieri e le aspettative per mettersi all’ascolto del proprio cuore, per far sì che da quello nascano le parole più autentiche e sincere che vorremmo dire a chi non c’è più o a chiunque vogliamo. Per poi lasciarle andare nel vento, con la speranza che arrivino a destinazione.

Il telefono del vento, questo il nome di una cabina telefonica che sembra uscita da una fiaba della buonanotte, è un progetto nato in Giappone. Correva l’anno 2010 quando il designer Itaru Sasaki decise di installare l’apparecchio telefonico nel suo giardino per sentire vicine le persone che non facevano più parte della sua vita. Poi l’idea di aprire la sua “creazione” a tutti per permettere a chiunque di sperimentare questa connessione magica e spirituale, con l’universo e con tutte le creature viventi, anche quelle che non sono più fisicamente su questa terra.

Un’iniziativa, quella del designer giapponese, che negli anni ha fatto il giro del mondo. In California, a Dublino e persino in Colorado, oggi, esistono queste cabine telefoniche che permettono a chiunque di pronunciare le parole che non sono mai state dette.

Una si trova anche in Italia, ed è stata inaugurata proprio il 21 dicembre. “Un giorno sicuramente non casuale” – come ci ha spiegato l’ideatore del progetto italiano Marco Vanni che ha scelto di aprire ai cittadini la cabina durante il solstizio d’inverno – “Perché la connessione autentica con la natura, e con l’universo, è quello di cui abbiamo bisogno tutti in questo momento storico”.

Il progetto italiano per parlare con chi non c’è più

Il telefono del vento è arrivato in Italia e ha già raccolto l’entusiasmo di molti. Non solo “virtualmente”, come dimostrano le migliaia di condivisioni, ma anche fisicamente dato che negli scorsi giorni diverse persone si sono recate proprio in cima a quella collina per parlare, per urlare e per affidare al vento tutte le loro emozioni.

A esprimere entusiasmo è stata anche la Sindaca del Comune di Capannoli Arianna Cecchini. Presente all’inaugurazione, ha poi voluto ringraziare personalmente tutte le persone coinvolte nell’iniziativa attraverso il suo profilo Facebook: “Grazie a chi ha avuto l’idea, a chi l’ha realizzata, a chi ha messo a disposizione il terreno. Un luogo da cui si può ammirare il territorio della Valdera e dell’intera provincia, dove affidare al vento i propri pensieri. Ho lanciato un’idea: installare una panchina gigante vicino alla cabina con il telefono del vento. Proposta accolta”.

Su quella collina, situata a San Pietro Belvedere, nel comune di Capannoli, i desideri più intimi diventano realtà. Con una vista mozzafiato sui paesini circostanti ci si può lasciare andare per parlare con chi non c’è più, per pronunciare l’impronunciabile oppure, semplicemente, per ritrovare se stessi.

Ispirata dal progetto giapponese, l’idea italiana ha preso forma grazie alla volontà di Marco Vanni, fotografo e direttore artistico dell’associazione Life for Music.

“Ero sempre alla ricerca di qualcosa di speciale da raccontare, da donare alle persone che mi seguono per ritrovare se stessi. Alla fine sono venuto a conoscenza del progetto di Itaru Sasaki e ho pensato subito che sarebbe stato meraviglioso riproporre qualcosa del genere in Italia e nel mio territorio” – ci ha raccontato Marco Vanni – Così ho trovato un’azienda agricola in cima alla collina gestita da alcuni ragazzi. Hanno accolto con entusiasmo la mia idea e l’abbiamo realizzata”.

Il telefono del vento è situato in cima alla collina di San Pietro Belvedere, sul terreno privato dell’azienda agricola Podere Tegolaja che però è accessibile a tutti, di notte così come di giorno. “In questo luogo evocativo, dove si vedono il mare e i monti, le persone possono venire qui a parlare, a meditare e a fare ciò che vogliono per ritrovare loro stessi” – ci ha detto l’ideatore del progetto.

La cabina in legno, e tinta di bianco, ospita al suo interno un telefono disconnesso dal mondo. Non si può telefonare ai parenti o agli amici, ma ci si può mettere all’ascolto del proprio cuore per affidare le sue parole al vento. Dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 21 dicembre, sono già state molte le persone che hanno raggiunto la cabina condividendo sui social network tutte le emozioni provate per quella esperienza intensa ed emozionante.

“Il mio invito è quello di venire qua su per parlare con chi non c’è più, ma anche per urlare, per meditare, o più semplicemente per affidare al vento i pensieri e le emozioni” – ci ha raccontato Marco Vanni – “Perché lui non le giudica. Le prende e le trasporta, le porta ovunque. E chissà, magari arrivano anche a destinazione”.

La collina diventerà, inoltre, il palcoscenico di un messaggio d’amore e di pace. Il 1° gennaio, infatti, con la presenza di due persone anziane che hanno vissuto e visto la guerra, verrà trasmessa la canzone Disarmacuore del cantante italiano FORJAY. Un’inno alla libertà, alla voglia di vivere che non si piega, né si spezza, neanche davanti alla guerra. E chissà se quelle parole arriveranno a qualcuno un giorno trasportate dal vento.